Addio alle api in Italia: attenzione alla truffa del miele

In Italia produciamo sempre meno miele a causa della morte delle api per colpa del cambiamento climatico e importiamo quello di bassa qualità

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Mirko Ledda

Editor e fact checker

Scrive sul web da 15 anni, come ghost writer e debunker di fake news. Si occupa di pop economy, tecnologia e mondo digitale, alimentazione e salute.

I fenomeni meteo estremi del 2022, tra siccità e nubifragi, hanno danneggiato pesantemente le attività agricole nel nostro Paese. Tra queste anche l’apicoltura, con la produzione di miele che si è quasi dimezzata rispetto al passato. In Italia, quest’anno, ne sono stati prodotti solo 13 milioni di kg. Un record negativo per il decennio, come ha spiegato nella sua analisi Coldiretti. Come se non bastasse, le importazioni dall’estero rischiano di mettere il consumatore in una posizione di essere praticamente truffato, considerando la bassa qualità dei prodotti e le etichette spesso poco chiare.

In Italia produciamo sempre meno miele: è colpa del clima impazzito

Dietro la flessione della produzione di miele in Italia ci sono principalmente due fattori, collegati tra loro.

  • Le fioriture estive sono state bruciate dal caldo estremo, dalla quasi totale assenza di piogge per gran parte dell’anno e dalla grandine.
  • Le api sono morte perché portate allo stremo dalla ricerca di nutrimento, con voli molto lunghi per rimediare il cibo e l’acqua. Tanti apicoltori si sono trovati costretti a partire in anticipo nelle aree montane e portare razioni di soccorso per evitare la morte degli animali.

Come se non bastasse, ai disastri naturali si sono aggiunti quelli prodotti dall’uomo. La guerra in Ucraina ha innescato un effetto domino che ha portato l’inflazione a galoppare come non mai. Dai cartoni per gli imballaggi ai vasetti di vetro (come spiegato qui con i rincari avvertiti dall’industria vitivinicola per le bottiglie) fino ai costi logistici.

Per i produttori italiani è sempre più difficile rientrare nei costi. C’è chi per questo ha dovuto alzare i prezzi, esponendosi però al rischio di soccombere davanti alla concorrenza spietata dall’estero.

Importiamo sempre più miele dall’estero, nonostante i numeri italiani

In Italia si consuma circa mezzo kg di miele pro capite ogni anno. Un valore leggermente al di sotto della media europea (600 grammi) e circa un terzo rispetto alla Germania. Al Belpaese va però tra le medaglie d’oro per la biodiversità, con oltre 60 varietà di miele Dop, oltre a speciali varietà come in barrique o aromatizzati.

Un patrimonio gastronomico e culturale da preservare con cura. Anche a fronte di un aumento delle importazioni dall’estero di quasi il 20% nei primi 5 mesi del 2022.

Dai dati elaborati da Coldiretti è emerso che in Italia ci sono 1,5 milioni di alveari curati da circa 73 mila apicoltori – 2 su 3 sono però hobbisti che producono il miele per consumarlo in casa. Sono cresciute negli ultimi 5 anni, del 17%, le aziende apicole guidate da under 35.

Nonostante i grossi numeri, e a causa dei problemi citati in apertura dell’articolo, i numeri nel 2022 sono tragici per il settore. Di seguito i numeri che riguardano la flessione della produzione nelle diverse regioni.

  • Abruzzo: -50%.
  • Basilicata: -80%.
  • Calabria: -15%.
  • Campania: -15%.
  • Emilia Romagna: -35%.
  • Friuli Venezia Giulia: -25%.
  • Lazio: -50%.
  • Liguria: -40%.
  • Lombardia: -25%.
  • Marche: -60%.
  • Molise: -40%.
  • Piemonte: -30%.
  • Puglia: -35%.
  • Sardegna: -50%.
  • Sicilia: -40%.
  • Toscana: -40%.
  • Trentino Alto Adige: -20%.
  • Umbria: -50%.
  • Valle d’Aosta: -50%.
  • Veneto: -30%.

Come evitare di essere truffati al supermercato controllando l’etichetta del miele

Per portare a casa prodotti di alta qualità e prodotti vicino a casa, è sempre necessario controllare con attenzione l’origine in etichetta.

In Italia vige ad esempio il divieto di produrre miele con nettari provenienti da coltivazioni OGM. Gli organismi geneticamente modificati – bisogna sempre sottolinearlo in questi casi – non sono necessariamente dannosi per la salute o l’ambiente. Ma è giusto che il consumatore sia messo nelle condizioni di scegliere se consumarne i derivati o no.

Sappiate allora che alcune marche riportano frasi o immagini fuorvianti, che suggeriscono la provenienza nostrana del miele. Ma la legge permette di scrivere la parola Italia e termini analoghi (es. la dicitura miele italiano) solo per il miele raccolto interamente sul territorio del Belpaese.

Al contrario ci si troverà di fronte a diverse indicazioni.

  • Miscela di mieli originari della Ue.
  • Miscela di mieli non originari della Ue.
  • Miscela di mieli originari e non originari della Ue.

In tutti i casi dovranno essere indicati nel dettaglio i Paesi di provenienza del prodotto.

L’etichetta di origine permette dunque di identificare a colpo d’occhio prodotti controllati o in linea con le proprie convinzioni alimentari, evitando comportamenti truffaldini da parte dei produttori, che spesso tentano di fregare il cliente con simboli che evocano genuinità e bontà di mieli ben lontani dagli standard qualitativi italiani.

Non è la prima volta che si parla della forte crisi dell’apicoltura a causa della morte delle api. Lo abbiamo fatto qua, in tempi non sospetti. E a proposito di truffe al supermercato, state attenti ai prodotti elencati qua: sono sempre più costosi e meno trasparenti.