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Sei un professionista della casa e vuoi offrire più servizi? Ecco come avere due codici ATECO e guadagnare di più

Sei un idraulico, un elettricista oppure offri altri servizi per la casa? Puoi avere due Codici ATECO con la stessa Partita IVA e acquisire, così, un maggior numero di clienti. Scopri come fare

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Redazione

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Una delle domande più ricorrenti dei lavoratori autonomi riguarda la possibilità di svolgere attività differenti con una stessa partita IVA. Per esempio, un idraulico potrebbe occuparsi anche di impianti elettrici?

Oggi, grazie al digitale è più facile far fruttare le proprie competenze e trovare nuovi clienti in settori differenti. Basta promuoversi nel modo giusto e scatenare un vero e proprio passaparola.

Ciò avviene soprattutto nel settore dei servizi per la casa, dove la domanda è sempre piuttosto alta, che si tratti di pulizie domestiche, manutenzione giardini, riparazione elettrodomestici, tinteggiatura o lavori di falegnameria.

Svolgere una seconda attività in parallelo alla principale è possibile sia per il libero professionista che ha già la Partita IVA aperta, sia per chi vuole avviarne una da zero. La normativa è chiara: occorre avere diversi codici ATECO. Ecco come fare.

Offrire servizi diversi con la stessa Partita IVA: come fare

Molti liberi professionisti si chiedono se sia possibile svolgere due attività diverse con una stessa partita IVA. La risposta è affermativa, perché le normative permettono l’apertura di un secondo codice ATECO, che si va ad aggiungere a quello che identifica la professione principale.

Si pensi al caso di un imbianchino che voglia proporsi anche per lavori di manutenzione di elettrodomestici: in questo caso basterebbe rivolgersi al proprio commercialista o alla Camera di Commercio e richiedere l’aggiunta di un nuovo codice ATECO, relativo alla nuova attività. Tuttavia, è indispensabile verificare che il lavoratore in questione sia in possesso dei requisiti professionali e tecnici per svolgere l’attività professionale in questione.

Per esempio, molti servizi per essere svolti hanno bisogno di vere e proprie qualifiche e abilitazioni. Questo è il caso, per esempio, del rilascio del certificato di conformità degli impianti. Non tutti possono farlo senza vere una qualifica ad hoc. Quindi, prima di aggiungere il codice ATECO è fondamentale accertarsi di essere in regola.

Cosa comporta avere due codici ATECO dal punto di vista contabile

La Legge stabilisce che i liberi professionisti che svolgono diverse attività con una sola partita IVA sono soggetti all’applicazione di “un’imposta unica per tutte le attività con riferimento al volume d’affari complessivo” (art. 36 del DPR 633/72). Ciò significa che per determinare l’IVA occorrerà sommare il fatturato di ciascuna attività, ma con dei distinguo.

Infatti, avere diversi codici ATECO può comportare dover basare la contabilità su differenti basi imponibili su cui calcolare imposte e contributi, a causa dei diversi coefficienti di redditività dei rispettivi codici ATECO (nel caso in cui questi siano differenti). Ad ogni modo, il limite dei ricavi con il regime forfettario sarà sempre di 65.000 euro lordi complessivi per le due attività.

Inoltre, bisogna fare attenzione ai codici ATECO scelti, perché alcuni possono sembrare maggiormente convenienti per via di coefficienti di redditività più bassi, ma spesso prevedono l’iscrizione alla Camera di Commercio, che prevede un costo annuale oltre all’avvio della pratica, e all’INPS Commercio o INPS Artigianato, che hanno costi fissi anche quando il fatturato è pari a zero.

Infine, ci sono dei casi specifici che richiedono di separare la contabilità delle due attività, motivo per cui si parla di contabilità separata, come ad esempio nel caso in cui un imprenditore voglia svolgere anche l’attività di libero professionista. Quindi, se il titolare di una ditta di ristrutturazioni vuole arrotondare lo stipendio con un lavoro diverso deve fare attenzione e chiedere la consulenza di un commercialista esperto.

Alcune attività, tra cui quelle legate ai servizi per la casa sono comunque esentate da questo obbligo. Quindi, bisogna capire bene a cosa è legato il Codice ATECO e come può essere gestito.

Se una persona lavora con contratti di collaborazione occasionale non deve, invece, preoccuparsi del tipo di lavoro proposto.

Dopo aver capito quali codici ATECO integrare per offrire più servizi occorre trovare opportunità per ampliare la clientela e guadagnare di più.

Come trovare clienti con la nuova attività

Quando si avvia una nuova attività, spesso non si può contare su una cerchia di clienti consolidata, ma bisogna partire da zero, con tutte le difficoltà che questo comporta. Se il passaparola al giorno d’oggi non dà più i risultati sperati, è importante approfittare delle opportunità offerte dal digitale.

Qualsiasi libero professionista o lavoratore autonomo dovrebbe puntare su una vetrina online con cui sponsorizzare i propri servizi, per intercettare la domanda dei clienti che si rivolgono al web per risolvere i propri problemi e trovare la soluzione più vicina a loro.

È il caso dei tanti portali che mettono in collegamento domanda e offerta, anche se non tutti offrono la funzione di geolocalizzazione, fondamentale per chi offre servizi per la casa, dalla manutenzione all’edilizia, visto che la ricerca avviene su base geografica.

Inoltre, non tutte le piattaforme permettono l’iscrizione ai lavoratori occasionali, spesso sprovvisti di partita IVA in quanto operano con ritenuta d’acconto. Questa possibilità viene offerta da PagineGialle Casa, a cui è possibile iscriversi sia con la partita IVA che con il semplice codice fiscale, per proporre i propri servizi e ricevere richieste di preventivo dai clienti presenti in zona.