La riforma della Maturità è legge. La Camera dei deputati ha approvato in maniera definitiva la riforma dell’esame di Stato. Il ministero dell’Istruzione e del Merito parla di una svolta importante “che serve a ridare senso alla maturità, restituendo valore a un passaggio decisivo del percorso formativo delle studentesse e degli studenti”. Cambia molto l’esame finale valutativo del percorso degli studi liceali: il provvedimento conferma due prove scritte, un esame orale limitato a quattro discipline e una commissione più piccola, composta da membri interni ed esterni.
La riforma non punta soltanto a cambiare l’esame di Maturità, ma anche alcuni dei percorsi formativi, come la nuova filiera formativa tecnologico-professionale, il cosiddetto “modello 4+2” che diventa strutturale. Nel provvedimento si prevedono risorse per la scuola, novità in materia di viaggi d’istruzione, carta docente e formazione scuola-lavoro. Ma andiamo con ordine.
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Esame di maturità, come cambia
È stato approvato il Dl 127, una riforma dell’esame di Stato molto sentita. Il ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, ne ha parlato come di una svolta storica che cambia in modo significativo l’esame finale del percorso scolastico.
A partire da giugno 2026, l’esame finale non solo tornerà a chiamarsi “esame di Maturità”, ma vedrà cambiare la propria struttura. Uno degli interventi più discussi è lo stop al “silenzio ostinato”: in pratica la maturità sarà valida solo partecipando a tutte le prove e non si potrà più fare scena muta all’orale per protestare, come è accaduto fino a oggi. L’esito di questa scelta porterà alla bocciatura.
Cosa vuol dire partecipare a tutte le prove? Cambia infatti anche la struttura stessa dell’esame:
- due prove scritte;
- un orale basato su quattro materie scelte a gennaio;
- la commissione composta da cinque membri e non più da sette: due interni, due esterni e il presidente.
Il 5 in condotta comporta la bocciatura
Il nuovo esame di Stato cambia anche in altri punti, non soltanto strutturali. Al momento del colloquio, oltre alle materie scelte, sarà richiesta l’analisi delle competenze di educazione civica e dell’esperienza acquisita durante la Formazione scuola-lavoro.
Inoltre, l’ottenimento dei crediti, che concorrono al punteggio finale dell’esame di Maturità, sarà strettamente legato alla condotta. Per esempio, chi negli anni intermedi ottiene 5 in condotta non sarà ammesso all’anno successivo e il voto concorrerà alla determinazione dei crediti. Nel caso di studenti con 6 in condotta, questi dovranno redigere un elaborato di cittadinanza attiva e solidale per “rimediare” alle carenze del loro comportamento.
Il modello 4+2 diventa strutturale
La legge rende strutturale il percorso tecnico-professionale, il cosiddetto modello 4+2. Si tratta di un percorso che prevede quattro anni di scuola superiore e due anni negli ITS Academy.
In questo modo si potrà scegliere un percorso più tecnico e professionale di quattro anni, con programmi innovativi che puntano direttamente al mondo delle imprese e del lavoro.
Al momento coinvolge circa 280 istituti per 395 percorsi, ma spetterà ai dirigenti scolastici proporre nuovi percorsi accanto a quelli tradizionali.
Scuola-lavoro, cambio di indirizzi e viaggi d’istruzione
La legge non introduce solo grandi cambiamenti, ma aggiunge anche piccole novità o conferme di quanto già era in fase sperimentale. Per esempio, l’alternanza scuola-lavoro cambia nome: da “Percorsi per le competenze trasversali e per l’orientamento” si passa al più noto “Formazione scuola-lavoro”.
Altro cambiamento importante è la nuova regolamentazione per i passaggi tra indirizzi di studio. Gli studenti potranno, nel primo biennio, beneficiare di interventi mirati di sostegno, mentre per il triennio sono previsti esami integrativi per il cambio di indirizzo. L’obiettivo è quello di contrastare la dispersione scolastica e ridurre l’insuccesso formativo.
Cambiano anche i viaggi d’istruzione. Per esempio, i contratti per i servizi di trasporto legati alle uscite didattiche e ai viaggi di istruzione, come gite scolastiche, visite educative e scambi, devono essere aggiudicati non al prezzo più basso, ma in base al criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa, cioè per il miglior rapporto qualità-prezzo. In pratica, non vince più automaticamente chi costa meno, ma chi offre maggiori garanzie di sicurezza, qualità dei mezzi, competenza degli autisti e accessibilità.