Quello del benzinaio è un lavoro difficile, considerate le condizioni in cui spesso ci si trova a operare. Ogni giorno milioni di italiani si recano alle pompe di carburante per il rifornimento, a prescindere dalle temperature rigide o estreme, dal meteo e dagli eventi drammatici che colpiscono il singolo e la collettività.
Se al distributore amate aprire i finestrini per odorare il diesel e osservare le mazzette di banconote uscire dal marsupio dell’operatore, almeno una volta nella vita potreste esservi chiesti quanto guadagna un benzinaio e in cosa consiste questo lavoro così comune e per certi versi misterioso. Scopriamolo insieme.
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Quali sono le mansioni di un benzinaio
Prima di capire quanto guadagna un benzinaio, è bene fare un passo indietro e vedere quali sono le mansioni tipiche di questo lavoro, che non si limitano solo a fare il pieno ai clienti. Le stazioni di servizio e i singoli distributori di carburante comportano infatti una serie di importanti responsabilità.
L’erogazione del carburante – diesel, benzina, GPL, GNL e metano – deve avvenire in maniera sicura ed efficace, attraverso l’uso di pompe in perfetto stato e perfettamente manutenute. Oltre a occuparsi del rifornimento dei veicoli, il benzinaio monitora i livelli nelle cisterne sotterranee, in modo da non rimanere mai senza prodotto da vendere.
L’assistenza al cliente passa dalle informazioni fornite sui diversi tipi di miscele (al variare del numero di ottano varia anche il prezzo e la qualità del gasolio) e dalla possibilità di farlo pagare con metodi diversi dal contante, con il POS e altri sistemi di pagamento elettronici.
Bisogna poi essere in grado di fornire servizi accessori, come la pulizia dei vetri o la promozione di campagne di sconto e raccolta punti lanciate dal marchio per cui si lavora. Addirittura è possibile ritirare i pacchi in molti distributori.
Non deve mai mancare l’attenzione alle norme di sicurezza e alle procedure che prevengono incidenti e incendi all’interno dell’area di servizio. Un benzinaio deve essere sempre aggiornato e saper utilizzare estintori e altri dispositivi, oltre che essere pronto a intervenire in caso di emergenza e chiamare le forze dell’ordine.
Lavorare alle pompe di carburante significa anche occuparsi della loro pulizia, rimuovendo la spazzatura, svuotando i cestini di rifiuti pieni e sostituendo le buste e tenendo l’attrezzatura in ottimo stato.
Va da sé che, come per ogni tipo di lavoro che prevede la compravendita di uno o più prodotti, il benzinaio deve essere in grado di maneggiare il denaro, registrare correttamente il fatturato, utilizzare i terminali di pagamento e trasmettere i dati attraverso il computer.
I guadagni dei benzinai per litro di carburante
I guadagni di un singolo impianto di carburanti dipendono da quanti clienti rifornisce nel corso del mese. Il numero è legato a sua volta al territorio e alla posizione del distributore, al suo marchio, ai prezzi applicati.
C’è infatti una minima parte della cifra in listino che può essere modificata dal gestore – e di cui si parla spesso in riferimento a speculazione e aggiotaggio.
Quasi il 60% del prezzo di benzina e diesel è composto dalle tasse, cioè dall’IVA e dalle accise. L’altra metà riguarda i costi industriali, in cui è compreso quello dei prodotti di raffinazione, noto anche come platts, pari al 30% del totale, e il guadagno del distributore, che pesa per una quota di circa un decimo del totale
Considerando gli attuali costi alle pompe, un gestore guadagna dunque tra i 20 e i 25 centesimi al litro, pari a una percentuale compresa tra l’11% e il 13% del prezzo esposto. Per capire quanto il margine sia basso bisogna considerare anche i costi di gestione e manutenzione dell’impianto stesso. Tra questi ci sono gli stipendi dei dipendenti.
Quanto guadagna un benzinaio dipendente
In molti casi è più conveniente lavorare al distributore in qualità di dipendente. Un benzinaio in Italia percepisce circa 1.150 euro al mese nei primi anni di attività, e equivalenti a 14mila euro all’anno.
A fine carriera lo stipendio arriva a quasi 1.350 euro al mese, poco meno di 16.200 euro all’anno. A questi vanno aggiunti gli scatti di anzianità, che possono essere al massimo cinque e ammontano al 2% del minimo tabellare contrattuale.