“Non vale la pena aggiustare quest’auto, è vecchia e conviene investire in una nuova”. Quante volte abbiamo sentito pronunciare questa frase, magari dopo un incidente? Ebbene, una nuova ordinanza della Cassazione viene “in soccorso” dei proprietari di vetture datate.
La Corte risolve così una delle questioni più spinose e ridondanti relative all’Rc auto, rinnovando il diritto al giusto risarcimento danni anche nel caso in cui il valore dei lavori superi di molto quello commerciale dell’auto danneggiata (l’assicurazione si può detrarre dal 730?).
Cosa ha deciso la Cassazione sull’Rc auto
Con l’ordinanza numero 10686/2023, depositata il 20 aprile dalla Terza sezione civile della Cassazione, i giudici si sono espressi sul caso di un automobilista che aveva richiesto un indennizzo pari a quasi il doppio del valore del veicolo. E hanno stabilito che le compagnie di assicurazione sono obbligate a risarcire i danni da incidente anche qualora questi superino il valore di mercato del veicolo. Il tutto a condizione che non vi sia “un arricchimento ingiustificato al danneggiato”.
Secondo tutti i portali specializzati in mercato dell’auto, è infatti di gran lunga più probabile che i costi delle riparazioni in seguito a un incidente superino il valore contingente della macchina. La Federcarrozzieri ha parlato di decisione “storica”, sottolineando come la Corte sia intervenuta “a gamba tesa sul settore delle riparazioni auto, bacchettando di fatto le compagnie di assicurazioni che spingono i propri clienti a rottamare l’automobile in caso di incidente quando il costo delle riparazioni supera il valore commerciale della vettura”.
Qui abbiamo spiegato perché l’assicurazione della vostra auto potrebbe aumentare presto.
Le motivazioni della Corte
Nella sentenza i giudici hanno motivato che, data per assodata la valutazione dei periti assicurativi sulla corretta stima dei costi di riparazione, le compagnie assicurative possono non riconoscere il risarcimento dei danni molto oltre il valore commerciale dell’auto solo in un caso: “se l’indennizzo finisce per arricchire il danneggiato in modo ingiustificato”.
Nelle motivazioni degli Ermellini si legge che “il danneggiato può avere serie e apprezzabili ragioni per preferire la riparazione alla sostituzione del veicolo danneggiato. E tale necessità “può comportare un costo anche notevolmente superiore a quello della sostituzione”.
Quanto è vecchio il parco auto italiano?
La decisione della Cassazione appare ancora più dirimente se si considerano i dati sulla “anzianità” del parco auto italiano. Stando a un’analisi di Segugio.it, ad aprile 2023 si registra un’età media dei veicoli del nostro Paese di 11,1 anni, con differenze a seconda della Regione di immatricolazione.
Le macchine più datate sono diffuse principalmente al Sud, con Basilicata in testa (media di 12,8 anni) e a seguire Sicilia e Sardegna (12,7 anni). Le Regioni più “giovani” in termini automobilistici risultano Toscana (media di 10,3 anni), Lombardia (10,4 anni) ed Emilia-Romagna (10,6 anni).
Perché gli italiani non cambiano l’auto?
La domanda potrà sembrare retorica, ma è doveroso porsela. Secondo gli esperti, negli ultimi anni gli italiani hanno estremizzato un comportamento che da decenni tendono a conservare: evitano il cambio dell’auto per almeno 10 anni. I fattori che influiscono su questa scelta sono vari, a partire dall’incertezza dell’investimento. Quest’ultima è legata all’avvento delle vetture ibride ed elettriche sul mercato, percepito da molti come “un salto nel buio” a causa della scarsità di “colonnine” e officine specializzate su tutto il territorio italiano.
Un’altra grande ragione è ovviamente legata al portafogli: l’esborso per un’auto nuova non è sostenibile da grandissima parte degli automobilisti, che si trovano a fare ancora i conti con gli strascichi della crisi provocata dall’emergenza Covid e con il peggioramento tremendo legato alla guerra in Ucraina.
Dall’altro è però anche vero che i costi di manutenzione e assicurazione di un’auto vecchia sono maggiori rispetto a quelli relativi a una vettura nuova, in special modo in un periodo nero per quanto riguarda inflazione e aumento dei premi assicurativi. Per un’auto che ha tra i 16 e 20 anni si spendono in media 444,2 euro, oltre il 22% in più rispetto all’assicurazione per una vettura immatricolata da meno di 5 anni.