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Digital divide e fibra ottica: salto di qualità tecnologico in arrivo per l’Italia

Con la Strategia per la Banda Ultralarga, il Governo ha voluto favorire la capillarizzazione della rete in fibra. Fondamentale, in questa ottica, il ruolo degli operatori

Che il livello di digitalizzazione delle imprese, e più in generale del Sistema-Paese, sia uno dei talloni d’Achille dell’Italia è un fatto risaputo. Lo certifica, ad esempio, l’indice DESI (Digital Economy and Society Index) che nel 2017 ci vede al 25esimo posto (su 28) tra i Paesi dell’Unione Europea per livello di digitalizzazione. In particolare, dall’analisi emerge come la diffusione della banda ultralarga sia ancora limitata nonostante i prezzi per sottoscrivere un abbonamento siano notevolmente diminuiti.

Per ridurre il gap dalle altre nazioni europee, nel marzo 2015 il Governo ha lanciato la Strategia per la Banda Ultralarga, un piano operativo che ha previsto stimoli di vario genere (come la semplificazione del quadro normativo, la creazione di nuovi driver di sviluppo, l’utilizzo di incentivi fiscali e la riduzione dei costi di installazione) per coprire l’85% della popolazione con infrastrutture di rete con velocità pari e superiori a 100 megabit al secondo e garantendo alla totalità della popolazione italiana l’accesso alla rete internet ad almeno 30Mbps. Obiettivi ambiziosi, ma fondamentali per la riduzione del digital divide soprattutto nei piccoli centri collinari e montani sparsi un po’ ovunque in Italia.

Chi è Open Fiber

 Costituita da una joint venture tra Enel e il fondo Cdp Equity della Cassa depositi e prestiti, Open Fiber sta realizzando in tutta Italia un’infrastruttura interamente in fibra ottica in modalità FTTH (Fiber To The Home), che arriva direttamente all’interno di case, aziende e sedi della Pubblica Amministrazione. Open Fiber è un operatore wholesale only: non vende servizi in fibra ottica direttamente al cliente finale, ma è attiva esclusivamente nel mercato all’ingrosso, offrendo l’accesso a tutti gli operatori di mercato interessati. Una volta conclusi i lavori di cablaggio, l’utente non dovrà far altro che contattare un operatore, scegliere il piano tariffario e navigare ad alta velocità, cosa fino ad oggi impossibile in alcuni luoghi del territorio.

Cosa fa Open Fiber

Affinché gli obiettivi posti nella Strategia per la Banda Ultralarga diventino realtà Open Fiber porterà la sua fibra in 19 milioni di unità immobiliari garantendo a tutti una velocità fino a 1 Gigabit al secondo. L’opera infrastrutturale toccherà oltre alle grandi città anche 6.753 comuni appartenenti alle cosiddette “aree a fallimento di mercato”. Queste aree sono state oggetto di bando Infratel (società del MISE) che Open Fiber si è aggiudicata impegnandosi a portare la fibra di Stato in quelle zone dove le imprese di TLC in passato non hanno investito. Il risultato sarà la correzione delle disuguaglianze sociali e geografiche consentendo, pertanto, una maggiore coesione sociale e territoriale mediante l’accesso ai mezzi di comunicazione che saranno connessi con reti intelligenti e a “prova di futuro”.

Obiettivi di Open Fiber

 Open Fiber, dunque, nasce con l’obiettivo di ridurre il divario digitale, cablando non solo grandi e medie città ma anche quelle piccole realtà locali che altrimenti rimarrebbero tagliate fuori dal processo di digitalizzazione in corso nell’ultimo decennio. La strada scelta da Open Fiber è quella di essere il mezzo attraverso il quale la trasformazione digitale sia alla portata di tutti.

In collaborazione con Open Fiber