Settembre è ormai alle porte e gli studenti si preparano al rientro a scuola, il primo compiutamente fuori dall’emergenza Covid. Per questo il ministero dell’Istruzione ha pubblicato un vademecum per il ritorno in classe, rispondendo ai dubbi dei cittadini e facendo chiarezza sulle norme che cessano la loro validità e quelle invece che permangono. A partire dalla Dad e dall’obbligo di mascherine.
Dad, è ora di dirsi addio
Con l’inizio dell’anno scolastico 2022/2023, gli studenti che si ammaleranno di Covid-19 non potranno più fare ricorso alla Dad come invece previsto durante gli ultimi tre anni. La normativa speciale “per il contesto scolastico legata al virus Sars-Cov2, che consentiva questa modalità, cessa i propri effetti con la conclusione dell’anno scolastico 2021/2022“, spiega il Ministero.
L’addio dalla Didattica digitale integrata è totale. Le scuole non potranno infatti attivarla autonomamente, come sottolinea espressamente il vademecum ministeriale: “I positivi non devono fare la Ddi e le scuole, dunque, non la faranno”. I genitori potranno decidere di impugnare la decisione del dirigente scolastico di rifiutare la Dad per i loro figli, ma è bene sapere che gli istituti e i relativi presidi non conservano autonomia decisionale in quest’ambito.
Mascherina in classe: in quali casi sarà (ancora) obbligatoria
Archiviata la didattica a distanza, vediamo cosa accade tra i banchi. Da settembre a scuola si potrà andare anche se raffreddati, a patto che i sintomi siano “di lieve entità” e le condizioni generali dello studente siano buone e senza febbre. Se si soddisfano questi requisiti, si è ammessi in classe ma bisognerà indossare la mascherina FFP2.
Gli stessi dispositivi di protezione individuale sono obbligatori anche per gli alunni e per tutto il personale classificati come “fragili”, in possesso della certificazione necessaria. In questi casi sarà la stessa scuola a fornire ai soggetti interessati mascherine e dispositivi per gli occhi. Anche il personale che vuole proteggersi potrà usare un dispositivo di protezione respiratoria del tipo FFP2 e strumenti per la protezione degli occhi. In generale, dunque, decade l’obbligo di mascherina, tranne che per studenti e personale scolastico a rischio.
La misurazione della febbre: cosa cambia
Da settembre si dirà addio anche alla misurazione della temperatura all’ingresso. Con una postilla: qualora in classe emergesse che qualcuno tra il personale scolastico o gli studenti presenta sintomi indicativi di infezione da Covid, dovrà essere ospitato nella stanza dedicata o nell’area di isolamento, appositamente predisposta.
Nel caso di bambini o alunni minorenni, inoltre, dovranno essere avvisati i genitori. Per il rientro a scuola dei casi confermati sarà necessario l’esito negativo del test molecolare o antigenico.
Cosa fare in presenza di sintomi Covid
Il testo ministeriale prevede inoltre che la permanenza a scuola degli alunni non sia consentita nei casi di:
- sintomatologia compatibile con il Covid;
- temperatura corporea superiore ai 37,5 gradi;
- tampone per il Covid positivo.
Il dicastero raccomanda la sanificazione ordinaria periodica dei locali, che deve essere straordinaria e tempestiva in presenza di uno o più casi confermati, e il ricambio frequente dell’aria. I dirigenti scolastici dovranno chiedere ad Asl e Arpa attività preliminari di monitoraggio della qualità dell’aria.