Ora legale 2024 dal 31 marzo: con l’abolizione 180 milioni di euro in più, i calcoli di Sima

Con il cambio dell'ora legale a marzo 2024 gli italiani si preparano a spostare avanti di un'ora le lancette dell'orologio. Perché i Paesi europei non adottano un unico orario tutto l'anno? La questione è complicata

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Mauro Di Gregorio

Giornalista politico-economico

Laurea in Scienze della Comunicazione all’Università di Palermo. Giornalista professionista dal 2006. Si interessa principalmente di cronaca, politica ed economia.

L’ora legale 2024 inizia alle 2:00 del mattino di domenica 31 marzo per terminare alle 3:00 di domenica 27 ottobre. Dunque tra sabato 30 e domenica 31 marzo 2024 occorrerà spostare in avanti di un’ora le lancette degli orologi analogici, mentre l’orario sui dispositivi connessi alla Rete (smartphone, smartwatch, pc, ecc…) si aggiornerà in automatico. Su un piatto della bilancia c’è il fastidio per l’essere costretti a dormire un’ora in meno, ma sull’altro piatto c’è la possibilità di avere un’ora di luce in più che si traduce, fra l’altro, anche in un risparmio energetico.

Ora legale per sempre

Sono anni che si discute della possibilità di abolire il passaggio dall’ora solare all’ora legale, e viceversa. I critici lamentano problemi di salute legati al ritmo del sonno e una maggiore spesa energetica nel fare periodicamente switch da giornate più lunghe a giornate più corte (con relativo maggiore inquinamento). Quasi 400.000 italiani hanno già firmato la petizione di Change.org dal titolo “Ora legale per sempre”. La questione è delicata perché nell’Unione europea tutti i Paesi hanno adottato il sistema basato sul cambio periodico dell’ora. Dunque una legge nazionale che imponesse l’ora legale per sempre potrebbe esporre l’Italia a una situazione complicata sul piano internazionale.

Ora legale e risparmio energetico

Fra le realtà che si battono con maggiore energia per l’ora legale per sempre c’è Sima, la Società italiana di medicina ambientale. Secondo quanto calcolato da Sima il passaggio sempiterno all’ora legale permetterebbe alle famiglie italiane di risparmiare circa 720 milioni di kWh l’anno, che tradotto in soldoni equivarrebbe a circa 180 milioni di euro. Il calcolo è stato effettuato tenendo conto delle ultime tariffe dell’energia elettrica sul mercato tutelato.

Per la società elettrica Terna, dal 2004 al 2022 l’Italia ha risparmiato circa 2 miliardi di euro e 10,9 miliardi di kWh di elettricità grazie all’ora legale. Il dato, tradotto in emissioni inquinanti, verrebbe convertito in circa 200.000 tonnellate di CO2 in meno. Si tratta della quantità di anidride carbonica assorbita piantando dai 2 ai 6 milioni di nuovi alberi.

Referendum europeo sull’ora legale

Nel 2018 la Commissione europea aveva indetto una consultazione pubblica online per sondare la posizione dei cittadini comunitari in merito alla possibilità di abolire il cambio dell’ora mantenendo per sempre l’ora solare oppure l’ora legale. Alla consultazione risposero 4,6 milioni di cittadini, praticamente l’1% dei residenti del Vecchio Continente.

Nel 2019 il Parlamento europeo ha approvato la risoluzione legislativa sull’abolizione dell’ora legale con 410 voti a favore, 192 contrari e 51 astensioni. L’evento venne sintetizzato dal Parlamento Ue in questi termini: “Il 2021 potrebbe essere l’ultimo anno con un cambio stagionale dell’ora nell’Ue”. La storia, come è noto, prese poi un’altra direzione. La risoluzione non ha avuto alcun effetto concreto ad oggi, dal momento che “il testo approvato rappresenta la posizione del Parlamento nei futuri negoziati con i ministri Ue per la formulazione definitiva della normativa”. In pratica perché il voto europeo possa avere un esito occorre che gli Stati membri decidano effettivamente di riformare la materia.