Presidi Covid, è allarme nelle scuole: chi sono i soggetti a rischio

Il ritorno a scuola scatena l'allarme Covid. I presidi distribuiranno le mascherine, mentre lo Spallazani indica i veri soggetti a rischio

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Luca Incoronato

Giornalista

Giornalista pubblicista e copywriter, ha accumulato esperienze in TV, redazioni giornalistiche fisiche e online, così come in TV, come autore, giornalista e copywriter. È esperto in materie economiche.

La situazione Covid è in costante evoluzione e, nonostante l’emergenza sanitaria sia stata decretata ormai terminata, ciò non vuol dire che il rischio infezione e ricoveri non debba preoccuparci. L’atteggiamento del governo di Giorgia Meloni sta generando non poche polemiche, considerando come per alcuni si stia facendo troppo poco per evitare che i prossimi mesi risultino caratterizzati da numerosi allarmi nel Paese.

Covid, la denuncia dei presidi

Il ritorno a scuola rappresenta un gravoso campanello d’allarme, che la circolare del ministero della Salute non ha tenuto in grande considerazione. Ad oggi non c’è obbligo d’isolamento per i soggetti positivi, con sintomi o senza, e per coloro che sono entrati in contatto con casi di Covid confermati.

In merito si è espresso Mario Rusconi, dell’Associazione presidi, che ha spiegato come le indicazioni dei per il Covid siano molto chiare: “Evitare gli assembramenti degli alunni, soprattutto nei primi giorni di scuola”. Non si mira a creare allarmismo, quanto a evitare di doversi confrontare con veri e propri focolai.

La paranoia non aiuta nessuno ma neanche l’indifferenza dinanzi a una situazione potenzialmente gravosa: “In molte scuole, e a chi lo richiederà, forniremo mascherine, utilizzando le tantissime scorte che ci furono date durante la fase critica della pandemia. Lo stesso avverrà con il gel disinfettante”.

L’aumento dei casi delle ultime settimane desta preoccupazione, soprattutto perché l’assenza dell’obbligo di isolamento potrebbe spingere alunni, così come lavoratori, al di fuori delle proprie abitazioni, mettendo a rischio altri.

L’uso dei dispositivi di protezione, spiega Rusconi, è ovviamente consigliato soprattutto per i docenti e gli alunni con fragilità. “Mi sento di lanciare un appello agli enti per i lavori di ristrutturazione degli istituti scolastici. Avere classi con 27-28 alunni, in ambienti non grandi, può favorire la trasmissione di qualsiasi virus. Sarebbe prezioso che le scuole potessero riottenere gli spazi adibiti ad appartamenti, dove spesso vivono figli o nipoti di bidelli ormai defunti”.

Monitoraggio Covid

Allo stato attuale la maggior parte delle infezioni riscontrate nel territorio italiano sono lievi. Come detto, nessun allarme in atto. I casi sono però in aumento, frutto anche del periodo estivo, che spinge a contatti ravvicinati con altre persone in locali, spiagge e altre situazioni.

Il direttore del Dipartimento clinico dell’Inmi Spallanzani, Andrea Antinori, ha spiegato come la malattia non sia oggi rilevante clinicamente per i giovani adulti in salute. Il discorso cambia per i soggetti fragili, gli anziani e gli immunodepressi: “Il Covid per loro resta un problema e per tali soggetti occorrono misure di protezione e interventi di prevenzione. Primo fra tutti la vaccinazione”.

Sarebbe auspicabile, dice, anche un costante monitoraggio e interpretazione dei dati. Ci si dovrebbe concentrare sui cari ricoverati in ospedale e su quelli gravi, così da ottenere un grafito più pertinente delle situazioni di rischio corse nel nostro Paese.

In parole povere, il monitoraggio dovrebbe evolversi, proprio come sta facendo il Covid, focalizzandosi non più sull’infezione ma sulla malattia. In questo modo si riuscirebbe a caratterizzare la popolazione a rischio effettiva, concentrando su questa tutti gli sforzi del caso per evitare situazioni complesse e potenziali collassi del sistema in determinate aree.

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