Anticiclone Zeus sull’Italia, tornano le mascherine per la bassa qualità dell’aria

Il passaggio dell'anticiclone africano porta con sé caldo anomalo fuori stagione e nebbia, ma soprattutto una cappa di smog che farà soffocare le città

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Mirko Ledda

Editor e fact checker

Scrive sul web da 15 anni, come ghost writer e debunker di fake news. Si occupa di pop economy, tecnologia e mondo digitale, alimentazione e salute.

È finito l’inverno. O almeno così sembrerebbe guardando fuori dalla finestra o guardando il termometro. Durante quest’ultimo week-end di gennaio il possente anticiclone africano rinominato Zeus dai meteorologi continuerà a portare un caldo anomalo in tutta la Penisola. Ma non sarà solo il beltempo a caratterizzare il passaggio della zona di alta pressione sull’Italia: sono previsti fenomeni che causeranno non pochi problemi a chi viaggia in auto, soprattutto nelle ore notturne. Calerà inoltre notevolmente la qualità dell’aria, con il ritorno delle mascherine per evitare di respirare il particolato bloccato nell’atmosfera.

Caldo fuori stagione e nebbia: gli effetti dell’anticiclone Zeus

A caratterizzare il passaggio dell’anticiclone Zeus, in particolare nelle regioni del Centro e del Sud e sulle Alpi, è la spinta di aria calda che si è originata nel deserto del Sahara e che farà schizzare le temperature ben oltre le medie stagionali. Nonostante il caldo sia già arrivato in molte aree, lo sbalzo termico si concentrerà principalmente tra sabato 27 e domenica 28 gennaio, facendo assaggiare la primavera agli italiani. La situazione non sarà però omogenea in tutta Italia. Le regioni a Nord Est potrebbero infatti subire l’effetto di correnti fresche dalla Russia, con un lieve raffreddamento delle temperature che mitigherà il calore africano.

Un elemento distintivo delle fasi di un anticiclone invernale come Zeus è la formazione di nebbie e foschia, che avviene soprattutto nelle prime ore del mattino e dopo il tramonto. Il fenomeno sarà tangibile principalmente nelle pianure settentrionali e nelle valli interne del Centro. Anche nelle aree costiere tirreniche, come Liguria, Toscana e Lazio, la visibilità potrebbe essere compromessa, con nubi a bassa quota che contribuiranno a un clima più fresco e talvolta freddo, in particolare in Val Padana.

Bassa qualità dell’aria: meglio usare la mascherina per respirare

Ma se caldo fuori stagione e nebbia sono fenomeni naturali passeggeri, a preoccupare è invece il peggioramento della qualità dell’aria. A soffrirne saranno in particolare le grandi città e i distretti industriali. In condizioni di anticiclone, infatti, l’atmosfera diventa più stabile a causa dell’alta pressione che schiaccia l’aria verso il basso e ne limita il movimento verticale. L’aria vicino alla superficie terrestre tende dunque a rimanere stagnante.

La stagnazione dell’aria è un problema significativo per la qualità dell’aria, dato che gli inquinanti emessi vicino al suolo, come i gas di scarico dei veicoli, i fumi industriali e anche particelle naturali come il polline non vengono dispersi efficacemente. In genere l’aria calda vicino al suolo si innalza e porta con sé particolato e sostanze, che vengono poi dispersi o diluiti nell’atmosfera più ampia o finiscono nel ciclo dell’acqua. A causa dell’alta pressione, però, questo processo è limitato e addirittura bloccato.

L’inversione termica, che si verifica spesso durante un anticiclone, esacerba ulteriormente il problema. Normalmente l’aria si raffredda man mano che si sale in altitudine, ma durante un’inversione termica uno strato di aria calda si forma sopra l’aria più fredda vicino al suolo. Questo strato caldo agisce come un coperchio e intrappola l’aria fredda e gli inquinanti vicino al suolo. In queste circostanze aumenta la concentrazione di sostanze nocive nell’aria che respiriamo. Nell’ultimo week-end di gennaio, al passaggio di Zeus, è consigliato indossare le mascherine in città ed evitare di camminare a ridosso delle strade più trafficate.