Come ricorda sul proprio sito ufficiale, numerose sono le funzioni esercitate da Inps a beneficio dei lavoratori, dei pensionati e dei cittadini nel complesso. Da ente pubblico non economico qual è, l’istituto eroga servizi e garantisce l’attribuzione di indennità, prestazioni previdenziali e assistenziali e di sostegno del reddito.
Al contempo, Inps si occupa dell’acquisizione dei contributi previdenziali dovuti alle distinte gestioni, da parte dei lavoratori e datori di lavoro.
Ebbene, tra le indennità previste ed erogate da Inps, vi è anche quella per la malattia dei lavoratori del settore privato. Ne parleremo nel corso di questo articolo, spiegando cos’è in concreto, quando viene assegnata e come.
Ecco la guida utile per saperne di più su una prestazione oggetto di uno dei fondamentali diritti dei lavoratori.
Indice
Cos’è l’indennità di malattia Inps
La malattia Inps è un’indennità, o prestazione previdenziale, garantita per legge ai dipendenti del settore privato, attraverso la quale l’istituto – di fatto – riconosce il pagamento di una prestazione sostitutiva dello stipendio. Essa scatta in ipotesi di problemi di salute, che non permettono di recarsi in ufficio o comunque di svolgere le mansioni per cui si è stati assunti.
In particolare Inps, nel proprio sito web, parla di condizione di incapacità temporanea al lavoro per malattia.
Nel dettaglio, nei primi tre giorni è l’azienda a farsi carico dello stipendio in caso di malattia, tenendo conto della percentuale di cui al Ccnl di categoria. Sarà poi l’Inps ad erogare la vera e propria indennità di malattia.
Nel diritto del lavoro la somma in oggetto si inquadra tra i servizi essenziali di welfare sociale, per assicurare un supporto economico ai lavoratori colti da un evento morboso e impossibilitati, temporaneamente, a lavorare.
Ecco perché si usa dire che l’indennità di malattia Inps costituisce un importo versato, al fine di compensare la perdita di reddito nell’ambito del periodo di assenza dal lavoro. Questo perché il dipendente è protetto dalla legge e dai contratti collettivi: pur assente dal posto di lavoro a causa di non idonee condizioni di salute, conserva il diritto alla retribuzione – seppur con modalità differenti da quelle ordinarie.
Ricordiamo altresì che l’indennità di malattia Inps non copre tutto il periodo di astensione. Infatti la prestazione in oggetto ha una durata limitata e superata la durata massima, di cui tra poco diremo, al lavoratore o alla lavoratrice non spetta più niente.
In ogni caso, la durata dell’assenza per malattia dipende dai giorni riconosciuti da parte del medico curante.
Chi sono i beneficiari
I lavoratori interessati dall’indennità di malattia Inps sono quelli del settore privato, gli impiegati del settore terziario e servizi, ma anche i disoccupati e i lavoratori sospesi dall’attività di lavoro. Ciò a condizione – spiega l’istituto – che il rapporto di lavoro sia terminato o sospeso da non più di 60 giorni prima dell’inizio della malattia.
Tale indennità di malattia Inps spetta alle seguenti figure:
- operai del settore industria;
- operai ed impiegati del settore terziario/servizi;
- lavoratori dell’agricoltura;
- apprendisti;
- disoccupati;
- lavoratori sospesi dal lavoro;
- lavoratori dello spettacolo;
- lavoratori marittimi;
- lavoratori iscritti alla gestione separata (art. 2 comma 26 della Legge n. 335/95).
L’istituto sottolinea che, al fine di avere diritto all’indennità, il lavoratore – o la lavoratrice – deve farsi rilasciare il certificato di malattia dal medico curante, che si occuperà di trasmetterlo telematicamente dall’Inps per le formalità di rito.
A titolo esemplificativo si precisa altresì che non beneficiano della somma in oggetto alcune categorie di lavoratori, specificamente indicate da Inps. Tra esse abbiamo coloro che lavorano in ambito domestico con la funzione di collaboratori familiari, ossia colf e badanti, ma anche gli impiegati dell’industria, i quadri del settore industria e artigianato, i portieri, i lavoratori autonomi e i dirigenti. Tuttavia, per avere piena certezza su inclusioni ed esclusioni, è opportuno dare un’occhiata al proprio Ccnl di categoria.
La documentazione del proprio stato di salute
Al fine di giustificare il proprio diritto alla prestazione in oggetto, l’interessato o l’interessato dovrà documentare il proprio stato di salute:
- facendo pervenire il cd. certificato di malattia all’Inps
- essendo disponibile e presente ad eventuali controlli dell’Inps da parte dei medici a ciò incaricati
Nel proprio sito web l’istituto di previdenza rimarca infatti che:
Per la richiesta della prestazione, devi assicurarti che venga trasmesso il certificato di malattia mediante il canale telematico di malattia del SAC ad uso del medico curante o inviare direttamente il certificato di malattia cartaceo all’INPS e al tuo datore di lavoro.
Essenziale dunque che lo stato di malattia sia stato acclarato da un medico e comprovato nell’apposito certificato, in cui è altresì indicato periodo e durata della prognosi. Inps evidenzia che sono altresì indennizzabili i periodi in ricovero ordinario o in day hospital, se opportunamente certificati. Inoltre, le prestazioni in regime di cd. day hospital sono equiparabili a giornate di ricovero.
Lo rimarchiamo per chiarezza: onde avere diritto all’indennità, il lavoratore deve farsi rilasciare il certificato di malattia dal medico curante, che provvede a trasmetterlo telematicamente all’istituto di previdenza. Per non rischiare di incappare nelle sanzioni previste dalla legge, il dipendente – o la dipendente – in malattia deve controllare la correttezza delle informazioni inserite dal medico, vale a dire dati anagrafici e domicilio per la reperibilità.
I datori di lavoro, o i consulenti del lavoro delegati, possono accedere al servizio Inps ad hoc e vedere su schermo l’attestato di malattia con indicata la sola prognosi, senza la diagnosi (per ragioni di privacy).
Il certificato oggi è telematico, ecco i vantaggi
Forse non tutti sanno che, grazie al certificato telematico, il dipendente o la dipendente sono esonerati dal dovere di invio dell’attestato alla propria azienda o datore di lavoro, che potrà riceverlo e visualizzarlo grazie ai servizi messi a disposizione dall’istituto di previdenza.
Ma se la trasmissione telematica non è attuabile, sarà necessario farsi rilasciare dal medico curante il certificato di malattia in modalità cartacea. E di seguito e non oltre un paio di giorni dalla data del rilascio, il lavoratore dovrà presentare o inviare:
- il certificato alla struttura territoriale Inps di competenza
- l’attestato alla propria azienda o datore di lavoro
Inps oltre a ricordare ciò, spiega che per i certificati di ricovero e di malattia – rilasciati da parte delle strutture ospedaliere – è previsto l’invio via web.
Come funziona l’indennità di malattia Inps: gli importi
Il lavoratore o la lavoratrice è tutelato essenzialmente in queste modalità:
- nei primi tre giorni è l’azienda o datore di lavoro a farsi carico della retribuzione o stipendio in caso di malattia, se previsto dal contratto di lavoro e, comunque, tenuto conto della percentuale di cui al Ccnl di categoria (si tratta del cd. periodo di carenza)
- dal quarto giorno di malattia, sarà Inps a sostituirsi al datore, versando la vera e propria indennità di malattia
Ricordiamo altresì che, nella generalità dei casi, è l’azienda ad anticipare l’importo dell’indennità in oggetto, salvo poi recuperarla dall’Inps in un secondo tempo, mediante un conguaglio con quanto dovuto all’istituto per il versamento dei contributi previdenziali del lavoratore.
In riferimento alle percentuali di retribuzione, erogate tramite indennità, si dettaglia che al dipendente sarà versato:
- il 50% della retribuzione media giornaliera, a cominciare dal quarto fino al ventesimo giorno di malattia
- il 66,66 % a partire dal ventunesimo giorno
Attenzione però alle norme incluse nei singoli contratti collettivi nazionali di lavoro, perché potrebbero essere incluse disposizioni di maggior favore, con una percentuale di indennità più alta di quella appena vista.
In altre parole, insieme a quanto pagato da Inps per la malattia i Ccnl potrebbero disporre delle integrazioni, obbligando il datore di lavoro a versare una certa somma per non penalizzare troppo il dipendente durante il periodo di inabilità.
Di fatto il malato o la malata potrà così contare su importo più vicino a quello del normale stipendio, ma – per saperne di più a riguardo – il lavoratore, la lavoratrice e il datore di lavoro dovranno leggere con attenzione il Ccnl di categoria.
Durata della prestazione
L’indennità di malattia Inps spetta per tutti i giorni coperti da idonea certificazione da parte del medico curante, ma l’istituto – nel proprio sito web – specifica altresì che occorre fare riferimento a quanto previsto dalle disposizioni di dettaglio dei vari contratti collettivi.
Ad es. per il caso degli operai del settore industria e agli operai e impiegati del settore terziario e servizi spetta:
- per un totale di 180 giorni nell’anno solare se assunti con contratto di lavoro a tempo indeterminato;
- per un numero massimo di giorni uguale ai giorni lavorati nei 12 mesi anteriori all’inizio della malattia (minimo 30, massimo 180 giorni nell’anno solare).
In linea generale, l’indennità di malattia in ipotesi di dipendenti del settore privato, dura per un massimo di 180 giorni ad anno solare.
Inoltre, la durata dell’assenza per malattia è legata ai giorni riconosciuti da parte del medico curante, che dopo una visita del paziente deve emettere il citato certificato, dettagliando per quanti giorni il lavoratore può stoppare l’attività di lavoro.
Cosa fare per ottenere l’indennità
Ci si potrebbe chiedere cosa occorre fare in concreto, come lavoratori o lavoratrici, onde ottenere l’indennità di malattia Inps. Ebbene, è molto semplice.
La prima cosa da fare, in questi casi, è comunicare il problema di salute al proprio datore di lavoro, e di seguito recarsi o contattare il proprio medico per ottenere il certificato che comprova la condizione di malattia. Sarà poi il medico a contattare l’Inps per avvisarlo della stato del lavoratore o della lavoratrice.
In seguito, sarà opportuno informare il datore del codice di riferimento dell’attestato medico, rimanendo in casa negli orari stabiliti per eventuali controlli da parte dei medici incaricati.
Tutela del posto di lavoro e periodo di comporto
Durante il periodo di malattia il lavoratore è tutelato e conserva il proprio impiego, infatti può essere licenziato solo per motivi comprovati di giusta causa. Allo scadere dell’assenza per malattia il lavoratore viene reintegrato all’interno dell’azienda, conservando le condizioni presenti prima dell’assenza.
Attenzione però al periodo di comporto. Di che si tratta? Ebbene con queste parole si fa riferimento a quel periodo entro cui il dipendente – o la dipendente – può assentarsi dal lavoro a causa di una malattia senza rischiare di perdere il posto.
Ma oltre i limiti stabiliti per il periodo di comporto, il datore di lavoro avrà la facoltà di licenziare il dipendente assente per malattia.
I controlli Inps per malattia
Durante tutto il periodo della malattia coperto dall’Inps, l’istituto può eseguire dei controlli a domicilio nei confronti del lavoratore, per controllare che si trovi in casa in una reale condizione di inabilità al lavoro. Ovviamente non bisogna rimanere tutto il giorno in casa, infatti è necessario farsi trovare presso l’indirizzo riportato nel certificato medico soltanto negli orari prestabiliti.
Le fasce orarie per le visite fiscali dell’Inps sono dalle ore 10 alle 12 e dalle 17 alle 19 per i lavoratori privati.
In caso di assenza durante la visita fiscale è necessario entrare in contatto con l’Inps, in quanto bisognerà recarsi presso un ambulatorio indicato dall’istituto per sottoporsi a una visita di controllo, in una data specifica. Il lavoratore assente alla visita domiciliare deve inoltre fornire una giustificazione valida, per evitare l’applicazione di sanzioni disciplinari del datore di lavoro. La visita ispettiva, infatti, può essere richiesta sia dall’Inps sia dal datore di lavoro.
Sono considerate assenze giustificate quelle motivate da urgenze mediche, quando ad esempio non è stato possibile farsi trovare in casa nelle fasce di reperibilità per sottoporsi a trattamenti medici e terapie. In caso di assenza ingiustificata – spiega Inps nel proprio sito web – si rischia la sospensione dell’indennizzo di malattia, fino a un massimo di 10 giorni per la prima violazione, con la decurtazione del 50% dell’indennità alla seconda assenza e la perdita del 100% della prestazione alla terza assenza non giustificata.