Riuso o riciclo, qual è la soluzione più sostenibile?

Riuso e riciclo sono principi fondamentali dell'economia circolare, ed entrambi puntano a ridurre l'utilizzo di materie prime e limitare l'inquinamento

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Matteo Paolini

Giornalista green

Nel 2012 ottiene l’iscrizione all’Albo dei giornalisti pubblicisti. Dal 2015 lavora come giornalista freelance occupandosi di tematiche ambientali.

l riuso e il riciclo sono due pratiche che mirano a ridurre l’impatto ambientale dei rifiuti e a conservare le risorse naturali. Il riuso consiste nell’utilizzare nuovamente un oggetto o un materiale senza modificarne la forma o la funzione originaria, mentre il riciclo prevede la trasformazione di un materiale in un altro. Il riuso è di solito la soluzione più sostenibile, poiché permette di conservare l’energia e le risorse utilizzate per la produzione originaria dell’oggetto o del materiale. Tuttavia, il riciclo può diventare sostenibile se viene effettuato in modo efficiente e se utilizza tecnologie che consentono di recuperare l’energia e le risorse in modo efficace. In ogni caso, è importante prestare attenzione all’impatto ambientale di entrambe le pratiche e scegliere quella più adeguata in base alle circostanze specifiche.

Riuso e riciclo, quali sono le differenze

Il riuso consiste nell’utilizzare nuovamente prodotti che non sono ancora diventati rifiuti o scarti. Per evitare che finiscano in discarica o per ridurre le conseguenze ambientali del riciclo, questi oggetti possono essere riparati o ricondizionati. Il riciclo, invece, consiste nella trasformazione dei materiali di scarto di prodotti eliminati in “materie prime seconde” che possono essere utilizzate per la produzione di nuovi oggetti. I processi di riciclo variano a seconda del materiale.

Riuso e riciclo punti cardine dell’economia circolare

L’economia circolare mira a mantenere il flusso dei materiali il più a lungo possibile, trasformando gli scarti in materie prime seconde per la produzione di nuovi prodotti. Riuso e riciclo sono fondamentali per questo modello economico, che cerca di estrarre meno risorse naturali, limitare l’inquinamento, ridurre le emissioni di anidride carbonica e contrastare il cambiamento climatico. In questo modo, anziché diventare rifiuti da smaltire, i prodotti che non utilizziamo più possono avere un valore economico e ambientale se rigenerati.

Le “4R” dell’economia circolare

L’economia circolare fa parte dei diciassette obiettivi di sviluppo sostenibile della Nazioni Unite. Essa si basa sulle 4R: riduzione, riuso, riciclo e recupero. Il concetto di riduzione si riferisce principalmente ai produttori di packaging e, come previsto dal nuovo Regolamento europeo sugli imballaggi, questo devono essere più snelli e risparmiare materia non necessaria.

Il recupero fa invece riferimento a quegli impianti che bruciando i rifiuti o sfruttando la decomposizione, producono energia. È considerata la meno sostenibile a livello ambientale, ma più proficua di una discarica.

Riuso e riciclo, vantaggi e svantaggi

Inoltre, spesso la scelta tra riuso e riciclo dipende dalle tecnologie disponibili e dai costi: il riuso di un prodotto può essere più sostenibile dal punto di vista ambientale, ma il riciclo può essere più conveniente economicamente.

Tuttavia, è importante considerare che il riuso può contribuire a creare occupazione e a sviluppare l’economia locale, mentre il riciclo può generare impatti ambientali negativi, come ad esempio l’emissione di gas serra durante il trasporto dei rifiuti o l’utilizzo di sostanze chimiche durante i processi di riciclo.

Inoltre, il riuso può essere più facile da implementare a livello individuale, mentre il riciclo spesso richiede la creazione di sistemi di raccolta e lavorazione dei rifiuti a livello comunale o nazionale.

Il dibattitto europeo

Il riutilizzo e il riciclo sono argomenti molto discussi, soprattutto in relazione agli imballaggi monouso. Negli ultimi 10 anni, la produzione di rifiuti da imballaggio è aumentata del 20% in Europa. Per ridurre la quantità di rifiuti, la Commissione Europea ha proposto un nuovo regolamento per promuovere l’uso di opzioni e sistemi di riuso.

Il Regolamento europeo sugli imballaggi

Alcune aziende del settore degli imballaggi monouso (usa e getta), in particolare quelle italiane, sono contrarie alle scelte a favore del riuso che danneggiano il riciclo. Ad esempio, secondo il regolamento, dal primo gennaio 2030 il 20% degli imballaggi per bevande calde o fredde da asporto dovranno essere forniti in contenitori riutilizzabili che ne consentono il riempimento. Questo obiettivo è stato ridotto (da 30%) rispetto alla prima bozza di regolamento emersa ad ottobre a causa del malcontento dei produttori e riciclatori di imballaggi monouso. Il settore dell’asporto o della consegna a domicilio è il più complesso: i consumatori oggi sono costretti a utilizzare imballaggi usa e getta poiché è ancora raro trovare ristoranti o bar che offrono sistemi di riutilizzo (utilizzo, restituzione e lavaggio) dei contenitori.

Lo scontro Italia – Commissione UE sul Regolamento Imballaggi

Il regolamento dell’Unione Europea prevede che dal primo gennaio 2030, il 20% degli imballaggi di bevande calde e fredde per l’asporto debbano essere disponibili in contenitori riutilizzabili. Tuttavia, parte dell’industria italiana che produce imballaggi monouso è critica nei confronti di questa scelta, poiché ritiene che penalizzi il riciclo. Nel 2021, l’Italia ha riciclato il 73% degli imballaggi raccolti, superando così l’obiettivo dell’Unione Europea del 65% entro il 2025. Nonostante questo, il vicepresidente della Commissione Europea ha sottolineato che riuso e riciclo non sono in competizione, ma possono coesistere. Tuttavia, Confindustria ha definito il regolamento inaccettabile e basato su un approccio ideologico, soprattutto in termini di costi e posti di lavoro. Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza italiano stanzia circa 2,1 miliardi di euro per la costruzione di impianti di riciclo e raccolta differenziata.