La ricetta elettronica inviata dal medico è ancora valida?

L’approvazione al Senato del decreto Milleproroghe porta in dote una serie di cambiamenti in ambito sanitario: cosa succede alle prescrizioni nel 2023

Stando a quanto emerso dalla riunione dei titolari dei dicasteri presieduta dal vicepremier Matteo Salvini lo scorso 21 dicembre 2022, gli articoli presenti nel testo iniziale uscito dal Consiglio dei ministri con l’approvazione unanime dei suoi componenti erano solamente 23. Poi, con il passaggio previsto nelle due commissioni degli Affari Costituzionali e del Bilancio al Senato, le voci che compongono il decreto Milleproroghe (un classico della vita politica italiana in questa fase dell’anno) sono aumentate di molto, raggiungendo quota 45. Una crescita che rappresenta un sintomo inequivocabile di come siano davvero molti i temi di discussione che stanno interessando le vicende parlamentari nei primi mesi del 2023.

Dopo l’approvazione di Palazzo Madama e il classico trasloco della legge alla Camera, nel tardo pomeriggio di mercoledì 22 febbraio il governo di Giorgia Meloni ha incassato la fiducia anche a Montecitorio, dove i deputati che hanno risposto in maniera favorevole alla chiamata del ministro Luca Ciriani (titolare dei Rapporti con il Parlamento) sono stati 198, mentre 128 sono stati i colleghi delle opposizioni che si sono opposti. Tre soli gli astenuti.

Ricetta elettronica del medico, cosa succede dopo l’approvazione al Senato del decreto Milleproroghe

All’interno del testo – che ha poi ricevuto il via libera definitivo dei Deputati nella seduta parlamentare di giovedì 23 febbraio, al termine della discussione degli ordini del giorno fissati dall’esecutivo – vengono affrontati diversi ambiti di stretta rilevanza per i cittadini e le imprese. Uno di questi riguarda le ricette in formato elettronico che i medici di tutta Italia possono inviare ai propri pazienti per richiedere lo svolgimento di esami specialistici o prescrivere medicinali e cure da acquistare in farmacia.

La questione ruotava attorno al fatto che, prima della scrittura del decreto Milleproroghe, la normativa in vigore prevedeva l’imminente fine della possibilità per i dottori di condividere questi documenti tramite il caricamento diretto sul Fascicolo Sanitario Elettronico (FSE) della persona interessata. Una modalità di assistenza sanitaria nata durante il periodo più acuto dell’emergenza pandemica da Covid-19, quando la quasi totalità degli italiani è stata costretta a non uscire di casa, neppure per recarsi in ambulatorio.

Ricetta elettronica, nel 2023 è ancora possibile farsela inviare dal proprio medico curante?

Già prima dell’ultimo passaggio presso le commissioni di Camera e Senato, il decreto Milleproroghe prevedeva il prolungamento di questa possibilità fino alla fine del 2023, allungando quindi il periodo di validità di dodici mesi rispetto alla scadenza in essere (fissata per la fine del 2022). Con l’aggiunta dei 22 articoli partoriti dai senatori prima dell’approdo in Aula, il termine ultimo è stato posticipato di un altro anno, ossia fino al 31 dicembre 2024.

Per quanto riguarda i temi inerenti alla sanità pubblica, il testo ultimo del decreto prevede un’altra novità. Infatti, per ovviare alla cronica mancanza di dottori che sta mettendo in grave difficoltà i sistemi sanitari di molte regioni in tutta Italia, viene concesso ai medici di famiglia e ai pediatri di rinviare la pensione e di rimanere in servizio fino all’età di 72 anni. Anche questa possibilità era già stata inserita all’interno del nostro ordinamento fin dai primi mesi di diffusione del coronavirus: ora viene prolungata di tre anni, quindi fino al termine del 2026.