La svolta energetica dell’agrovoltaico sta trasformando l’agricoltura

Per raggiungere gli obiettivi di decarbonizzazione, è indispensabile intervenire anche sui terreni ed esistono diversi impianti per avere energia pulita dal suolo

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Matteo Paolini

Giornalista green

Nel 2012 ottiene l’iscrizione all’Albo dei giornalisti pubblicisti. Dal 2015 lavora come giornalista freelance occupandosi di tematiche ambientali.

L’agricoltura e l’energia sono due settori che storicamente hanno avuto poco in comune, ma negli ultimi anni, l’agrivoltaico avanzato ha dimostrato come l’integrazione di queste due attività possa generare numerosi benefici sia per l’ambiente che per l’agricoltura stessa. Ecco alcuni vantaggi dell’agrivoltaico avanzato.

Produzione energetica ed agricoltura: un binomio possibile

L’agrivoltaico avanzato si basa sull’integrazione di pannelli solari fotovoltaici con colture agricole. Questo tipo di sistema sfrutta al meglio le risorse del territorio, permettendo la produzione di energia pulita e la coltivazione di prodotti agricoli nello stesso spazio. In questo modo, si riduce l’impatto ambientale e si ottimizzano le risorse disponibili.

Maggiore efficienza delle colture

L’ombreggiamento creato dai pannelli solari fotovoltaici può proteggere le colture dall’eccessivo irraggiamento solare, riducendo la perdita di acqua e il rischio di stress idrico. Inoltre, l’ombra generata dai pannelli solari può favorire la crescita di alcune colture, come ad esempio quelle che richiedono meno luce solare diretta.

Riduzione dei costi energetici e aumento del valore delle colture

L’agrivoltaico avanzato riduce i costi energetici dell’agricoltura, grazie alla produzione di energia pulita. Inoltre, la coltivazione all’ombra dei pannelli solari può aumentare il valore delle colture stesse, poiché alcuni prodotti agricoli possono essere venduti a prezzi maggiori se coltivati sotto l’ombra dei pannelli.

Riduzione dell’impatto ambientale

L’agrivoltaico avanzato permette di ridurre l’impatto ambientale dell’agricoltura e dell’energia, attraverso la riduzione delle emissioni di CO2 e la produzione di energia pulita. Inoltre, l’integrazione di pannelli solari fotovoltaici con colture agricole può ridurre l’uso di pesticidi e fertilizzanti chimici, poiché le colture sono protette dall’ombra dei pannelli.

Sostenibilità a lungo termine

L’agrivoltaico avanzato è una soluzione sostenibile a lungo termine, poiché permette di utilizzare al meglio le risorse del territorio e di generare prodotti agricoli e energia pulita nello stesso spazio. Inoltre, la produzione di energia pulita può ridurre la dipendenza dall’energia fossile, favorendo la transizione verso un’economia a basse emissioni di carbonio.

Cosa intente il Mase per impianto agrivoltaico avanzato

Sono due le definizioni che ha dato il Mase per impianto agrivoltaico avanzato:

  1. Il primo tipo di impianto consiste nell’adozione di soluzioni che prevedono il montaggio di moduli fotovoltaici elevati da terra, e che possono anche ruotare per evitare di compromettere le attività di coltivazione agricola e pastorale. Questo tipo di soluzione consente inoltre l’utilizzo di strumenti di agricoltura digitale
  2. Il secondo tipo di impianto prevede la contestuale realizzazione di sistemi di monitoraggio per valutare l’impatto dell’agrovoltaico sulle colture, il risparmio idrico, la produttività, la continuità delle attività agricole, il recupero della fertilità del suolo, il microclima e la resilienza ai cambiamenti climatici. In questo modo, l’impianto può essere costantemente ottimizzato per massimizzare i suoi benefici sia in termini di produzione di energia rinnovabile che di benefici ambientali e agricoli

Le soluzioni italiane in via di sviluppo

In Italia si stanno sviluppando diversi modelli per la produzione di energia solare. Da un lato, ci sono sistemi sperimentali complessi che integrano moduli fotovoltaici montati su strutture molto alte e spesso scarsamente disposte, mentre dall’altro ci sono sistemi che utilizzano tecnologie consolidate come i sistemi di inseguimento monoassiale. A seconda del tipo di coltivazione, occorrerà studiare la soluzione più adatta per garantire rendimenti energetici e agricoli ottimali. È infatti necessaria una visione a lungo termine perché gli incentivi del Pnrr saranno sufficienti a finanziare solo un gigawatt di impianti, rispetto agli 80 necessari per raggiungere gli obiettivi nazionali. Secondo associazioni ambientaliste come Legambiente, Greenpeace, Italia solare e WWF, per raggiungere gli obiettivi del fotovoltaico al 2030 sarà necessario intervenire su 50-70 mila ettari di terreno agricolo.

Gli scenari futuri

Il 2023 potrebbe rappresentare una svolta per l’agrovoltaico grazie all’imminente rilascio del decreto attuativo che sblocca i fondi Pnrr. Questi fondi, pari a 1,1 miliardi di euro, saranno destinati allo “Sviluppo agrovoltaico” e prevedono l’installazione di impianti per 1,04 gigawatt entro il 2026, con una produzione attesa di circa 1.300 gigawattora annui. L’obiettivo dichiarato è quello di ridurre i costi energetici del settore agricolo, che rappresentano oltre il 20% dei costi aziendali, e migliorare le prestazioni ambientali e climatiche, con una potenziale riduzione di 0,8 milioni di tonnellate di CO2. I fondi dovrebbero prevedere contributi a fondo perduto fino al 40% per la realizzazione degli impianti definiti “agrivoltaici avanzati”.

Un esempio italiano nel mantovano

Il campo agrivoltaico di Borgo Virgilio, situato a Mantova, utilizza un sistema brevettato dall’azienda Remtec, che include moduli fotovoltaici di oltre quattro metri di altezza e che si muovono per garantire l’ombreggiatura necessaria alle piante. Secondo uno studio condotto in collaborazione con l’Università di Piacenza, le colture di mais presenti nel campo crescono del 4,3% in più rispetto a quelle coltivate in campo aperto. Inoltre, altre colture come insalata, filari di vite, soia, indivia, cavolo, pomodori e grano, hanno dimostrato un aumento nella crescita che varia tra il +15% e il +30%, grazie alla sinergia tra fotovoltaico e colture. Il campo agrivoltaico di Borgo Virgilio si estende su 11 ettari e ospita 7.680 pannelli solari, producendo oltre 3,3 milioni di kilowattora di energia pulita all’anno. È importante sottolineare che questo tipo di impianto non è l’unico esistente in Italia, né rappresenta l’unico modello possibile.

Il cambio di direzione

A fine 2022, il Ministero dell’Ambiente (Mase) ha approvato la costruzione di un impianto agrivoltaico da 37,6 megawatt nella zona di Foggia, proposto da Marco Polo Solar. Inoltre, è previsto che il parco agrivoltaico da 9,7 megawatt di Renantis a Scicli (Ragusa) entri in funzione entro marzo. La Remtec, l’azienda che ha sviluppato il sistema brevettato utilizzato nel campo agrivoltaico di Borgo Virgilio, ha inoltre realizzato altri due impianti simili nella zona di Piacenza, uno in Cina, uno in Francia e due in Giappone. Nel 2023, la Remtec prevede di completare altri sei impianti agrivoltaici in diverse parti del mondo, tra cui uno in Portogallo per Galp Energia e uno in Emilia-Romagna su un vigneto. In Francia, l’impianto sarà realizzato su una risaia per conto di Edf, mentre in Lombardia sarà destinato alla coltivazione di cereali e foraggi.