Decreto flussi approvato dal Cdm, nuove regole su click day, datori di lavoro e Ong

Il testo riforma la normativa sui flussi di lavoratori stranieri in Italia ed introduce un giro di vite sull'attività delle Ong in mare

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Giorgio Pirani

Giornalista economico-culturale

Giornalista professionista esperto di tematiche di attualità, cultura ed economia. Collabora con diverse testate giornalistiche a livello nazionale.

Il Consiglio dei ministri ha approvato il decreto legge che riforma la normativa sui flussi di lavoratori stranieri in Italia, introducendo misure più severe per le Ong in mare e per i ricorsi dei richiedenti asilo. È stata trovata una sintesi sul testo, che ha richiesto un ulteriore coordinamento tra i vari ministeri coinvolti. Il testo finale è stato approvato durante la riunione presieduta dal sottosegretario Alfredo Mantovano, il quale aveva negato la scorsa settimana la presenza di “contrasti tra ministri e tra forze politiche” riguardo al provvedimento.

Click day e stretta sui datori, le novità del testo

Dopo la fumata nera di giovedì scorso, la maggioranza ha trovato una quadra al decreto. Uno dei punti in discussione riguardava il destino dei lavoratori stagionali il cui contratto è scaduto e che, secondo l’attuale legislazione, risultano irregolari. Se firmassero un nuovo contratto, questi stranieri sarebbero obbligati a tornare nel proprio Paese prima di essere richiamati in Italia.

Tuttavia, la nuova proposta contenuta nel decreto prevede che il lavoratore possa rimanere in Italia con un permesso di soggiorno di 60 giorni, in attesa della firma di un nuovo contratto. La proposta ha vinto le resistenze della Lega, che stando a quanto riportato nelle ore precedenti al Cdm avrebbe preferito un periodo più breve, intorno ai 30 giorni.

Il decreto mira a superare il sistema che ha favorito una serie di truffe nei flussi di ingresso. È stabilito che la domanda di un datore di lavoro sarà considerata irricevibile se, nel triennio precedente, non ha firmato un contratto di soggiorno a seguito di una precedente richiesta. Sono previsti click day distinti in base alla tipologia di lavoratori, con ciascun datore di lavoro autorizzato a presentare un massimo di tre richieste; un tentativo di mettere un freno alle pratiche scorrette che si erano insinuate nel meccanismo di assunzione dei lavoratori immigrati. Una stretta necessaria, anche alla luce delle critiche sollevate dalla premier Meloni stessa nei confronti di questo sistema.

In via sperimentale, per l’anno prossimo, saranno rilasciati ulteriori 10mila visti d’ingresso per badanti. Inoltre, sono previste restrizioni per le domande di lavoratori provenienti da Paesi caratterizzati da elevato rischio di presentazione di domande con documentazione contraffatta o prive dei requisiti di legge.

Il richiedente asilo deve collaborare con le autorità

Il testo prevede anche una maggiore regolamentazione per gli aerei delle associazioni umanitarie che operano nel Mediterraneo per individuare barche di migranti in difficoltà. I velivoli devono avvisare immediatamente e con priorità gli enti competenti per l’area, seguendo le loro indicazioni. Chi violerà queste disposizioni rischia una multa fino a 10mila euro e il fermo dell’aereo.

Un’altra norma, che ha richiesto un approfondimento tra gli uffici dell’Interno e della Giustizia, obbliga il richiedente asilo a collaborare con le autorità italiane per l’accertamento della sua identità, richiedendo di esibire o fornire anche le informazioni detenute su dispositivi elettronici mobili relative all’età, all’identità e alla cittadinanza.

Inoltre, il termine per presentare ricorso contro il diniego della domanda di asilo viene ridotto da 14 a 7 giorni. È previsto anche il trattenimento del richiedente qualora non abbia consegnato il passaporto o altro documento valido, o non fornisca un’adeguata garanzia finanziaria, o durante il completamento della procedura relativa a tale garanzia.