Inps, due mesi di congedo parentale all’80% di stipendio nel 2024

Come cambia il congedo parentale nel 2024: ecco le nuove percentuali e a chi sono rivolte, stando alla circolare dell'Inps

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Luca Incoronato

Giornalista

Giornalista pubblicista e copywriter, ha accumulato esperienze in TV, redazioni giornalistiche fisiche e online, così come in TV, come autore, giornalista e copywriter. È esperto in materie economiche.

Si è parlato molto di Legge di Bilancio 2024, considerando i tempi strettissimi dell’approvazione, le modifiche e, ovviamente, le polemiche politiche. Il nuovo anno è però qui e occorre fare i conti con l’applicazione pratica di quanto deciso dal governo di Giorgia Meloni. Cosa cambia, dunque, sul fronte del congedo parentale? Ecco nel dettaglio tutto ciò che occorre sapere.

Congedo parentale per neogenitori

È stata introdotta una nuova norma sul fronte degli ammortizzatori sociali. La tanto discussa e modificata Manovra volge lo sguardo verso i neogenitori. Una circolare Inps ha infatti gettato luce sui primi due mesi di congedo parentale garantiti. Questi godranno di un indennizzo dello stipendio fissato all’80%.

Una quota non destinata a durare a lungo, però. Un vero e proprio incentivo sociale, con durata di appena un anno, il 2024 appunto. Il governo di Giorgia Meloni ha però guardato anche ai prossimi anni, modificando in maniera consistente la percentuale di indennità per il secondo mese. Questo passa infatti dal 30 al 60% della retribuzione.

Ma chi potrà giovare di questa condizione? L’Inps è chiara nella propria circolare, citando i lavoratori dipendenti che terminano il proprio periodo di congedo di maternità o paternità successivamente al 31 dicembre 2023.

“Una misura di sostegno che si aggiunge alla disposizione che prevede un’indennità pari all’80% della retribuzione per un mese entro il sesto anno di vita del bambino”.

Congedo parentale 2024: cosa sapere

È necessario fare chiarezza sul tema del congedo parentale, al netto delle modifiche. Si tratta di un tema delicato, che rappresenta qualcosa di assolutamente sconosciuto per i neogenitori. Iniziamo dunque con lo specificare come il diritto al congedo parentale spetta ai genitori entro un ampio lasso di tempo, ovvero i primi 12 anni di vita del bambino.

Generalmente parlando, però, viene usufruito nei primi mesi post nascita, che sono i più delicati. È necessario che i genitori che ne usufruiscono siano in costanza di rapporto di lavoro e non superino un periodo di dieci mesi d’assenza dal proprio impiego.  Come la circolare Inps evidenzia, non vi è alcuna differenza tra congedo parentale materno e paterno. Entrambi possono farne richiesta e, elemento di gran rilevanza, anche contemporaneamente.

Il mese precedente l’inizio della fase di congedo parentale viene preso a esempio in termini di stipendio. Si dovrà quindi calcolare il 30% della propria paga giornaliera, il che rappresenterà l’indennità standard (quest’ultima garantita per un periodo massimo, complessivo, di nove mesi.

Per quanto generalmente si tenda a pensare al congedo parentale per i soli figli nati, ciò non è vero. La legge tutela anche i casi di affidamento e adozione. Sotto quest’aspetto si calcolano i 12 anni d’età dal momento della presa in carico. Nel corso del 2024 il primo mese di indennità sale a quota 80%, in maniera straordinaria. Soltanto le famiglie che termineranno il congedo obbligatorio quest’anno, però, potranno usufruire anche del secondo mese a tale tasso vantaggioso. Sono esclusi da questa agevolazione tutti i genitori che abbiano concluso la propria fruizione al 31 dicembre 2023. Retribuzione invariata, il che si traduce nel 100% dello stipendio per il primo mese e il 30% negli 8 restanti previsti dalla legge.

 

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