Continuano i risultati sopra le attese dell’economia americana. Gli Usa hanno fatto registrare una crescita degli occupati sopra le attese dall’inizio dell’anno e giugno ha confermato questa tendenza. Sono infatti 206mila i posti di lavoro in più rispetto a inizio mese, oltre 16mila in più delle previsioni degli analisti.
La disoccupazione è scesa ancora quindi, toccando il 4,1%, stessa cifra su cui si è stabilizzata l’inflazione, unico neo dei dati economici statunitensi. Crescono però quasi allo stesso ritmo anche i salari, che si sono attestati al 3,9% di aumento, in rallentamento rispetto a quanto fatto registrare nei mesi precedenti.
I dati sull’occupazione negli Usa a giugno
Continua a crescere il numero di posti di lavoro che l’economia americana crea a livello mensile nel 2024. Dopo una prima parte dell’anno con medie oltre le aspettative degli analisti, anche a giugno l’occupazione degli Usa ha continuato a crescere dimostrando lo stato di salute dell’economia in generale. Nell’ultimo mese circa 206mila persone hanno trovato lavoro nel Paese.
Si tratta di un dato superiore alle stime preliminari, che prevedevano un rallentamento della crescita dell’occupazione negli Stati Uniti per il sesto mese dell’anno. Le cifre preliminari parlavano di massimo 190mila nuovi posti di lavoro, un risultato comunque notevole ma anche lontano dalla media degli ultimi mesi, 212mila, e dal picco di maggio, 218mila. Sarebbe anche stato il primo mese sotto i 200mila nuovi posti di lavoro da diverso tempo, una soglia psicologica che avrebbe potuto segnare i primo rallentamento della corsa post Covid-19 degli Usa.
Invece le stime sono state smentite. La disoccupazione rimane molto bassa, al 4,1%, un tasso vicino alla sottooccupazione e ritenuto prossimo alla disoccupazione naturale, quella data dalle persone in cerca di lavoro tra un impiego e l’altro o che scelgono di non lavorare. A trascinare i dati è stato soprattutto il settore sanitario, con oltre 150mila assunzioni, stando a quanto riportato dall’agenzia di stampa Ansa.
L’andamento dell’economia statunitense
L’economia statunitense dopo il Covid-19 ha preso una rotta molto diversa da quella europea e anche da quelle asiatiche. Gli Usa hanno saputo riprendersi meglio di qualsiasi altro Paese dalla pandemia, sfruttando anche gli stimoli statali decisi dall’amministrazione di Joe Biden e un piano di reindustrializzazione tecnologica che la Casa Bianca ha messo in pratica fin dai primi mesi della crisi della catena di forniture seguita alla fine dei lockdown.
In questo modo gli Usa hanno iniziato a crescere molto più dei propri competitor e dei propri alleati, posizione che ha permesso allo Stato di iniziare un conflitto commerciale con la Cina che ha al contempo contribuito a rallentare l’economia di Pechino, in difficoltà per il prolungarsi delle misure restrittive della politica Zero Covid fino al 2023.
L’unico neo su questa crescita è l’inflazione. Conseguenza diretta del rapidissimo aumento del Pil degli Usa, la crescita dei prezzi al consumo continua ad essere significativa. A giugno si attesta ancora al 4,1%, due punti sopra quella considerata ideale. Per questa ragione la politica monetaria della Fed ha differito, per la prima volta negli ultimi anni, da quella della Banca centrale europea.