L’impiego sempre più convinto dello smartworking in pandemia da parte delle aziende ha cambiato il punto di vista sul lavoro da remoto, ma affermato da altrettanto tempo è il fenomeno della “workation” che, come ogni estate, anche quest’anno torna di moda. Il termine nasce dall’unione tra “work” e “vacation” e identifica la possibilità di combinare la voglia di andare in vacanza con la necessità di continuare a lavorare.
Lavorare in vacanza, cos’è la “workation” e le mete più gettonate
La piattaforma digitale per l’apprendimento delle lingue Preply ha realizzato un vero e proprio indice per classificare le mete nel mondo che risultano le più adatte per la “workation” (qui avevamo parlato dei lavori più richiesti in smart working).
Lo studio prende in esame 74 città del mondo che sono state valutate sulla base di dieci criteri suddivisi in tre categorie: “qualità della vita”, “clima e ambiente” e “costi e sicurezza” (qui avevamo scritto del maxi ricorso dei dipendenti di Elon Musk in smart working). I dati raccolti sono stati poi inseriti in un sistema di punteggio in modo da poter confrontare tutte le città allo stesso modo.
Secondo l’elaborazione del “workation index”, per raggiungere la terza migliore scelta della classifica delle città dove lavorare in vacanza non si deve viaggiare poi così tanto: si tratta di Nicosia, capitale di Cipro perla del Mediterraneo, che vanta 283 giorni di sole all’anno, a temperature medie di 20 gradi, e una spesa per l’alloggio che supera di poco i 500 euro.
Al secondo posto di questo elenco c’è un’altra capitale europea molto gettonata, Lisbona, che ottiene punteggi sopra la media in quasi tutti i settori presi in considerazione e spicca per la convenienza sull’affitto medio delle case, circa 870 euro.
Ma per l’analisi di Preply la città migliore in tutto il globo per lavorare in vacanza sarebbe Brisbane, in Australia.
La capitale dello stato australiano del Queensland sarebbe particolarmente adatta a questo tipo di pratica per diversi fattori: innanzitutto per le temperature in media sui 22 gradi, favorevoli sia per il relax sia per il lavoro; da considerare poi l’uso della lingua inglese, un sistema sanitario particolarmente efficiente a costi sostenibili. Inoltre l’offerta culturale e le meraviglie naturali di Brisbane assicurano diversi spunti per godere del soggiorno come le visite al Queensland Gallery of Modern Art, allo Sciencentre, o ai giardini botanici del monte Coot-tha.
Workation, la top ten della città dove lavorare in vacanza
Tra i primi dieci posti in classifica ci sono altre mete altrettanto valide per realizzare i propri progetti di “workation”.
Restando in Europa, al fondo della top ten troviamo la capitale dell’Islanda, Reykjavik, che, se da una parte non è molto vantaggiosa per i costi della casa, che si aggirano intorno ai 1.380 euro, né per le temperature medi sui 4 gradi, dall’altra è sicuramente una meta invidiabile per le attrazioni naturalistiche come vulcani e geyser.
Salendo in classifica troviamo al nono posto Ottawa, in Canada, all’ottavo Auckland, capitale della Nuova Zelanda, al settimo Vienna, al sesto Helsinki, al quinto Lubiana, capitale della Slovenia, e al quarto un altro esempio da non sottovalutare come Taipei, capitale di Taiwan, dove i costi medi per un appartamento non superano i 600 euro.
Nella graduatoria delle migliori città dove lavorare in vacanza rimangono molto in basso le città italiane: nella categoria “qualità della vita” della “workation index” ottengono un punteggio insufficiente, con livelli di padronanza della lingua inglese bassi e tempi di percorrenza urbani molto lunghi.
Roma e Milano, rispettivamente al 43esimo e al 50esimo posto, risultano inoltre città costose, sarebbero dietro alle altre destinazioni europee anche per il clima e l’ambiente.