Poste Italiane si prepara a un cambio di passo: molte le novità per gli utenti, a partire dalla consegna dei pacchi nei giorni festivi. È quanto avverrà con la privatizzazione di una seconda tranche del capitale di Poste, che coinciderà con un nuovo modus operandi della società.
Poste: consegne domenica e festivi
Per reggere la concorrenza degli altri operatori, per venire incontro alle esigenze dell’utenza e per rispondere agli standard di qualità richiesti dalle piattaforme che si appoggiano a Poste (come Amazon, Zalando e Vinted, fra le altre), nel prossimo futuro verranno effettuate consegne anche la domenica e nei giorni festivi.
Il nuovo piano industriale verrà presentato a fine marzo. L’obiettivo è quello di consolidare la leadership di Poste nel campo della logistica. Crollato l’invio di cartoline e lettere, uno dei pilastri del piano di sviluppo riguarda la consegna dei pacchi legati all’e-commerce.
Per raggiungere lo scopo, ai 25mila postini verrà chiesta maggiore flessibilità nell’orario di lavoro. Questo sarà uno dei punti della trattativa con i sindacati nell’ambito del rinnovo del contratto di lavoro, scaduto a fine 2023.
La privatizzazione di Poste
L’allerta dei sindacati è alta anche alla luce delle recenti dichiarazioni del governo, che intende dare il via a privatizzazioni che riguarderanno Poste e Ferrovie dello Stato. Attualmente il 65% di Poste è detenuto dalla Cassa depositi e prestiti del Ministero dell’Economia. Il governo assicura che “la riduzione delle quote di partecipazione statale non riduce il controllo pubblico, come nel caso di Poste, mentre penso ci sia la possibilità di fare entrare i privati anche in società dove c’è il totale controllo pubblico, come in Ferrovie”, come ha chiarito la premier Giorgia Meloni a inizio gennaio. Il nodo è reperire al più presto le risorse necessarie a sostenere i bonus inseriti in Manovra. Dalla privatizzazione di Poste e Ferrovie, il governo stima di incassare fino a 6,7 miliardi. I sindacati hanno chiesto un incontro urgente con i vertici di Poste e con il governo.
Poste e Amazon: partner e competitor
A giugno, in un’intervista a Il Sole 24 Ore, l’amministratore delegato nonché direttore generale di Poste Matteo Del Fante aveva chiarito il rapporto fra Poste e Amazon: “Siamo numeri uno in Italia sulle consegne al retail (B2C). Questo vuol dire gestire una relazione con Amazon, che è il nostro primo cliente, ma anche primo concorrente. Siamo primi tra gli operatori della logistica, ma per volumi nel B2C il primo è Amazon che consegna da solo i propri pacchi e decide con chi fare le consegne. È una relazione da gestire passo passo”.
“Il nostro business – aveva detto Del Fante– fa perno sull’ultimo miglio della consegna dei pacchi. Ma questo ci espone troppo alla concorrenza di Amazon: in questo paese ha una quota di mercato di oltre il 60%, mentre nel resto d’Europa tra il 40 e il 50 per cento. Le vendite sono concentrate sulla sua piattaforma e lui si sceglie con chi fare le consegne”. Dunque l’idea è quella di “aprire al mercato internazionale, che faremo con Dhl creando un hub congiunto con Poste in Italia e accedere al loro network all’estero”.
Ma non è tutto: Poste intende anche entrare nel business dei magazzini: “Ai clienti per i quali facciamo le consegne sull’ultimo miglio gestiremo anche magazzini”, spiega Del Fante. Per il prossimo futuro, Poste intende consolidare business eterogenei come, fra gli altri, i prodotti finanziari e assicurativi, i pagamenti digitali, la telefonia, e i contratti di luce e gas.