Chi è e quali competenze ha il giudice di pace

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Redazione

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Il giudice di pace è una figura davvero importante, poiché consente di far valere i propri diritti senza ricorrere a un tribunale. In particolare è possibile fare ricorso contro multe e sanzioni, purché l’importo non sia superiore a 20 mila euro, oppure risolvere delle controversie minori come le liti condominiali in maniera rapida ed economica. Vediamo nel dettaglio chi è il giudice di pace, quali sono le sue competenze e come presentare un ricorso.

Chi è il giudice di pace

Il giudice di pace è un professionista abilitato allo svolgimento dell’attività giuridica, in grado di occuparsi di una serie di cause civili e penali minori. Ad esempio, per quanto riguarda i limiti dei procedimenti civili sono determinati in base al valore della causa, al settore di riferimento e alla territorialità, con un tetto massimo di 5 mila euro per i beni mobili. Per contro, invece, nelle azioni a carattere penale si prende in considerazione la gravità del reato.

Nonostante operi in ambito legale il giudice di pace non è un magistrato tradizionale, infatti quest’ultimi devono seguire un percorso particolare, partecipando e superando degli appositi concorsi per l’accesso alla magistratura. Si tratta dunque di un magistrato onorario, un professionista accreditato che si occupa di mansioni tipiche del pubblico ministero. L’inquadramento normativo di tale figura è sancito dalla legge n. 374/1991.

Il giudice di pace fa parte dell’ordine giudiziario, si interessa di azioni di tipo conciliativo ed è presente presso tutti i capoluoghi italiani. Inoltre possono essere previste delle sedi distaccate, per rispondere in maniera più efficiente alla domanda da parte dei cittadini. La nomina di questi magistrati onorari viene realizzata tramite apposito decreto del Presidente della Repubblica, con il supporto del Consiglio Superiore della Magistratura.

Come si diventa giudice di pace

Per ricoprire la carica di giudice di pace è necessario rispettare una serie di requisiti, risultando di fatto una professione piuttosto controllata con limitazioni rigide per il suo ingresso. Innanzitutto è indispensabile essere cittadini italiani, risiedere nel Paese e avere un’età compresa fra 30 e 71 anni. Dopodiché bisogna aver conseguito una laurea magistrale in Giurisprudenza, titolo fondamentale per diventare un magistrato onorario.

Le disposizioni di legge richiedono inoltre l’idoneità fisica e psichica, come avviene per tutti gli incarichi particolarmente delicati, l’adeguamento dei diritti di voto, politici e civili, compresa l’assenza di precedenti penali, dunque bisogna risultare incensurati. L’assunzione dei giudici di pace viene effettuata attraverso bandi e concorsi, pubblicati sulla Gazzetta Ufficiale e convalidati dal Presidente della Corte di Appello.

In seguito è obbligatorio un periodo di tirocinio di 6 mesi, da realizzare nelle sedi indicate o in quelle vacanti a seconda della disponibilità, con la supervisione di un magistrato affidatario. Il servizio del giudice di pace dura 4 anni, con la possibilità di un solo rinnovo, non oltre i 75 anni d’età del magistrato onorario. La retribuzione è piuttosto ridotta, con un compenso di appena 16 mila euro lordi l’anno e una maggiorazione fino al 30%.

Cosa fa il giudice di pace?

Come abbiamo visto, il giudica di pace si occupa di una serie di cause civili e penali minori, con delle soglie economiche e alcuni reati specifici indicati dalle normative di legge. L’obiettivo è quello di supportare i tribunali ufficiali, per alleggerire il numero di cause trattate dai magistrati e velocizzare la risoluzione di alcuni procedimenti più lievi per i cittadini. Per questo motivo tra le competenze del giudice di pace ci sono i ricorsi per la contestazione delle multe.

L’attività del magistrato onorario si svolge in due modalità, la prima in cui si tenta di conciliare le due parti cercando di favorire una risoluzione amichevole, la seconda in cui si procede fino alla determinazione del verdetto. Le restrizioni economiche delle cause sono di 20 mila euro per i risarcimenti legati ai danni provocati dalla circolazione di veicoli e natanti, oppure fino a 5 mila euro per quelle riguardanti beni mobili.

Non ci sono invece limiti finanziari per le cause inerenti le diatribe condominiali, la piantagione di alberi e siepi, le controversie tra proprietari di immobili e locatari. Si tratta ad esempio di procedimenti per rumori molesti, esalazioni fastidiose ed emissioni di fumi che possono danneggiare un altro inquilino all’interno del medesimo stabile. In ambito penale, invece, il giudice di pace interviene per i reati minori, che non richiedono una pena detentiva ma una semplice multa.

Quando rivolgersi al giudice di pace

In base alle competenze del giudice di pace è possibile capire quando è possibile rivolgersi al magistrato onorario, evitando di avvalersi dei servizi di un magistrato ufficiale e di un tribunale tradizionale. Nello specifico, i cittadini possono affidarsi a questi professionisti nei seguenti casi:

  • cause per beni mobili (fino a 5 mila euro);
  • cause collegate alla circolazione di veicoli e natanti (fino a 20 mila euro);
  • cause per diatribe condominiali (senza limiti);
  • cause per distanziamento di siepi e alberi (senza limiti);
  • cause per problemi tra proprietari e locatari di immobili (senza limiti);
  • contestazione sanzioni amministrative (fino a 15.493,71 euro).

Rimangono esclusi alcuni ambiti, per i quali non è possibile avvalersi dei servizi del giudici di pace. Tra questi ci sono le cause collegate a controversie di tutela del lavoro, in ambito tributario, valutario, per reati legati all’urbanistica e alle norme edilizie. Naturalmente vige la regola della competenza territoriale, perciò è indispensabile presentare il ricorso presso il giudice di pace situato nel comune in cui è avvenuta la violazione.

Per difendersi è possibile assumere la propria responsabilità legale personalmente, purché la causa non preveda un importo superiore al valore di 1.100 euro. In caso contrario è obbligatoria la presenza di un rappresentante legale, un avvocato a carico della persona che inoltra la richiesta. Qualora il cittadino non sia in grado di pagare un professionista lo Stato mette a disposizione un difensore d’ufficio, con il sistema del patrocinio gratuito.

Come fare ricorso al giudice di pace

In tutte le situazioni previste dal quadro normativo è possibile presentare una citazione presso il giudice di pace, rispettando i requisiti indicati, il valore massimo delle contestazioni e la territorialità del magistrato onorario. Le azioni possono essere a carattere extragiudiziale, quando l’obiettivo è tentare una conciliazione con l’altra parte in causa, mentre nel caso di una lite si parla di procedimento giudiziale.

Se le parti riescono a trovare un accordo, attraverso la conciliazione del giudica di pace, viene redatto un verbale che stabilisce i termini, i tempi e le condizioni del risultato ottenuto. Il valore del verbale può essere di atto esecutivo, se la materia di contestazione era di competenza del magistrato onorario, oppure di scrittura privata riconosciuta in giudizio se il contenzioso non faceva parte dell’area di intervento del giudice di pace.

In caso di lite, invece, è possibile presentare presso il magistrato onorario una citazione, un decreto ingiuntivo, un verbale di accertamento tecnico oppure opporsi a delle sanzione amministrative, ad esempio delle multe ricevute in seguito alla violazione del Codice della Strada. Il procedimento differisce in merito alle modalità di svolgimento, tuttavia il risultato è il medesimo. In questo caso il giudice di pace può recusare la contestazione, accoglierla o farlo soltanto in parte.

Quanto costa fare ricorso presso il giudice di pace

I procedimenti realizzati negli uffici del magistrato onorario prevedono delle commissioni fisse, dei costi stabiliti da apposite tabelle con spese che dipendono dall’importo della causa e dal tipo di azione intrapresa. In particolare le tariffe del giudice di pace sono:

  • contributo 43 euro (processi fino a 1.033 euro);
  • contributo 43 euro + marca da bollo di 27 euro (processi da 1.033,01 euro fino a 1.100 euro);
  • contributo 98 euro + marca da bollo di 27 euro (processi da 1.100,01 euro fino a 5.200 euro);
  • contributo 237 euro + marca da bollo di 27 euro (processi oltre 5.200 euro).

Giudice di pace online: come funziona?

Recentemente, per seguire la digitalizzazione della Pubblica Amministrazione, è stato istituto il servizio di giudice di pace online, disponibile al momento soltanto presso alcuni uffici territoriali. Si tratta del sistema telematico SIGP@Internet Nazionale, una struttura digitale che permette a cittadini e avvocati di eseguire alcune operazioni online.

In particolare è possibile accreditarsi e accedere a una banca dati completa, per visualizzare informazioni sui procedimenti in corso aperti presso il giudice di pace, oppure per inoltrare ricorsi in modalità telematica. Il servizio è proposto attraverso la consultazione del software ministeriale SIGP (Sistema Informatico Giudici di Pace per gli Affari Civili), ed è utilizzabile anche senza l’assistenza di un avvocato, figura indispensabile invece per le cause di valore superiore a 1.100 euro.

Presso il giudice di pace online è possibile presentare contestazioni per:

  • multe;
  • cartelle esattoriali;
  • violazioni del Codice della Strada;
  • ordinanze del prefetto per assegni a vuoto;

Rimangono esclusi alcuni procedimenti, tra cui i reati antiriciclaggio, tutela del lavoro, protezione dell’ambiente, previdenza, assistenza obbligatoria e in genere le cause che prevedono una sanzione superiore a 20 mila euro. La presentazione del ricorso avviene online, basta compilare un apposito modulo e poi verificarne lo stato, l’iscrizione a ruolo e tutte le date delle udienze.

La domanda deve essere anche stampata e inviata tramite posta raccomandata a/r, oppure consegnata personalmente presso gli uffici di competenza. Per quanto riguarda i costi sono previste delle commissioni fisse, secondo le tabelle delle tariffe per i procedimenti presso gli uffici dei giudici di pace. Nel dettaglio i prezzi vanno da 43 euro per le sanzioni fino a 1.100 euro, fino a un massimo di 237 euro per quelle di valore superiore  5.200 euro.