L’estate è una stagione in cui le offerte di lavoro, almeno in taluni ambiti, solitamente aumentano. Basti pensare, ad esempio, alla ristorazione, al commercio, ai servizi, all’agricoltura o all’intrattenimento ed eventi. Ma pensiamo anche ai commessi e alle commesse che vengono assunti dalle catene di abbigliamento, per coprire il periodo di saldi estivi, o ai cassieri – assunti nei supermercati – per sopperire alle assenze del personale in ferie.
Ebbene, si tratta di attività che possono garantire un reddito da lavoro nell’arco di tempo compreso tra giugno e settembre, ma al termine il lavoratore o la lavoratrice si dovrà interrogare su come ricominciare e trovare una nuova occupazione. Nel frattempo resta scoperto dal lato economico oppure no?
Di seguito vedremo assieme se e come l’indennità di disoccupazione, la Naspi, può essere applicata anche ai lavoratori stagionali e ai lavoratori a tempo determinato e – se sì – entro quali condizioni. Ecco cosa sapere per essere informati in materia di diritti dei dipendenti, insieme ad una breve introduzione agli argomenti che qui interessano.
Indice
Cos’è la Naspi in breve
Per inquadrare il contesto di riferimento utile a comprendere appieno la risposta alla questione posta in apertura, ricordiamo sinteticamente che la Naspi è l’acronimo di Nuova Assicurazione Sociale per l’Impiego, ossia un’indennità mensile di disoccupazione prevista dal d. lgs n. 22 del 2015 e versata su domanda dell’interessato o interessata.
Quest’ultimo/a, che potrà avvalersi dell’apposita procedura di domanda di cui al sito dell’Inps, potrà contare sull’erogazione di un sussidio mensile, espressamente previsto dalla legge a favore dei lavoratori con rapporto subordinato che hanno perduto involontariamente l’occupazione.
Il sussidio viene erogato dall’istituto per un certo lasso di tempo al fine di garantire almeno un’entrata a chi, presumibilmente, sta cercando un nuovo lavoro e – conseguentemente – un nuovo reddito da esso derivante.
Come indicato nel sito dell’istituto di previdenza, la Naspi è versata ogni mese per un numero di settimane uguale alla metà delle settimane contributive presenti negli ultimi quattro anni.
Questi in sintesi i requisiti per ottenerla:
- stato di disoccupazione (con dichiarazione di immediata disponibilità allo svolgimento di un lavoro e alla partecipazione alle misure di politica attiva concordate con il centro per l’impiego);
- almeno 13 settimane di contribuzione contro la disoccupazione nei quattro anni anteriori l’inizio del periodo di disoccupazione.
In riferimento all’ultimo punto, Inps intende per contribuzione utile anche quella dovuta – ma non versata. Pertanto il lavoratore o la lavoratrice subordinata è ulteriormente garantito/a (principio di automaticità delle prestazioni).
Si ricorda inoltre che da qualche anno, per poter richiedere la Naspi, non occorre più la maturazione di un numero minimo di giornate lavorative nell’anno – ma basta che sia raggiunto il requisito contributivo.
Per ulteriori informazioni sul funzionamento dell’indennità in oggetto, rimandiamo comunque alla nostra guida dettagliata.
Differenza tra lavoro stagionale e lavoro a tempo determinato
Sopra abbiamo parlato di lavoro stagionale e di lavoro a tempo determinato, distinguendoli. Infatti è opportuno non confonderli e non ritenerli uno il sinonimo dell’altro, visto che:
- il lavoro a tempo determinato è basato su un contratto di lavoro con durata specifica, oggetto di accordo tra datore di lavoro e dipendente al momento delle firme. Per sua natura, tale contratto può essere usato in ogni periodo dell’anno e non è legato ad una specifica stagione. Si tratta del caso tipico, ad esempio, del commesso che d’inverno viene assunto per qualche mese per potenziale il personale del negozio durante i saldi, o della lavoratrice assunta in ufficio con contratto a tempo determinato per sostituire una dipendente in maternità;
- il lavoro stagionale, invece, si riferisce ad attività legate, per loro natura, a specifici periodi dell’anno, ossia si tratta di attività con un picco dovuto a fattori stagionali. Tipicamente è il lavoro di cuochi, bagnini, camerieri, animatori, ad esempio, e si ripete ciclicamente ogni anno nella stessa stagione. Ecco perché i lavoratori stagionali hanno la possibilità di essere riassunti ogni anno nello stesso periodo.
La Naspi spetta a stagionali e lavoratori a tempo determinato?
La risposta è positiva: l’indennità di disoccupazione può essere erogata ai lavoratori stagionali e a quelli a tempo determinato, visto che non vi sono norme che lo vietano e che impediscono il sussidio per la brevità dell’esperienza.
Si applica la disciplina generale: la Naspi, dicevamo, spetta a chi perde il lavoro non per sua volontà (salvi casi specifici come le dimissioni per giusta causa), ma è pur vero che un lavoratore o una lavoratrice può ritrovarsi senza occupazione, anche se non è stato licenziato.
Questo è il caso dei lavoratori stagionali o a termine, che otterranno l’indennità di disoccupazione Naspi pur con rapporto cessato non per licenziamento. Le norme vigenti, d’altronde, hanno una finalità squisitamente ‘garantistica’ e mirano a proteggere i lavoratori che si perdono la fonte di reddito rappresentata dallo stipendio. Ciò – a maggior ragione – vale per chi ha firmato contratti di lavoro subordinato tipici del precariato, ossia quelli stagionali e quelli a tempo determinato.
L’erogazione della Naspi dipenderà meramente dalle settimane di contributi nell’anteriore quadriennio – almeno 13 – e proprio per questo motivo, anche al termine di rapporti di lavoro di pochi mesi potrebbe essere riconosciuto il diritto ad incassarla.
Contributi previdenziali utili alla Naspi
Per completezza, vale la pena ricordare che per gli stagionali e i lavoratori a tempo determinato, ad integrare il requisito contributivo si considereranno utili:
- i contributi previdenziali comprensivi di quota contro la disoccupazione versati durante il rapporto di lavoro subordinato;
- i contributi figurativi accreditati per maternità obbligatoria, se all’inizio dell’astensione risulta già versata o dovuta contribuzione e per i periodi di congedo parentale, se indennizzati e intervenuti in costanza di rapporto di lavoro;
- i periodi di lavoro all’estero in paesi comunitari o convenzionati dov’è prevista la possibilità di totalizzazione;
- i periodi di astensione dal lavoro per malattia dei figli fino agli otto anni, per massimo cinque giorni lavorativi nell’anno solare.
Indennità di disoccupazione e lavoro agricolo
D’estate è tipico il lavoro stagionale in agricoltura, ma al contempo – durante l’anno – esiste la possibilità di firmare un contratto di lavoro a tempo determinato nel settore (ad es. come addetto alla manutenzione dei macchinari agricoli).
Come ricorda il sito ufficiale dell’istituto di previdenza, salvo specifiche eccezioni dalla Naspi è esclusa la generalità dei lavoratori agricoli – a tempo determinato o indeterminato – in quanto ad essi si applicano le differenti regole della disoccupazione agricola.
Ma – precisa l’Inps sul suo portale – se il lavoratore ha periodi di lavoro nel settore agricolo e altri in settori non agricoli, tali periodi possono essere cumulati per conseguire l’indennità di disoccupazione Naspi, a patto che:
nel quadriennio di osservazione risulti prevalente la contribuzione non agricola.
Quanto dura la Naspi
Sopra abbiamo detto che la Naspi è versata ogni mese per un numero di settimane uguale alla metà delle settimane contributive presenti negli ultimi quattro anni. Conseguentemente nel caso tipico di chi ha lavorato per soli 4 mesi, ad es. il bagnino o il cameriere di un ristorante costiero, la Naspi – a prescindere dal contratto (stagionale o a tempo determinato) – sarà erogata per due mensilità, grazie alle quali potrà avere un reddito con cui coprire parte della stagione autunnale (nell’auspicio di trovare al più presto un nuovo lavoro).
Chi invece ha lavorato per 6 mesi con un contratto a tempo determinato, potrà avvalersi di un’indennità di disoccupazione corrispondente a tre mensilità. Il sussidio non sarà pari all’importo dello stipendio percepito ma, lo rimarchiamo, costituirà una sorta di soluzione-ponte in attesa di un nuovo contratto di lavoro
Domanda Naspi stagionali e lavoratori tempo determinato
Ricordiamo infine che la domanda dovrà essere presentata all’istituto di previdenza solo in via telematica e a pena di decadenza entro 68 giorni, decorrenti dalla data di cessazione del rapporto di lavoro stagionale o a tempo determinato. Anche su questo punto, a stagionali e lavoratori a tempo determinato si applicano le regole generali.
A tal proposito, l’interessato/a potrà usare il servizio online apposito sul portale Inps, oppure sfruttare il Contact center o ancora i patronati oppure gli intermediari dell’istituto.
Preferibile presentare la domanda il prima possibile da parte del lavoratore o della lavoratrice, in quanto prima si fa richieste e prima si inizia a prendere il sussidio. Anzi il dipendente potrà fare richiesta di indennità di disoccupazione Naspi già dal primo giorno posteriore alla scadenza del contratto.
Ricordiamo infine che l’indennità di disoccupazione Naspi spetta a partire:
- dall’ottavo giorno successivo alla data di cessazione del rapporto di lavoro, se la domanda viene presentata entro l’ottavo giorno;
- dal giorno successivo alla presentazione della domanda, se presentata dopo l’ottavo giorno successivo alla cessazione, ma entro i termini di legge.