Mediterraneo in crisi, tre gesti per salvare il nostro mare d’estate

Greenpeace lancia Il Mare in Tasca, una guida per proteggere il Mar Mediterraneo con semplici accorgimenti per limitare la crisi climatica

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Mirko Ledda

Editor e fact checker

Scrive sul web dal 2005, come ghost writer e debunker di fake news. Si occupa di pop economy, tecnologia e mondo digitale, alimentazione e salute.

Pubblicato: 4 Luglio 2025 13:42

Un mare piccolo, ma dal valore immenso. Il Mar Mediterraneo occupa meno dell’1% della superficie oceanica totale ma ospita l’8% della biodiversità marina globale. È un ecosistema fragile e unico, sempre più minacciato dall’inquinamento, dal cambiamento climatico e dalla pesca incontrollata. In vista della Giornata Internazionale del Mar Mediterraneo, che si celebra l’8 luglio, Greenpeace ha lanciato la guida Il Mare in Tasca. Si tratta di un vademecum semplice e pratico per conoscere e proteggere il Mare Nostrum con scelte consapevoli e azioni quotidiane. Dalle creme solari eco-compatibili alle borracce plastic free, passando per la lotta ai mozziconi in spiaggia: ogni gesto può fare la differenza.

La biodiversità nel Mediterraneo

Nonostante le sue dimensioni ridotte, il Mediterraneo è uno dei bacini marini più ricchi di biodiversità al mondo. Ospita circa 17.000 specie tra animali e vegetali. Circa il 30% è endemico, vale a dire che vive solo qua. Rappresenta un patrimonio biologico unico che non esiste in nessun altro angolo del nostro pianeta.

Ma questa ricchezza è sempre più minacciata. Secondo la Lista Rossa dell’Unione internazionale per la conservazione della natura, numerose specie mediterranee sono a rischio di estinzione: dai capodogli vittime di collisioni con le navi, ai delfini comuni in forte declino, fino alla rarissima foca monaca, considerata tra i mammiferi più minacciati d’Europa.

Particolarmente drammatica è la situazione degli squali e delle razze, con 13 specie scomparse localmente o ridotte al minimo in soli 50 anni. L’eccessiva pressione della pesca, l’inquinamento e il riscaldamento delle acque stanno compromettendo l’equilibrio di un ecosistema già fragile.

La responsabilità di ogni cittadino

Secondo una ricerca realizzata da AstraRicerche per Greenpeace Italia, oltre un intervistato su due (il 54,3% del campione di 1.016 italiani) percepisce il Mar Mediterraneo e gli oceani come tra gli ecosistemi più a rischio. Un dato che riflette una crescente sensibilità ambientale, soprattutto nel Nord Ovest del Paese, dove la percentuale sale al 60%.

Alla domanda su chi dovrebbe intervenire per proteggere il mare, gli italiani coinvolti nella ricerca indicano:

  • ogni singolo cittadino (61,8%);
  • istituzioni pubbliche come governi ed enti locali (58,8%);
  • organizzazioni internazionali, dell’Onu al Fmi (35,6%);
  • organizzazioni non governative (27,1%).

Ma questa visione, pur lodevole, rischia di spostare l’onere della responsabilità sul singolo, ignorando che le cause profonde del degrado ambientale — dalla plastica ai cambiamenti climatici, dalla pesca intensiva all’inquinamento industriale — dipendono soprattutto da scelte politiche, economiche e industriali.

Le Ong possono sensibilizzare e proporre soluzioni, ma non hanno il potere di imporre leggi o regolamentare le attività produttive. È invece compito di governi, aziende e istituzioni internazionali affrontare con decisione la crisi ecologica del Mediterraneo.

Ciò non toglie che anche i gesti individuali abbiano un valore, soprattutto quando si sommano e generano un cambiamento culturale. Ed è proprio su questo piano che si inserisce la guida Il Mare in Tasca, con azioni che ogni persona può mettere in pratica per ridurre il proprio impatto ambientale.

Attivista di Greenpeace con un cartello sulla minaccia della plastica per i nostri mari
Greenpeace Italia
Attivista di Greenpeace con un cartello sulla minaccia della plastica per i nostri mari

Tre gesti per salvare il Mediterraneo

In estate anche piccoli gesti possono aiutare il nostro mare a uscire dalla crisi:

  • non lasciare mozziconi in spiaggia;
  • usare borracce riutilizzabili;
  • scegliere creme solari eco-compatibili.

I filtri delle sigarette sono composti da acetato di cellulosa e possono impiegare oltre 10 anni a degradarsi. Durante questo tempo rilasciano sostanze tossiche che danneggiano l’ambiente. I mozziconi sono tra i rifiuti più diffusi sulle spiagge del Mediterraneo e vengono spesso ingeriti da pesci, tartarughe e uccelli. Dotarsi di un posacenere portatile e, ancora meglio, evitare di fumare in spiaggia significa comportarsi in maniera civile, da ospiti dell’ecosistema marino.

L’inquinamento da plastica è una delle minacce più gravi. È arrivata l’ora di smettere di usare le bottigliette usa e getta, preferendo borracce che riducono i rifiuti e limitano la diffusione delle microplastiche che entrano, tra l’altro, nella catena alimentare. E quindi nel nostro organismo.

Anche le creme solari possono avere un impatto ambientale considerevole. Alcuni filtri chimici, come l’ossibenzone, sono nocivi per coralli e altre forme di vita. Meglio scegliere solari reef friendly con filtri fisici naturali e confezioni riciclabili, che proteggono la pelle e rispettano il mare.

Come tutelare le spiagge d’estate

Piccoli gesti, dicevamo, che si devono inserire sempre in un approccio di rispetto nei confronti della spiaggia fatto di buonsenso e pratiche che ormai dovrebbero essere conoscenza comune. Ripassiamole.

Cosa evitare Perché fa male all’ambiente
🗑️ Lasciare rifiuti sulla spiaggia Inquina il suolo e può finire in mare, danneggiando la fauna marina
🧴 Usare creme solari non biodegradabili Alcuni filtri chimici danneggiano la barriera corallina e l’ecosistema acquatico
🐚 Portare via sabbia, conchiglie o ciottoli Altera l’equilibrio naturale e riduce l’habitat per molte specie
🚬 Fumare e buttare mozziconi a terra I filtri impiegano anni a degradarsi e rilasciano sostanze tossiche
🔥 Fare barbecue o accendere fuochi Rischio incendi e rilascio di sostanze nocive nell’ambiente
🐢 Disturbare la fauna selvatica Può compromettere la nidificazione e il benessere degli animali
🥤 Utilizzare plastica monouso Facile da disperdere nell’ambiente, impiega secoli a degradarsi
🚗 Guidare o parcheggiare sulla spiaggia Compromette le dune e compatta il suolo, ostacolando la vegetazione

L’impatto del cambiamento climatico

Chiara Campione, direttora di Greenpeace Italia, spiega che:

Il cambiamento climatico è la minaccia più urgente per il Mediterraneo. Mappe di Copernicus mostrano ondate di calore record, fino a +5 °C, un allarme che non possiamo ignorare […]. Eppure una nostra indagine ha rivelato che meno dell’1% dei mari italiani è protetto.

Il nostro, continua, è

un mare vittima di un inquinamento intensivo, specialmente da plastica, che minaccia migliaia di specie […]. Per questo abbiamo deciso di celebrare la giornata con un vademecum per far conoscere meglio i nostri mari: una guida che, con consigli e curiosità, mira a sensibilizzare sull’importanza di lottare per il bene comune e non arrendersi alla frustrazione di vederlo degradare.

La campagna Time to resist di Greenpeace

Greenpeace conosce bene il significato di non arrendersi:

La nostra ultima campagna Time to Resist è un appello corale a sostenere la nostra battaglia per il Pianeta, perché oggi siamo sotto attacco e, in una lotta impari che mir a a farci tacere, rischiamo la chiusura.

La campagna Time to Resist è stata lanciata da Greenpeace Italia all’inizio di giugno 2025 con un messaggio chiaro: resistere agli attacchi legali e politici che mirano a zittire la voce degli ambientalisti. È un appello corale perché le denunce ambientali non vengano soffocate e perché le Ong, i cittadini attivi e le comunità scientifiche non perdano il diritto di agire.

L’indagine condotta da AstraRicerche ha spiegato che gli italiani intervistati sono consapevoli che le associazioni sono sotto attacco per la loro attività di monitoraggio e denuncia. E la campagna serve proprio a dare un sostegno concreto, tramite firme, donazioni e partecipazione attiva a chi difende la libertà di informazione ambientale e opera per la tutela del mare, delle foreste e delle comunità locali.