Nel mese di maggio 2025, per i clienti vulnerabili – cioè coloro che si trovano in condizioni economiche svantaggiate o appartengono a categorie protette – le tariffe del gas sono aumentate del 4,2% rispetto allo stesso periodo del 2024, mentre il rincaro è pari a quasi il doppio in soli 4 anni. A segnalare l’incremento i report pubblicati da Assoutenti e Codacons, che hanno acceso i riflettori su un tema che riguarda milioni di famiglie italiane: il peso crescente delle bollette energetiche, in un contesto che si sperava fosse ormai in fase di normalizzazione.
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Di quando sono aumentate le tariffe
A fotografare meglio l’andamento dei costi energetici nel lungo periodo ci aiutano i dati raccolti da Codacons, che ha evidenziato come i prezzi attuali del gas, se confrontati con quelli del 2021 – cioè prima dello scoppio dell’emergenza energetica internazionale legata alla guerra in Ucraina e alla crisi degli approvvigionamenti – risultino più alti del 47%.
Questo significa +380 euro annui di spesa per una famiglia tipo, con consumi pari a 1.100 metri cubi di gas. La bolletta per il gas, nel maggio 2025, si attesta in media a 1.188 euro annui, a cui si aggiungono 610,8 euro per l’energia elettrica (stimata su un consumo annuo di 2.000 kWh).
Sommando le due voci, una famiglia vulnerabile, al netto delle agevolazioni spettanti, spende oggi quasi 1.800 euro all’anno per luce e gas, una cifra che pesa in modo importante soprattutto sui bilanci più fragili, in un periodo di persistente inflazione alimentare, stagnazione dei salari e incertezza economica generale.
La situazione non cambia nemmeno se si tiene conto dell’andamento dei prezzi nel breve periodo. Come riportato da Assoutenti, infatti, anche se l’aumento rispetto al mese precedente è stato modesto (+0,1%, fino a 48 euro in più per famiglia, considerando un consumo medio annuo di 1.100 metri cubi di gas), comunque c’è stato. Segno che il trend dei prezzi al rialzo non accenna a fermarsi.
Le categorie più vulnerabili
È bene ricordare che sono i cosiddetti clienti vulnerabili che oggi pagano il prezzo maggiore di questi aumenti, sono cioè quelli più esposti.
In questa categoria, nello specifico, rientrano:
- i soggetti in condizioni economicamente svantaggiate;
- i titolari di utenze in abitazioni di residenza (prima casa);
- gli over 75;
- coloro che utilizzano apparecchiature elettromedicali salvavita;
- gli utenti con disabilità.
Sono nuclei familiari che hanno già un carico economico importante, spesso aggravato da situazioni sanitarie, familiari o abitative difficili. E proprio per questo motivo, per questi soggetti, anche 48 euro in più all’anno per il gas possono rappresentare un elemento di disagio reale.
Il rincaro attuale, seppur contenuto su base mensile, si somma a una lunga sequenza di aumenti che negli ultimi 4 anni hanno eroso il potere d’acquisto delle famiglie italiane. Se il trend non verrà invertito, il rischio è che anche nel 2025 la bolletta energetica continui a rappresentare una delle voci più pesanti nei bilanci domestici.
Cosa sta facendo il Governo
Di fronte a questi numeri, la risposta istituzionale è ancora molto timida. L’introduzione del mercato tutelato per i vulnerabili ha rappresentato una misura di protezione, ma non è sufficiente se i prezzi restano comunque troppo alti. Anche i bonus sociali, ad oggi, non sono riusciti ad essere incisivi, probabilmente perché sarebbe meglio rafforzarli, ampliando le soglie ISEE e rendendo più automatico il riconoscimento del beneficio.
Non ci sono stati invece (né sono programmati) interventi mirati sulla fiscalità energetica, per abbassare o modulare l’Iva e gli oneri generali di sistema in modo più mirato. Lo stesso vale per l’impegno nell’accelerare i processi di transizione energetica, ancora agli albori in Italia, quindi difficilmente incisivi o tali da influenzare l’andamento del mercato.