Con lo scopo di garantire un migliore equilibrio tra lavoro e vita privata, favorendo l’impiego e la tutela delle categorie più svantaggiate, all’interno del Family Act diverse disposizioni approvate riguardano il mondo del lavoro (e i genitori lavoratori). Non solo aiuti alle famiglie numerose e con reddito basso, ma anche interventi volte a sostenere l’indipendenza e l’autonomia finanziaria dei giovani.
Family Act, tutti gli aiuti approvati per i genitori lavoratori
Non solo un nuovo assegno unico universale (vi rimandiamo qui per la legge aggiornata) e nuove disposizioni per quanto riguarda la fruizione del congedo parentale ma anche:
- aiuti per promuovere la genitorialità e la parità tra i sessi all’interno dei nuclei familiari, favorendo rendo l’occupazione femminile e agevolando l’armonizzazione dei tempi familiari e di lavoro e l’equa condivisione dei carichi di cura tra i genitori;
- incentivi e bonus per promuovere il lavoro femminile e strumenti fiscali per il rientro delle donne nel mercato del lavoro, in particolare dopo la maternità;
- misure di sostegno alle famiglie mediante contributi destinati a coprire, anche per l’intero ammontare, il costo delle rette relative alla frequenza dei servizi educativi per l’infanzia, fondamentali per i genitori che lavorano;
- lo studio di servizi per l’infanzia in grado di tenere conto delle varie esigenze dei genitori, e ottimizzare i costi.
Questi sono i principali obiettivi del Family Act, che aprirà la strada nel 2022 anche a specifici sgravi fiscali per il mondo del lavoro, sia per le aziende che per i genitori lavoratori, con la diffusione di forme di welfare aziendale aventi ad oggetto misure di sostegno all’educazione e alla formazione dei figli nonché alla tutela della loro salute, anche mediante appositi strumenti assicurativi.
Family Act, tutti i bonus destinati al lavoro
Il Family Act ha delegato il Governo ad adottare, entro 24 mesi dalla data data di entrata vigore della legge (quindi entro aprile 2023) uno o più decreti legislativi per il riordino e il rafforzamento delle misure volte a incentivare il lavoro femminile.
Oltre a una modulazione graduale della retribuzione percepita dal lavoratore nei giorni di assenza dal lavoro nel caso di malattia dei figli, fatte salve le condizioni di maggior favore stabilite dai contratti collettivi di lavoro, è prevista l’approvazione di un nuovo sgravio contributo per le imprese – nel limite di risorse programmate – a favore delle imprese per le sostituzioni di maternità, per il rientro delle donne al lavoro e per le attività di formazione ad esse destinate.
Ai bonus destinati alle donne, poi, andrà una parte del Fondo di garanzia per le piccole e medie imprese, da riservare all’avvio delle nuove imprese femminili e al sostegno della loro attività per i primi due anni.
Il Family Act prevede anche:
- un bonus sud per rafforzare le misure volte a incentivare il lavoro femminile nelle regioni del Mezzogiorno;
ulteriori incentivi per favorire l’emersione del lavoro sommerso in ambito domestico, con particolare riferimento alla condizione delle lavoratrici del settore; - un bonus formazione in materia finanziaria delle imprenditrici e per la digitalizzazione delle imprese.
In generale, non è specificato da nessuna parte che questi aiuti siano esclusivamente per le donne madri o in procinto di diventarlo. È chiaro però che il gap che cerca di colmare coinvolte anche (e soprattutto) loro, su cui spesso grava il peso della famiglia, tale da spingere a lasciare l’impiego o a bloccare l’avanzamento di carriera. In quest’ottica si fanno strada il finanziamento del bonus bebé, il premio alla natalità e il bonus baby sitter, erogati dall’Inps.
Nuovo congedo parentale per i genitori lavoratori
Il disegno di legge approvato, all’art. 3, ha riconosciuto poi apposita delega al Governo per la disciplina dei congedi parentali, di paternità e di maternità. L’esecutivo, in particolare, avrà il compito di adottare, entro 24 mesi dalla data di entrata in vigore della legge, su proposta del Ministro per le pari opportunità e la famiglia e del Ministro del lavoro e delle politiche sociali, di concerto con il Ministro dell’economia e delle finanze, uno o più decreti legislativi per l’estensione, il riordino e l’armonizzazione della disciplina relativa ai congedi parentali e di paternità.
La nuova disciplina prevede:
- per i genitori lavoratori la possibilità di usufruire dei congedi parentali fino al compimento di un’età del figlio in ogni caso non superiore a 14 anni;
- modalità flessibili nella gestione dei congedi parentali, compatibilmente con le forme stabilite dai contratti collettivi di lavoro applicati al settore, tenendo conto della specificità dei nuclei familiari monogenitoriali;
- per i genitori lavoratori la possibilità di usufruire, previo preavviso al datore di lavoro, di un permesso retribuito, di durata non inferiore a cinque ore nel corso dell’anno, per ciascun figlio, per i colloqui con gli insegnanti e per la partecipazione attiva al percorso di crescita dei figli;
- che i permessi per le prestazioni specialistiche per la tutela della maternità, eseguite durante l’orario di lavoro, possano essere riconosciuti, al fine di assistere la donna in stato di gravidanza, al coniuge, al convivente ovvero a un parente entro il secondo grado;
- un periodo minimo, non inferiore a due mesi, di congedo parentale non cedibile all’altro genitore per ciascun figlio, prevedendo altresì forme di premialità nel caso in cui tali congedi siano distribuiti equamente fra entrambi i genitori.
Inoltre, il Family Act punta anche a introdurre misure che favoriscano l’estensione della disciplina relativa ai congedi parentali anche ai lavoratori autonomi e ai liberi professionisti (qui le principali novità per la categoria).
Congedo paternità e maternità: cosa cambia per i genitori lavoratori
Il Family Act, in modifica alla previdente disciplina, ha introdotto delle modifiche anche in merito alla modalità di fruizione del congedo di paternità e maternità.
Per esempio, il congedo obbligatorio per il padre lavoratore nei primi mesi dalla nascita del figlio passa da 7 giorni a 10 giorni in totale (prima era di due giorni fino al 2017, poi è passato a 5 giorni nel 2019 e a 7 nel 2020).
Il Governo promuoverà inoltre una serie di interventi per favorire l’aumento dell’indennità obbligatoria per il congedo di maternità. Oggi per i congedi facoltativi è prevista un’indennità pari al 30% dello stipendio, ma pare che il Governo voglia portare la soglia minima al 50%.
Infine, il Family Act prevede che il diritto al congedo di paternità sia concesso a prescindere dallo stato civile o di famiglia del padre lavoratore e che non sia subordinato a una determinata anzianità lavorativa e di servizio. Il passaggio alla nuova disciplina sarà progressivo e graduale e punta ad armonizzare le leggi del settore pubblico e privato in modo da garantire parità di condizioni tra i lavoratori di ogni settore.