Ue apre agli OGM, cosa cambia con le nuove tecniche genomiche

La Commissione Ue ha presentato una nuova proposta di regolamento per intervenire sulle colture rendendole più resistenti a parassiti e cambiamenti climatici

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Matteo Paolini

Giornalista green

Nel 2012 ottiene l’iscrizione all’Albo dei giornalisti pubblicisti. Dal 2015 lavora come giornalista freelance occupandosi di tematiche ambientali.

La Commissione europea ha recentemente presentato una proposta di regolamento che riguarda l’utilizzo delle nuove tecniche genomiche (NGT), anche note in Italia come tecnologie di evoluzione assistita (TEA), nel settore agricolo. Questa comunicazione segna un importante cambio di passo dell’Europa verso l’innovazione genetica in agricoltura, rispetto alla normativa attuale sugli organismi geneticamente modificati (OGM).

La proposta prevede una deroga parziale alla normativa sugli OGM per le piante ottenute tramite le NGT, introducendo due percorsi distinti per l’immissione sul mercato di queste piante. La nuova normativa definirà due categorie di piante NGT: quelle comparabili alle piante esistenti in natura o convenzionali, e quelle con modifiche più complesse.

Le due categorie saranno soggette a requisiti diversi per poter essere commercializzate, tenendo conto delle loro caratteristiche e dei loro profili di rischio. Questo approccio permette di valutare in modo differenziato le potenziali implicazioni etiche, sanitarie ed ambientali delle diverse piante NGT, garantendo al contempo l’accesso al mercato per quelle con modifiche più semplici che potrebbero apportare benefici significativi al settore agricolo.

Un nuovo approccio all’innovazione genetica

Le piante NGT, sia quelle presenti in natura sia quelle ottenute tramite tecniche di selezione convenzionali, saranno sottoposte a un processo di verifica secondo i criteri stabiliti nella proposta. Se queste piante soddisfano i criteri, saranno considerate piante convenzionali e saranno esentate dalle restrizioni della normativa sugli OGM. Pertanto, non sarà necessaria una valutazione dei rischi e potranno essere etichettate come piante convenzionali. Al contrario, tutte le altre piante NGT saranno soggette alle prescrizioni della normativa vigente sugli OGM e richiederanno una valutazione dei rischi e un’autorizzazione per la commercializzazione. Saranno adottati adeguati metodi di rilevazione e specifici requisiti di monitoraggio per queste piante.

Inoltre, la proposta della Commissione cerca di incentivare lo sviluppo di piante verso una maggiore sostenibilità, garantendo la trasparenza su tutte le piante NGT presenti sul mercato dell’UE (ad esempio, attraverso l’etichettatura delle sementi) e fornendo un solido monitoraggio sull’impatto economico, ambientale e sociale dei prodotti NGT.

Nuove tecniche genomiche per la manipolazione genetica delle piante

La proposta riguarda principalmente le piante ottenute tramite mutagenesi mirata e cisgenesi, nonché gli alimenti e i mangimi derivati da tali piante. Le Nuove Tecniche Genomiche (NGT) includono il genome editing, che consente la manipolazione mirata del genoma inducendo mutazioni in punti specifici dei genomi, e la cisgenesi, che consiste nell’introduzione di un gene da una varietà o un genotipo della stessa specie in un’altra varietà.

Secondo il documento di posizione intitolato “Nuove tecniche genomiche, genome editing e cisgenesi” redatto di recente da Federchimica Assobiotec, dal Cluster Agrifood Nazionale CL.A.N e dal CREA (Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi dell’economia agraria), il genome editing, quando utilizzato per indurre mutazioni, permette modifiche genetiche controllate e precise nel genoma, persino correggendo singoli nucleotidi nella sequenza genica. Inoltre, consente l’introduzione di nuove caratteristiche senza la necessità di inserire geni provenienti da altre specie, come richiesto dalle tradizionali tecniche di modifica genetica.

D’altro canto, la cisgenesi comporta il trasferimento di un gene intatto tra due varietà della stessa specie o specie sessualmente compatibili. Questa tecnica riproduce il processo di trasferimento genico che avviene naturalmente attraverso l’incrocio, ma limita il trasferimento al solo gene d’interesse senza introdurre alcun materiale genetico estraneo. È importante sottolineare che, dal punto di vista scientifico, il genome editing e la cisgenesi sono radicalmente diverse dalle tecnologie rientranti nella categoria di transgenesi, le quali implicano l’introduzione di materiale genetico esterno.

Normative UE sugli OGM estese alle nuove tecnologie genomiche

Attualmente, anche le piante prodotte utilizzando le nuove tecnologie genomiche sono soggette alle medesime norme applicate agli organismi geneticamente modificati (OGM). Queste tecniche non erano ancora esistenti nel 2001, quando è stata introdotta la legislazione dell’Unione Europea sui prodotti ottenuti tramite modificazione genetica, ma nel 2018 una sentenza della Corte di Giustizia dell’Unione Europea ha stabilito che tali piante dovevano essere sottoposte alle medesime regole. Negli ultimi 20 anni, e in particolare negli ultimi 10, sono state sviluppate diverse nuove tecnologie genomiche grazie ai continui progressi nel campo della biotecnologia. Ad esempio, il sistema di editing genomico CRISPR/Cas9, che nel 2020 ha ottenuto il Premio Nobel per la chimica assegnato a Emmanuelle Charpentier e Jennifer A. Doudna, le due pioniere di questa rivoluzionaria tecnica. Al fine di comprendere meglio tutti questi progressi, nel novembre 2019 il Consiglio europeo ha richiesto alla Commissione di condurre uno studio sulle nuove tecnologie genomiche.

Uno studio condotto nel 2021 ha concluso che le normative attuali non tengono il passo con i progressi scientifici e tecnologici e non agevolano adeguatamente lo sviluppo e l’introduzione di prodotti innovativi ottenuti tramite nuove biotecnologie agrarie (NGT). Di conseguenza, l’Unione Europea necessita di un quadro giuridico diverso che assicuri la sicurezza delle piante NGT, a beneficio degli agricoltori, dei consumatori e dell’ambiente. Dopo aver condotto una consultazione pubblica online che ha messo in evidenza l’inadeguatezza della legislazione attuale riguardo alle nuove tecniche di miglioramento genetico vegetale, la Commissione europea ha proposto una nuova legge che si muove proprio in questa direzione, stabilendo un nuovo quadro normativo per le piante NGT e i relativi prodotti. Tale proposta prevede diverse procedure per l’introduzione di queste piante sul mercato.

La visione della Commissione europea

La Commissione europea ritiene che le nuove tecniche genomiche siano strumenti innovativi che possono contribuire ad aumentare la sostenibilità e la resilienza del sistema alimentare, sostenendo gli obiettivi del Green Deal europeo e della strategia Farm to Fork. Il vicepresidente esecutivo per il Green Deal europeo, Frans Timmermans, sottolinea che, consentendo l’uso sicuro di queste nuove tecniche genomiche, gli agricoltori potranno coltivare piante più resistenti alle sfide ambientali. L’obiettivo è quello di fornire agli agricoltori gli strumenti necessari per produrre alimenti sani e sicuri, adattati alle condizioni climatiche mutevoli, nel rispetto dell’ambiente. Questo richiede l’implementazione di nuove norme sull’uso delle tecniche genomiche, sulle piante e sulle sementi forestali per promuovere la diversità, pratiche sostenibili e la sicurezza alimentare, oltre a stimolare la competitività dell’Unione Europea. La commissaria per la Salute e la sicurezza alimentare, Stella Kyriakides, aggiunge che tali norme devono essere aggiornate per garantire la promozione della biodiversità, la sostenibilità e la sicurezza alimentare, nonché per favorire la competitività dell’UE.