Ddl Agroalimentare, controlli anti frode e sanzioni sul cibo: chi rischia

Frodi alimentari: arriva il Ddl Agroalimentare con nuove fattispecie di reato e sanzioni più severe. Maggiore tutela per DOP e IGP

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Federica Petrucci

Editor esperta di economia e attualità

Laureata in Scienze Politiche presso l'Università di Palermo e Consulente del Lavoro abilitato.

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È stato approvato dal Senato il Ddl Agroalimentare, un provvedimento che mira a rafforzare il sistema di prevenzione e repressione delle frodi che riguardano il comparto del cibo. Il testo, composto da 15 articoli, è stato approvato con 80 voti favorevoli, nessun voto contrario e 44 astenuti, evidenziando un ampio consenso trasversale.

L’obiettivo principale del disegno di legge è incrementare la trasparenza e la tracciabilità dei prodotti Made in Italy lungo l’intera filiera, per tutelare il sistema produttivo nazionale, garantire un mercato più leale per le imprese e fornire maggiori garanzie di sicurezza e informazione ai consumatori.

Le sanzioni previste dal Ddl Agroalimentare

La parte più innovativa del provvedimento riguarda l’introduzione di nuove fattispecie penali e l’inasprimento delle pene per chi commette frodi alimentari.

Nuovo reato di frode alimentare

Nel dettaglio, è stato introdotto il reato di frode alimentare che punisce chi immette sul mercato alimenti o bevande non genuini, adulterati o non provenienti dai luoghi dichiarati, pur essendone consapevole. La pena prevista, in questo caso, va da due mesi a un anno di reclusione.

Nuovo reato per gli alimenti con segni mendaci

Un altro reato inserito nel Codice Penale è quello di commercio di alimenti con segni mendaci, che colpisce chi usa indicazioni o segni distintivi in grado di trarre in errore l’acquirente su qualità, provenienza o quantità del prodotto.

Rientrano in questa fattispecie, ad esempio, bandiere italiane o disegni che riportano l’Italia su prodotti che non sono Made in Italy. La pena in questo caso varia da tre a diciotto mesi di reclusione.

Le aggravanti per le attività fraudolente

Il testo introduce poi tre nuove aggravanti che possono aumentare le pene fino a un terzo, ovvero:

  • l’agropirateria, quando l’attività fraudolenta è organizzata e continuativa;
  • la quantità, che tiene conto se le quantità coinvolte nella frode sono rilevanti;
  • l’uso improprio del termine biologico, quando prodotti non conformi vengono venduti come bio.

Si tratta di fattispecie che rispondono alle frodi più frequenti degli ultimi anni: dalla contraffazione sistematica di prodotto alle irregolarità sul cibo biologico, fino ai casi delle fabbriche del falso che agiscono come vere e proprie imprese criminali.

Indicazioni geografiche: pene più dure

La tutela delle Indicazioni Geografiche è una priorità strategica. DOP e IGP rappresentano non solo un valore economico, ma anche culturale e territoriale, e sono le principali vittime di imitazioni e concorrenza sleale.

Non sono introdotte nuove specie di reato ma, in questo ambito, il Ddl ha innalzato la pena detentiva per la contraffazione delle IG, portandola da un massimo di 2 anni a un intervallo da 1 a 4 anni. Anche le multe aumentano, da un massimo di 20.000 euro a un range tra 10.000 e 50.000 euro. Ed è è prevista ora la confisca obbligatoria dei prodotti contraffatti, dei beni impiegati e degli strumenti utilizzati per commettere il reato.

Inoltre, per rendere più efficiente il sistema, il Ddl introduce una logica di proporzionalità tra violazione e dimensioni dell’impresa.

Le sanzioni, infatti, saranno commisurate al fatturato dell’azienda coinvolta. In questo modo, le grandi imprese non potranno più considerare la sanzione come una sorta di tassa sostenibile, mentre le piccole imprese non rischieranno di essere penalizzate in modo sproporzionato.

Per coordinare i controlli e aumentare l’efficienza delle verifiche è stata istituita un’appositacabina di regia, presieduta dal ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida.