Secondo le bozze circolate nelle ultime settimane, l’Unione Europea intende introdurre una tassa sui cosiddetti “junk food” e sulle bevande alcoliche dolci, i famosi alcopop. In questo modo si vuole utilizzare la leva fiscale per disincentivare il consumo di alimenti e bevande nocive, favorendo al contempo l’industria alimentare nella riformulazione dei prodotti, riducendo zuccheri, grassi e sale.
La misura si inserisce in un contesto più ampio, che prevede campagne informative, etichette nutrizionali più chiare, limiti alla pubblicità e incentivi per alimenti salutari. L’idea di tassare i cibi ultraprocessati e le bevande alcoliche dolci rientra dunque in un approccio globale alla prevenzione delle malattie non trasmissibili, tra cui le malattie cardiovascolari, ancora oggi principale causa di mortalità nel continente.
Perché il prezzo degli alcolici potrebbe salire
L’introduzione di una nuova tassa sulle bevande alcoliche dolci comporterebbe automaticamente un aumento dei prezzi sul mercato. Le aziende produttrici, infatti, difficilmente assorbirebbero interamente l’onere fiscale, trasferendo parte dei costi sui consumatori.
Il meccanismo è lo stesso già osservato in altri Paesi europei che hanno introdotto “health taxes”. In Francia, ad esempio, le imposte sulle bibite zuccherate hanno portato a un aumento dei prezzi al dettaglio. Ma è anche vero che hanno ridotto il consumo e stimolato le aziende a tagliare gli zuccheri dalle ricette.
Se approvato entro i tempi previsti, il nuovo regime fiscale potrebbe entrare in vigore già nel 2026.
I Paesi che sostengono l’iniziativa
Nonostante le resistenze, diverse capitali europee sostengono l’iniziativa. Austria, Belgio, Francia, Lettonia, Slovenia e Spagna hanno chiesto alla Commissione un inasprimento delle tasse sugli alcolici e regole più rigide sulla pubblicità, ritenendo che solo misure strutturali possano arginare il consumo eccessivo di prodotti nocivi e alleggerire la pressione sui sistemi sanitari nazionali. L’argomento economico e sanitario si intreccia qui in modo evidente. Investire in prevenzione significa ridurre i costi futuri legati alle malattie cardiovascolari, oggi tra le principali cause di spesa pubblica in sanità.
Naturalmente, la proposta non è priva di oppositori. Le associazioni di categoria dell’industria alimentare temono che una nuova imposta possa spingere i consumatori verso alternative più economiche e meno controllate, con effetti paradossali sulla salute pubblica.
Impatti sull’industria alimentare e delle bevande
Dal punto di vista economico, il settore delle bevande alcoliche dolci dovrà prepararsi a una fase di riformulazione e adeguamento dei prodotti. Le aziende potrebbero investire in ricerca e sviluppo per ridurre zuccheri e additivi, sviluppando versioni più salutari dei propri prodotti. Questo processo non solo influenzerà i costi di produzione, ma anche il marketing e la distribuzione.
Dal lato dei consumatori, invece, l’aumento dei prezzi potrebbe spingere a scelte più consapevoli, riducendo il consumo di bevande alcoliche zuccherate e incentivando prodotti meno calorici e più naturali. Questa dinamica potrebbe avere effetti positivi anche sulla domanda di alcolici tradizionali a bassa gradazione zuccherina, cambiando la composizione complessiva del mercato.
Cosa sono gli Alcopop e quali sono quelli venduti in Italia
Il termine alcopop è una parola composta (dall’inglese alcohol e pop, inteso come bibita gassata o popolare) e si riferisce a una categoria di bevande alcoliche confezionate, pronte da bere.
Sono miscele generalmente composte da una base alcolica distillata (come vodka, rum o tequila) oppure alcol fermentato (come malto o vino), con aggiunta di succhi di frutta, aromi naturali o artificiali e una notevole quantità di zuccheri. Il loro contenuto alcolico è tipicamente relativamente basso, spesso compreso tra il 3% e il 7% in volume.
In Italia, il mercato degli alcopop è popolato da diversi brand internazionali e da prodotti che rientrano nella categoria dei cocktail Ready-to-Drink (RTD). Sebbene la popolarità sia diminuita rispetto al picco degli anni ’90 e primi 2000, continuano a essere presenti sul mercato. Tra gli alcopop/RTD più noti in Italia (spesso a base di distillati) ci sono lo Smirnoff Ice e il Bacardi Breezer. Negli ultimi anni, si è diffusa inoltre la vendita di cocktail italiani iconici (come Spritz o Negroni) in versione RTD, anche se questi ultimi tendono ad avere un tenore alcolico più elevato rispetto agli alcopop tradizionali.