Stop al canone Rai in diverse regioni? Facciamo chiarezza

Circolano voci secondo qui il prossimo anno i cittadini di alcune regioni non pagheranno il canone Rai: vediamo cosa cambia davvero nel 2023

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Pierpaolo Molinengo

Giornalista economico-finanziario

Giornalista specializzato in fisco, tasse ed economia. Muove i primi passi nel mondo immobiliare, nel occupandosi di norme e tributi, per poi appassionarsi di fisco, diritto, economia e finanza.

Rimangono ancora quattro mesi per decidere in che modo gli italiani dovranno pagare il canone Rai nel 2023. Toccherà probabilmente al prossimo Governo capire in che modo risolvere il nodo senza scontentare nessuno, e soprattutto applicando le direttive dell’Unione Europea. È stato infatti stabilito che il tributo destinato a finanziare le attività della tv pubblica non può rimanere in bolletta elettrica anche il prossimo anno. Potrebbe dunque venire meno la rateizzazione prevista oggi, e sul web circolano voci secondo cui alcune regioni e province saranno esentate dal pagamento. Vediamo dunque qual è lo stato attuale, cosa potrebbe cambiare e cosa c’è di vero nelle speculazioni che si leggono in questi giorni su tutti i più importanti siti di informazione.

Perché nel 2023 il canone Rai non si pagherà più in bolletta

Il canone di abbonamento alla televisione, meglio conosciuto come canone Rai, è dovuto da chiunque abbia un apparecchio televisivo. Si paga una sola volta a famiglia ed è calcolato su base annuale. Dal 2016 la legge presuppone il possesso del televisore in tutte le case dotate di un’utenza elettrica. Il pagamento del tributo è ora associato alle bollette energetiche. L’importo è di 90 euro, divisi in 10 rate mensili, da gennaio a ottobre di ogni anno.

La Commissione Europea ha tuttavia stabilito che la raccolta del canone per conto dello Stato tramite le società energetiche del settore privato va contro i principi di concorrenza e trasparenza. Si tratta infatti di un’onere improprio per l’organismo comunitario. Che ha inoltre legato ai fondi del Pnrr lo scorporo del tributo dalla bolletta della luce. Il Governo Draghi ha stabilito che dal 2023 il canone Rai non sarà più prelevato insieme ai costi delle utenze, ma non è chiaro quale sarà il nuovo meccanismo.

Canone Rai 2023: costi molto più alti a causa dell’evasione

Il pagamento del canone Rai era stato associato al pagamento della bolletta elettrica per abbattere l’evasione, che sfiorava percentuali altissime prima della riforma voluta dal Governo Renzi. Il nuovo automatismo ha permesso agli italiani di “pagare tutti, pagare meno“, come recitava lo slogan per promuovere la misura. Si è passati infatti da una quota di 113 euro del 2016 agli attuali 90 euro.

Il prezzo potrebbe dunque aumentare notevolmente nel 2023. Il canone Rai potrebbe costare anche 300 euro nel 2023, come vi abbiamo spiegato qua.

Il nodo che l’esecutivo uscente e quello che salirà al potere dopo le elezioni anticipate del 25 settembre dovranno sciogliere sarà quello di pensare a una misura che prevenga il ritorno alle vecchie cifre di sommerso con un sistema di pagamento volontario come in passato. E dunque senza quello che oggi, di fatto, è un obbligo per tutte le famiglie, che però contribuisce ad abbassare il costo del tributo.

Come si pagherà il canone Rai 2023: l’ipotesi delle Regioni

La strada principale sembra quella di inserire il pagamento nel modello 730, e quindi legare il canone Rai alla dichiarazione dei redditi, magare prevedendo dei bonus appositi per le fasce più povere della popolazione. Potrebbe inoltre diventare una tassa sulla casa, come avviene già in Francia. Difficile che si torni a un bollettino autonomo, più facilmente aggirabile. C’è poi un’altra via che prevede il coinvolgimento delle Regioni e delle Province autonome.

Diversamente da quello che si legge oggi sul web, non esistono sgravi per i territori a statuto speciale. Tuttavia esistono dei dispositivi legislativi, che potrebbero essere allargati a tutto il territorio nazionale, che permetterebbero agli enti territoriali di raccogliere il canone Rai. Che potrebbe dunque essere diversificato in base ai servizi offerti dal Servizio pubblico a livello locale, come il TgR e le altre trasmissioni prodotte in loco. A variare in base alla regione potrebbe essere non solo la cifra del tributo ma anche la modalità di raccolta e pagamento.

Ciò che è certo è che le modalità di esenzione, almeno durante la stesura di questo articolo, non sono cambiate. Vi abbiamo spiegato qui come pagare solo la metà del canone Rai in maniera del tutto legale. Mentre potete trovare qua altre ipotesi su come cambierà il canone Rai a partire dal 2023.