Avevamo già imparato a conoscerla e utilizzarla in un periodo delicato come quello dell’emergenza pandemica, durante il quale si è accelerato un cambiamento già in corso. Ora però, da misura di necessità, la ricetta elettronica diventerà definitiva, come confermato a maggio dal Ministro della Salute Orazio Schillaci.
La versione elettronica sostituirà definitivamente la tradizionale ricetta rossa cartacea (prevalentemente utilizzata per la prescrizione di farmaci, esami diagnostici o visite specialistiche) e quella bianca (per i medicinali a pagamento e non mutuabili). La ricetta elettronica, o ricetta medica digitale, rappresenta un documento che facilita l’accesso alle prestazioni farmaceutiche e ambulatoriali offerte dal Servizio Sanitario Nazionale (SSN).
Cos’è la ricetta elettronica
La variante virtuale o "dematerializzata" della ricetta è stata introdotta nel contesto sanitario come parte del processo di informatizzazione mirato all'eliminazione totale del supporto cartaceo. Questo processo favorisce l'interconnessione in tempo reale tra il Sistema di Accoglienza Centrale, la Tessera Sanitaria, i medici prescrittori, le farmacie e le strutture che offrono prestazioni di specialistica ambulatoriale.
La ricetta dematerializzata, pur conservando le stesse caratteristiche della tradizionale ricetta rossa in termini di capacità di prescrizione da parte del medico e validità temporale, offre diversi vantaggi, tra cui la possibilità di ritirare i medicinali anche al di fuori della propria Regione.
Introdotto in Italia nel 2016 per la prescrizione di farmaci appartenenti alla classe A (ovvero farmaci essenziali e per malattie croniche a carico dello Stato), nel maggio 2020 è stato esteso anche ai medicinali contenenti sostanze stupefacenti e psicotrope (classificate nelle sezioni B, C, D, E) e ai farmaci con forte attività analgesica. L'ultima modifica risale a dicembre 2020, quando il Ministero dell'Economia e delle Finanze ha ampliato la possibilità, a partire dal 30 gennaio 2021, di prescrivere attraverso la ricetta elettronica anche tutti i farmaci a pagamento originariamente inseriti nella ricetta bianca.
La progressiva dematerializzazione dei servizi sanitari contribuisce notevolmente all'efficienza complessiva del Sistema Sanitario Nazionale. In particolare, si è rivelata estremamente efficace nel limitare gli spostamenti e ridurre la diffusione del COVID durante la pandemia, garantendo nel contempo la disponibilità di farmaci ai soggetti più vulnerabili e riducendo l'afflusso di pazienti negli studi medici.
Un'ordinanza della Protezione Civile ha addirittura consentito ai cittadini di ricevere direttamente a casa, tramite messaggio telefonico (sms, comunicazione telefonica verbale) o posta elettronica, il numero di ricetta elettronica anziché dover ritirare il promemoria.
Cosa si intende per dematerializzazione
La ricetta dematerializzata è regolamentata da un decreto interministeriale del 2011. Le informazioni presenti in questa prescrizione, quali esenzioni dal ticket, farmaci o prestazioni di specialistica ambulatoriale, vengono trasmesse digitalmente in tempo reale a farmacie, medici specialisti e al Ministero dell'Economia e delle Finanze. Queste informazioni sono richiamabili dal sistema al momento dell'erogazione della prestazione prescritta.
Oltre a garantire controlli accurati e tempestivi sull'appropriatezza sia durante la fase di prescrizione che di erogazione, questa forma di ricetta mira a semplificare le attività di gestione della documentazione cartacea da parte delle Aziende Sanitarie Locali (ASL). Inoltre, il sistema effettua in tempo reale verifiche che consentono la corretta identificazione dell'assistito durante la fase di prescrizione, verifica l'esistenza del diritto dell'assistito alle esenzioni per reddito, conferma l'esistenza del farmaco da erogare tramite l'interconnessione con la Banca Dati del Prontuario dell'Agenzia Italiana del Farmaco.
Il sistema verifica anche che la stessa confezione non sia stata già venduta in precedenza. Inoltre, verifica l'esistenza della prestazione specialistica sulla base dei nomenclatori tariffari e dei cataloghi forniti da ogni singola Regione.
Come funziona la nuova ricetta
Dopo una valutazione positiva della richiesta di farmaci o una visita medica per determinare gli accertamenti necessari, il medico si collega a un sistema informatico identificativo. Utilizzando un'applicazione informatica fornita dal Sistema Tessera Sanitaria (TS) chiamata Sistema di Accoglienza Centrale (SAC o SAR, a seconda del sistema regionale), il medico procede alla compilazione della ricetta medica. Inserisce le informazioni relative al tipo di medicinale o alla prestazione richiesta, nonché la patologia che motiva la richiesta.
Attraverso questa specifica applicazione, il medico registra le stesse informazioni richieste dalla tradizionale ricetta rossa cartacea, inclusi i dati dell'assistito, il proprio numero identificativo, i dettagli del medicinale o degli accertamenti necessari, il quesito diagnostico (il problema di salute che determina la richiesta della prestazione), eventuali esenzioni (per reddito o patologia) e il codice di priorità per le prestazioni di specialistica ambulatoriale, soprattutto se svolte per la prima volta.
Nel caso dei farmaci, il medico fa riferimento al ricettario regionale per i medicinali a carico del Servizio Sanitario Nazionale (SSN). La prescrizione di farmaci è limitata a un massimo di 2 confezioni. Per le prestazioni specialistiche, il medico si basa sui nomenclatori tariffari e sui cataloghi forniti dalla Regione di competenza.
Una volta generata, la ricetta dematerializzata viene memorizzata nel sistema e identificata da un Codice Nazionale Univoco generato dal Sistema di Accoglienza Centrale, noto come Numero di Ricetta Elettronica (NRE per la ricetta rossa o NRBE per la ricetta bianca). Questo codice alfanumerico, composto da 15 cifre, sostituisce il codice a barre della ricetta tradizionale. Il medico fornisce al paziente un promemoria cartaceo della ricetta elettronica, trasmettendolo successivamente in formato elettronico al paziente attraverso e-mail, SMS o altri mezzi di comunicazione.
Il limite di tempo della ricetta elettronica
Il paziente deve semplicemente recarsi in farmacia, provvisto della tessera sanitaria, per ritirare il farmaco prescritto. Qui, il farmacista (o il Cup) si collega al sistema telematico utilizzando il numero di ricetta elettronica (NRE) e il codice fiscale del paziente, ottenendo così accesso diretto alla prescrizione digitale e ai dati dell'intestatario. Successivamente, il farmacista consegna il farmaco (o, nel caso del Cup, effettua la prenotazione della prestazione).
Importante da tenere a mente: la ricetta elettronica è limitata a 30 giorni e una volta scaduta non è più considerata valida. Anche il promemoria, analogamente alla ricetta rossa tradizionale, può essere utilizzato una sola volta e deve essere utilizzato entro un mese dalla sua emissione. Superato tale termine, la ricetta elettronica viene bloccata dal sistema e il farmaco non può più essere erogato.
Ma resta ancora il promemoria cartaceo
Nonostante la natura elettronica della ricetta, il medico ha la facoltà di rilasciare un promemoria cartaceo della prescrizione, stampato su un foglietto bianco in formato A5. Questo serve come garanzia che la prestazione possa essere erogata anche in situazioni di indisponibilità dei sistemi informatici. Laddove previsto dal Sistema Regionale, il promemoria può essere reso disponibile anche online, consentendo al cittadino di ritirare il farmaco previa autorizzazione alle farmacie per l'accesso alle ricette elettroniche, mediante la presentazione della tessera sanitaria. In caso di difficoltà di collegamento informatico, il cittadino può comunque ritirare i medicinali prescritti utilizzando il promemoria.
Anche se il promemoria cartaceo dovesse essere smarrito, il paziente può comunque ritirare il farmaco poiché la prescrizione è registrata in una banca dati accessibile a tutte le farmacie.
È importante notare che, analogamente alla ricetta rossa tradizionale, questa copia cartacea della ricetta elettronica è destinata a essere gradualmente eliminata. Un percorso è già stato avviato per digitalizzare il promemoria e rendere la prescrizione completamente digitale nel tempo.
Quali i vantaggi
In termini di capacità di prescrizione e validità temporale (30 giorni), la ricetta elettronica e quella cartacea rossa sono equivalenti. Entrambe consentono la prescrizione di medicinali di Fascia A, esami diagnostici e visite specialistiche. Tuttavia, la ricetta dematerializzata presenta diverse differenze:
- Validità su tutto il territorio nazionale: La ricetta elettronica può essere utilizzata in tutta Italia, assicurando la circolarità delle prescrizioni farmaceutiche su scala nazionale. Ciò consente ai pazienti di ritirare il medicinale presso qualsiasi farmacia senza dover pagare il prezzo intero, come avveniva con la ricetta rossa utilizzata fuori dalla propria Regione. Inoltre, si ha diritto alla stessa esenzione o al pagamento del medesimo ticket.
- Risparmio sul costo della carta speciale: A differenza della ricetta rossa cartacea che richiedeva l'uso di carta speciale con bordatura colorata, la ricetta elettronica elimina la necessità di questa carta specifica, contribuendo al risparmio.
- Precisione e completezza: Grazie all'utilizzo del programma informatico, la ricetta elettronica è più precisa e completa rispetto alla versione cartacea.
La prescrizione di farmaci e prestazioni sanitarie attraverso la ricetta elettronica ha comportato diversi vantaggi, tra cui un maggiore controllo sull'appropriatezza delle impegnative mediche rispetto alla storia clinica del paziente, una riduzione dell'uso della carta e una limitata esposizione al rischio di infezioni.
Per i pazienti cronici, la ricetta dematerializzata ha una validità di un anno, consentendo loro di fare scorta di farmaci per 30 giorni di terapia, sempre in base alle indicazioni del medico. Questa misura, oltre ad agevolare le persone anziane affette da più patologie croniche e spesso non autosufficienti, contribuirà a ridurre il carico amministrativo per i medici di famiglia, migliorando la qualità dell'assistenza ai pazienti.
La semplificazione del Governo
Il Governo nei giorni scorsi ha poi approvato un disegno di legge introduce delle semplificazioni all'uso della ricetta elettronica.
Una novità consiste nell'introduzione di una "domanda unica" che consente di presentare, insieme alla richiesta di autorizzazione per l'esercizio ricettivo, anche le richieste relative ad altre attività svolte nella stessa struttura, come spa o attività congressuali. Per gli stabilimenti termali, il processo di rinnovo delle concessioni sarà semplificato grazie a una semplice autocertificazione, mantenendo, ovviamente, i poteri di controllo amministrativi.
A livello generale, il provvedimento si impegna a aggiornare e semplificare tutti i procedimenti amministrativi sia per i cittadini che per le imprese, con un accorpamento delle procedure relative alle stesse attività. Inoltre, si prevede una riduzione dei tempi dei procedimenti. La sfida principale ora è l'effettiva attuazione delle proposte indicate nel disegno di legge e il rispetto della scadenza del 31 agosto per adottare tutti gli atti attuativi che daranno concretezza alla delega.