Colossi web, da Google ad Amazon: arriva la stretta

Le nuove regole imposte dall'Unione europea sono pronte a segnare in maniera irreversibile il  futuro della aziende dominanti: ecco come.

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Redazione

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“Vanno rifiutate spinte di ingiustificate egemonie delle istituzioni nella gestione delle regole o, all’opposto, di pseudo-assolutismo imprenditoriale, magari veicolato dai nuovi giganti degli “Over the top” che si pretendono, spesso, “legibus soluti”. L’invito che somiglia decisamente ad un monito è arrivato direttamente nelle scorse ore dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella,  durante il suo intervento all’assemblea annuale 2023 di Confindustria.

Il monito di Mattarella

Tradotto: sembra proprio che inizi a tirare una brutta aria per i colossi del web. Nel mirino, i cosiddetti re del web, da Aphabet (Google), ad Amazon, passando per  Apple, Meta (Facebook), Bytedance (Tiktok) e Microsoft che entro sei mesi dovranno recepire le  regole per evitare gli abusi di posizione dominante prima che si verifichino. E’ il perimetro fissato dal Digital Market Act messo a punto dall’Unione europea , con sanzioni fino al 10% del fatturato globale o del 20% per i recidivi.

Colossi web, arriva la stretta

Ma non è il solo indizio.  Lo scorso 12 settembre è iniziato,  davanti a un tribunale federale di Washington, il processo che oppone gli Stati Uniti a Google, accusata di abuso di posizione dominante con il suo motore di ricerca.  Stiamo parlando, infatti,  del più grande processo antitrust negli Stati Uniti degli ultimi 20 anni. Il processo, nel quale non è prevista una giuria, è guidato dal giudice distrettuale americano Amit Mehta, che potrebbe ordinare lo scioglimento o modifiche sostanziali delle clausole con cui Google promuove il suo motore di ricerca.

Roma in prima linea

Un passaggio che – fanno notare gli esperti – è destinato a segnare in maniera irreversibile il  futuro della aziende dominanti.  Non va meglio neppure ad Amazon, con la Federal Trade Commission, pronta ad un’azione nelle prossime settimane.

Anche in casa nostra si lavora, in scia all’intesa all’Ocse e alla direttiva Ue affinché le multinazionali paghino un’imposta effettiva di almeno il 15%. In Italia, questa aliquota minima sarà introdotta dal primo decreto attuativo della delega fiscale pronta ad iniziare l’ iter parlamentare.