Auto, ci sarà un blocco dei diesel dal 15 settembre?

Pasticcio in Piemonte per la misura che dovrebbe entrare in vigore a partire dal 15 settembre, che vieterebbe i diesel Euro 5 a Torino e altri 75 Comuni

Foto di Miriam Carraretto

Miriam Carraretto

Giornalista politico-economica

Esperienza ventennale come caporedattrice e giornalista, sia carta che web. Specializzata in politica, economia, società, green e scenari internazionali.

Un vero pasticcio all’italiana, per di più in seno alla stessa coalizione politica. Difficile riassumere diversamente il “balletto” che sta andando in scena a Torino, dove ad oggi ancora non è chiaro se a partire dal 15 settembre in Piemonte entrerà o meno in vigore il blocco delle auto diesel Euro 5.

Dopo le decisioni del Consiglio dei ministri della scorsa settimana, governo Meloni e Regione Piemonte stanno discutendo animatamente per individuare una soluzione che, da un lato, garantisca la tutela della salute e, dall’altro, il mantenimento degli obiettivi europei di riduzione delle emissioni inquinanti, provando per quanto possibile a rinviare il blocco degli Euro 5 sul territorio regionale.

Un confronto tecnico tra i ministeri dei Trasporti, dell’Ambiente e della sicurezza energetica e delle Politiche Europee insieme alle strutture tecniche della Regione Piemonte e dell’Arpa, spiegano dallo staff del governatore Alberto Cirio. L’obiettivo è valutare l’aggiornamento del piano della qualità dell’aria con la pianificazione di misure e interventi alternativi al blocco Euro 5, alla luce degli interventi già messi in campo negli ultimi anni, grazie agli investimenti regionali, nazionali e alle misure del PNRR.

La mozione della Lega per impedire il blocco ai diesel Euro 5

La Lega intanto ha presentato una mozione che impegna il Governo ad impedire il blocco anticipato delle auto euro 5 in Piemonte. Il capogruppo alla Camera del Carroccio e primo firmatario della mozione, Riccardo Molinari, che ne approfitta per attaccare la sinistra. In queste settimane, dice, “mentre la Lega lavorava a tutti livelli, interessando anche il vicepremier Salvini che ha portato subito nello scorso Consiglio dei Ministri il tema, per trovare una soluzione, la sinistra, ideatrice di queste politiche green folli dall’impatto devastante per lavoratori e imprese, che peraltro è stata al governo della Regione Piemonte quando l’accordo sull’anticipo di queste misure è stato sottoscritto nel 2017, abbia cercato in modo risibile di utilizzare questo tema contro il Governo regionale di centrodestra“.

Definisce poi “altrettanto sorprendenti” alcune dichiarazioni di membri della maggioranza del governo regionale e nazionale, “che sono sembrati far opposizione a se stessi. Dichiarazioni rimaste tali perché non è seguito alcun atto concreto, a differenza di quanto ha fatto la Lega immediatamente alla riapertura degli uffici della Camera. Confidiamo nel lavoro del Governo per una pronta soluzione, pronti a portare in aula la mozione appena possibile”.

Il ministro delle Infrastrutture e vicepremier Matteo Salvini si è scagliato contro la scelta della giunta Cirio parlando di “ennesima forzatura di Bruxelles” e ha chiesto al ministro dell’Ambiente Gilberto Pichetto Fratin di studiare un’alternativa. La destra nazionale storicamente si è sempre opposta ai blocchi alla circolazione di auto inquinanti, esprimendo in più occasioni dubbi – alquanto imbarazzanti – sul cambiamento climatico. Salvini, tra gli altri, che però ha allargato l’obbligo di RC anche a bici e monopattini, è sempre stato in prima fila contro la proposta dell’Unione Europea di fermare la vendita di auto con motori diesel e benzina dal 2035.

Perché il Piemonte ha deciso di anticipare lo stop

Ma da dove deriva il blocco del Piemonte? Dalla procedura di infrazione aperta dalla Commissione Ue verso l’Italia, che nel 2020 è stata condannata dalla Corte di giustizia dell’Unione europea per aver superato il valore limite delle concentrazioni di particelle inquinanti e non aver messo in campo azioni sufficienti per ridurre lo smog. Per questo è stato chiesto alle Regioni del bacino padano di irrigidire le misure e anticiparle, come il blocco dei motori diesel Euro 5, previsto in origine per il 2025.

La Lombardia ha già iniziato lo scorso anno con lo stop della loro circolazione a Milano, mentre in Piemonte il blocco è appunto previsto dal prossimo 15 settembre, ma solo – almeno per ora – fino al 15 aprile 2024 e solo in 76 Comuni. Attenzione che in tutti i Comuni non soggetti alla misura di stop i diesel Euro 5 possono continuare a circolare, e il blocco non riguarda gli Euro 5 benzina.

Il Piemonte risulta particolarmente penalizzato rispetto alle altre regioni italiane perché naturalmente incastonato tra le montagne, posizione che rende decisamente più difficile la circolazione dell’aria e la dispersione degli inquinanti: non a caso Torino e dintorni – seppur con molte eccezioni – registrano mediamente un numero di sforamenti più alto rispetto ad altri territori.

Il piano anti-smog della Regione Piemonte

In quest’ottica si inserisce un piano anti-inquinamento regionale più complesso: nella nuova programmazione dei fondi europei la giunta di centrodestra guidata da Ciro ha triplicato le risorse destinate alla lotta allo smog e avviato un piano di misure a supporto di famiglie e imprese.

Come ad esempio l’installazione sulle auto del cosiddetto “Move-in”, che consente un uso consapevole del proprio veicolo permettendo ai diesel Euro 5 di percorrere fino a 9mila km all’anno per i veicoli privati e 11mila per i veicoli commerciali anche nei comuni soggetti alle limitazioni.

Ma anche un Bonus per incentivare l’uso dei mezzi pubblici, incentivi alle imprese per l’acquisto di un nuovo veicolo: la Regione in questi anni ha già lanciato varie misure per la sostituzione dei veicoli sia pubblici che privati, come il fondo unico artigiani attualmente attivo.

E ancora, a breve dovrebbe partire – si legge nei piani regionali – un aiuto economico per il cambio delle caldaie inquinanti e la rottamazione delle stufe a biomassa, nonché la realizzazione di nuove piste ciclabili e aree pedonali e una qualche forma di sostegno per quelle categorie di lavoratori che, per motivi professionali, utilizzano di più il proprio veicolo. Intanto, a livello europeo la buona notizia è che, per la prima volta, le auto elettriche hanno superato le diesel come numero in circolazione.