Qual è lo stipendio di un professore universitario? Ecco quanto guadagna

Quanto guadagna un professore universitario? Il suo è un mestiere ambito da tanti, ma il valore della retribuzione dipende da alcuni fattori

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Claudio Garau

Editor esperto in materie giuridiche

Laureato in Giurisprudenza, con esperienza legale, ora redattore web per giornali online. Ha una passione per la scrittura e la tecnologia, con un focus particolare sull'informazione giuridica.

Pubblicato: 5 Ottobre 2018 10:27

La cattedra accademica continua a rappresentare il sogno di tanti giovani laureati. Da una parte per il prestigio, dall’altra per la retribuzione. Quello del professore universitario, dal punto di vista dei guadagni, è infatti considerato in Italia uno dei lavori più vantaggiosi nel campo della pubblica amministrazione. Effettivamente i compensi possono raggiungere cifre particolarmente elevate per la media del Paese.

Ma lo stipendio di un docente universitario varia a seconda del ruolo che ricopre all’interno del contesto accademico, come anche del grado di anzianità del servizio. Per arrivare ad assumere il titolo di ordinario occorre seguire un preciso e lungo iter, caratterizzato da una serie di tappe obbligatorie: tra queste, prima occorre diventare ricercatore, poi professore di seconda fascia (associato) e infine si può accedere alla prima fascia. Conseguentemente le buste paga sono differenti.

Quanto guadagna un professore universitario

Ma quanto può guadagnare allora chi decide di intraprendere il faticoso percorso accademico? Lo stipendio di un docente titolare di cattedra varia dai 3.300 ai 4mila euro al mese, poi si va a scendere. Un professore di grado associato prende dai 2.200 ai 2.700 euro al mese, mentre un ricercatore guadagna tra i 1.200 e i 1.700 euro. Poi ci sono i docenti universitari a contratto, che vengono pagati a ore: la tariffa base varia tra i 40 e i 60 euro.

È importante specificare che lo stipendio viene incrementato da tre scatti di anzianità. La retribuzione aumenta del:

  • 12% dopo i primi 12 anni di carriera
  • 6% dopo 16 anni di insegnamento
  • 2,5% dopo 28 anni di lavoro

Nel 2022 lo stipendio medio annuale di un professore ordinario è corrisposto a circa 50.000 euro, arrivando fino a 80.000 per i docenti con più di 20 anni di esperienza. C’è da dire però che se confrontato con quello dei colleghi delle altre nazioni europee, il compenso risulta essere decisamente più basso. Già dall’inizio della carriera i docenti italiani guadagnano importi inferiori: parliamo di un reddito tra i 22.000 e i 29.000 euro, a differenza dei danesi, tedeschi e svizzeri che arrivano addirittura a 50.000 (scopri anche quanto guadagna un preside).

Stipendio professore universitario

Come diventare professore universitario

Come detto, il percorso volto a ottenere lo status di professore universitario ordinario è piuttosto complesso: richiede tanto studio e molti sacrifici. Chiaramente è imprescindibile il conseguimento della laurea triennale prima e della magistrale poi. O in alternativa della laurea a ciclo unico, dalla durata quinquennale.

Conquistata la corona d’alloro, l’aspirante docente di Ateneo deve intraprendere la via dell’alta formazione del dottorato di ricerca. La sua durata varia tra i 3 e i 5 anni ed è accessibile attraverso un apposito concorso universitario composto da una prova scritta e una orale, oltre alla valutazione dei titoli conseguiti precedentemente. Solitamente circa la metà dei posti disponibili sono associati a una borsa di studio. Al termine del dottorato è necessario sostenere un esame finale e presentare una tesi sul progetto di ricerca elaborato.

La sfida successiva è rappresentata dal superamento del concorso (in un altro articolo abbiamo parlato della selezione Pnrr) per diventare ricercatore. La selezione comprende questa volta due prove scritte: una su un argomento del corso di studi intrapreso e una incentrata più specificamente all’area di ricerca. Poi è previsto un colloquio orale con la commissione. In caso di superamento, il candidato ottiene un contratto a tempo determinato dalla durata di tre anni. A seconda della sua tipologia può esserci o no la possibilità di rinnovo per altri due anni.

L’ultimo step prima di arrivare all’agognato ruolo di professore universitario titolare è il docente associato, per cui occorre nuovamente superare un concorso pubblico. A differenza del grado ordinario, le ore di insegnamento durante l’anno sono limitate e comprese tra le 250 e le 350. Insomma, una sorta di part-time. Dunque, ricapitolando, è possibile riassumere i vari step nel seguente elenco:

  1. Laurea
  2. Dottorato di ricerca
  3. Ricercatore
  4. Professore associato
  5. Professore ordinario

Come le Università possono reclutare i professori

Per quanto riguarda i professori ordinari titolari di cattedra accademica, nel rispetto dell’autonomia riconosciuta alle Università le procedure di reclutamento sono organizzate e gestite dagli stessi Atenei attraverso concorsi locali. Il MUR come strumento prevede però anche la possibilità della chiamata diretta. Si tratta di una procedura speciale che non prevede bandi ma una proposta nominativa dell’Università valutata dal Ministero. Vi sono diverse tipologie:

  • Chiamata diretta di studiosi stabilmente impegnati all’estero in attività di ricerca o insegnamento a livello universitario da almeno un triennio, che ricoprono una posizione accademica equipollente;
  • Chiamata diretta di coloro che, avendo già svolto un periodo di almeno tre anni di ricerca e di docenza nelle università italiane nell’ambito del Programma di rientro dei cervelli, hanno conseguito risultati scientifici congrui rispetto al posto per il quale viene fatta la proposta;
  • Chiamata diretta di studiosi risultati vincitori nell’ambito di specifici programmi di ricerca di alta qualificazione finanziati dall’Unione europea;
  • Chiamata diretta di studiosi di elevato e riconosciuto merito scientifico, previamente selezionati mediante procedure nazionali, nel rispetto di criteri volti ad accertare l’eccellenza dei percorsi individuali di ricerca scientifica.

Quali sono le mansioni di un professore universitario

Ma nel dettaglio di cosa si occupa anno dopo anno un professore universitario ordinario? In linea generale le sue mansioni principali sono le seguenti:

  • Organizzazione del piano delle lezioni (frontali o a distanza) e degli esami (scritti e orali), con l’obiettivo di completare i programmi previsti dall’anno accademico ed eventualmente inserire le esperienze di laboratorio;
  • Selezione del materiale didattico di approfondimento, che può variare tra dispense, testi e presentazioni multimediali;
  • Accompagnamento agli studenti della facoltà, in qualità di relatore o correlatore, nella redazione delle tesi. Quindi è previsto il supporto nella stesura e la correzione stessa dell’elaborato di laurea. Prima di essere consegnato per la discussione finale, deve ricevere l’approvazione del docente stesso;
  • Svolgimento di attività di ricerca accademica: i docenti dell’Ateneo non sono mai solo formatori o educatori, ma anche professionisti del settore che devono essere sempre aggiornati attraverso una formazione continua, conseguibile prendendo parte a seminari, convegni o corsi specifici.

Insomma, il mestiere del professore universitario può essere sì retribuito bene rispetto a tanti altri lavori, ma richiede sacrifici e responsabilità di grande rilievo.