Qualità dell’aria, le istituzioni Ue hanno trovato l’accordo per la nuova direttiva

Grazie all'intesa raggiunta dai colegislatori nella tarda serata di martedì 20 febbraio, l'obiettivo è quello di raggiungere l'"inquinamento zero" entro il 2050

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Matteo Paolini

Giornalista green

Nel 2012 ottiene l’iscrizione all’Albo dei giornalisti pubblicisti. Dal 2015 lavora come giornalista freelance occupandosi di tematiche ambientali.

Un passo avanti importante per la salute dei cittadini europei: le istituzioni dell’Unione europea hanno raggiunto un accordo sulla nuova direttiva per la qualità dell’aria.

L’annuncio è stato dato dalla presidenza di turno del Belgio. La nuova normativa, che fa parte del pacchetto “Zero pollution” della Commissione Europea, mira a ridurre drasticamente l’inquinamento atmosferico, responsabile di circa 300.000 morti premature ogni anno in Europa.

Nuovi Standard per la Qualità dell’Aria in Europa

Con l’introduzione delle nuove regolamentazioni, i colegislatori hanno stabilito di adottare standard più rigorosi per il 2030, ispirati alle direttive dell’OMS e soggetti a revisioni periodiche. La direttiva aggiornata si applica a diversi agenti inquinanti, inclusi particolato fine e grossolano (PM2,5 e PM10), biossido di azoto (NO2), biossido di zolfo (SO2), benzo(a)pirene, arsenico, piombo e nichel, fissando criteri specifici per ciascuno. Per esempio, i limiti annui per PM2,5 e NO2, noti per il loro impatto sulla salute, saranno ridotti da 25 µg/m³ a 10 µg/m³ e da 40 µg/m³ a 20 µg/m³, rispettivamente.

L’accordo preliminare concede agli Stati membri la facoltà di richiedere, entro il 31 gennaio 2029 e sotto determinate condizioni stringenti, un’estensione della scadenza per il rispetto dei limiti di qualità dell’aria:

  • Fino al 1° gennaio 2040 per le aree dove il rispetto della direttiva entro la scadenza prevista risulta impraticabile a causa di condizioni climatiche e geografiche particolari o dove le riduzioni necessarie avrebbero un impatto significativo sui sistemi di riscaldamento domestico esistenti
  • Fino al 1° gennaio 2035 (con la possibilità di un’estensione di ulteriori due anni) se le proiezioni indicano che i limiti non potranno essere rispettati entro la scadenza stabilita

Per ottenere tali proroghe, gli Stati membri dovranno includere previsioni sulla qualità dell’aria nei loro piani d’azione (da definire entro il 2028), dimostrando che il superamento dei limiti sarà il più breve possibile e che i valori limite saranno rispettati entro la fine del periodo di estensione. Durante il periodo di proroga, gli Stati membri sono inoltre tenuti ad aggiornare costantemente i loro piani d’azione e a relazionare sull’attuazione degli stessi.

Piani d’Intervento per la Qualità dell’Aria

Qualora si verifichi il superamento dei limiti o degli obiettivi stabiliti, o si riscontri un rischio reale di eccedere le soglie di allerta o di informazione per certi inquinanti, viene richiesto agli Stati membri di:

  • Preparare una tabella di marcia per la qualità dell’aria in anticipo, nel caso in cui tra il 2026 e il 2029 si superino i limiti o gli obiettivi previsti per il 2030
  • Elaborare piani per la qualità dell’aria nelle zone dove, dopo la scadenza, i livelli di inquinanti eccedano i valori limite e obiettivo definiti dalla direttiva
  • Sviluppare piani d’azione a breve termine che prevedano misure di emergenza (come la limitazione del traffico veicolare, la sospensione di attività edilizie, ecc.) per minimizzare il rischio immediato per la salute umana nelle aree dove si superino le soglie di allerta

I colegislatori hanno acconsentito a introdurre criteri più flessibili per la definizione della qualità dell’aria e per i piani d’azione a breve termine, in situazioni dove la capacità di ridurre certe concentrazioni di inquinanti è notevolmente limitata dalle condizioni geografiche e meteorologiche locali. Per quanto concerne l’ozono, laddove non si rilevi un significativo potenziale di riduzione delle concentrazioni a livello locale o regionale, è stato concordato di esonerare gli Stati membri dalla redazione di piani per la qualità dell’aria, a patto che forniscano alla Commissione e al pubblico una giustificazione dettagliata per tale esenzione.

Riformulazione degli standard: revisione periodica e prospettive future

Il testo provvisoriamente concordato sottolinea l’importanza di una revisione continua degli standard di qualità dell’aria, invitando la Commissione europea a intraprendere questa valutazione entro il 2030 e successivamente ogni cinque anni. L’obiettivo principale è valutare le possibilità di allineamento con le recenti linee guida dell’OMS e le più aggiornate evidenze scientifiche.

La revisione richiesta non si limiterà agli standard di qualità dell’aria, ma si estenderà anche ad altre disposizioni della direttiva, comprese quelle concernenti il rinvio dei termini di conseguimento e l’inquinamento transfrontaliero. Sulla base di questa revisione completa, la Commissione sarà chiamata a presentare proposte concrete per aggiornare gli standard, considerando l’inclusione di nuovi inquinanti e proponendo eventuali azioni supplementari a livello dell’Unione Europea.

Accesso alla giustizia e risarcimento nel diritto ambientale

La proposta di direttiva sottolinea l’importanza di garantire l’accesso alla giustizia per coloro che hanno un interesse sufficiente a contestarne l’attuazione, incluse le ONG ambientali e sanitarie. La procedura di controllo amministrativo o giurisdizionale, come previsto nelle nuove norme, dovrebbe essere equa, tempestiva e accessibile senza costi eccessivi, con tutte le informazioni pratiche resi pubblici.

In base alle nuove disposizioni, gli Stati membri sono chiamati a garantire ai cittadini il diritto di richiedere e ottenere risarcimenti in caso di danni alla salute derivanti da violazioni intenzionali o colpose delle norme nazionali che recepiscono alcune disposizioni della direttiva.

Il testo, così come emendato dai colegislatori, apporta chiarezza e amplia gli obblighi degli Stati membri riguardo alle sanzioni. Queste devono essere effettive, proporzionate e dissuasive per coloro che violano le misure adottate per attuare la direttiva. La valutazione delle sanzioni deve tener conto della gravità e della durata delle violazioni, della loro recidiva, dell’impatto sulle persone e sull’ambiente, nonché dei vantaggi economici reali o stimati derivanti dalla violazione.

Il contesto della nuova Direttiva europea per la qualità dell’aria

Nonostante i notevoli miglioramenti nella qualità dell’aria nell’Ue negli ultimi tre decenni, l’inquinamento atmosferico continua ad essere la principale causa ambientale di morte prematura. Colpisce in modo sproporzionato gruppi vulnerabili come bambini, anziani e persone con condizioni preesistenti, nonché gruppi socioeconomicamente svantaggiati. Ha inoltre un impatto negativo sull’ambiente, causando danni agli ecosistemi e alla biodiversità.

Per affrontare questa sfida, l’Ue dispone di due direttive sulla qualità dell’aria ambiente, risalenti al 2004 e al 2008. La loro revisione è stata proposta dalla Commissione Europea nell’ottobre 2022, come parte integrante del piano di azione “Obiettivo zero inquinamento” nell’ambito del Green Deal europeo. Con questo piano, la Commissione si è impegnata a rivedere gli standard di qualità dell’aria dell’UE per allinearli maggiormente alle raccomandazioni dell’OMS.

La proposta della Commissione aggiorna e unisce le due direttive esistenti e introduce l’obiettivo “zero inquinamentoper l’aria, da raggiungere entro il 2050. Inoltre, stabilisce obiettivi intermedi per il 2030 più vicini alle linee guida dell’OMS. Secondo la proposta iniziale, gli standard stabiliti saranno regolarmente riesaminati fino al 2050, per valutare se debbano essere adattati o se sia necessario coprire anche altri inquinanti. La proposta mira inoltre a rafforzare il monitoraggio, la modellazione e i piani relativi alla qualità dell’aria.

Una svolta per la salute in Europa

“L’inquinamento atmosferico continua a esigere un tributo inaccettabile ogni anno in tutta Europa. L’accordo raggiunto oggi rappresenta una svolta rispetto agli obsoleti standard di qualità dell’aria, alcuni dei quali non sono stati aggiornati da 15-20 anni”, ha dichiarato Javi López, relatore della proposta per l’Eurocamera e membro del partito socialista spagnolo. I nuovi standard avranno un impatto significativo sulla salute dei cittadini nelle regioni di Veneto, Lombardia e Piemonte, tra le più inquinate d’Europa. “Ridurre del 50% le concentrazioni di particelle fini PM2,5 e di biossido di azoto entro il 2030 è un traguardo che, se raggiunto, potrebbe diminuire di almeno il 55% le morti causate da patologie respiratorie”, ha sottolineato Maria Angela Danzì, eurodeputata del Movimento 5 Stelle, esprimendo tuttavia preoccupazione per “la flessibilità concessa agli Stati membri e, di conseguenza, alle regioni coinvolte”.

La sfida dell’inquinamento in Pianura Padana: tra deroghe e responsabilità

Maria Angela Danzì ritiene che il governo italiano non debba ricorrere alla deroga fino al 2040. Tuttavia, i governatori del Nord Italia, tutti appartenenti ai partiti della maggioranza, dissentono. Il presidente della Lombardia, Attilio Fontana, ha sottolineato che le recenti violazioni dei limiti di sostanze inquinanti registrate nelle principali città della val Padana non derivano dalla quantità di inquinanti emessi, ma dal superamento dei giorni di inquinamento determinati dallo stazionamento dell’aria.

Fontana sostiene che le Regioni stanno facendo del loro meglio e che la quantità di particolati rilasciata nell’aria è in costante diminuzione da anni. Tuttavia, sottolinea che ci sono delle limitazioni al di là del loro controllo, dovute al fatto che la pianura padana è una conca nella quale non si crea un ricircolo di aria. Fontana ha già sottolineato in passato che non si può considerare responsabili i residenti della Pianura padana per il luogo in cui vivono. Tuttavia, è altrettanto importante prendere provvedimenti per prevenire ulteriori problemi di salute.

Legambiente esprime soddisfazione per l’accordo provvisorio

“Un respiro di sollievo per l’ambiente europeo” – così commenta Legambiente l’accordo provvisorio raggiunto dalla presidenza del Consiglio e dai rappresentanti del Parlamento europeo sulla proposta di fissare standard rafforzati di qualità dell’aria per il 2030. Il presidente nazionale Stefano Ciafani sottolinea l’importanza di raggiungere l’obiettivo di inquinamento zero entro il 2050 e di allineare gli standard dell’UE alle raccomandazioni dell’OMS, soprattutto considerando che l’Italia è tra i primi paesi in Europa per morti attribuibili all’inquinamento atmosferico.

Il responsabile scientifico Andrea Minutolo aggiunge che l’accordo riguarda diverse sostanze inquinanti, con standard specifici per ciascuna di esse, e sottolinea l’importanza di non puntare esclusivamente sulle deroghe, ma di agire con determinazione per risolvere l’emergenza smog che affligge il nostro Paese. Un impegno concreto e integrato è necessario per ridurre le concentrazioni di smog, con interventi sulla mobilità urbana, il trasporto pubblico, il riscaldamento domestico e le attività industriali. Legambiente auspica che l’Italia non si limiti a cercare scappatoie, ma si adoperi attivamente per garantire un futuro all’insegna di un’aria più pulita per tutti.

Aria pulita per tutti: le ONG chiedono l’adozione rapida della nuova Direttiva

Le organizzazioni no profit europee che si occupano di salute e ambiente chiedono al Parlamento europeo e agli Stati membri di approvare rapidamente l’accordo raggiunto sulla revisione della Direttiva sulla qualità dell’aria. L’accordo, trovato il 20 febbraio nel trilogo, rappresenta un passo avanti importante verso l’aria pulita in Europa.

L’inquinamento atmosferico è un problema serio che colpisce la salute di tutti, in modo particolare i più vulnerabili come bambini, anziani e persone con malattie preesistenti. Il 97% della popolazione urbana respira aria considerata malsana, il che provoca ogni anno centinaia di migliaia di morti premature e costi sanitari elevatissimi.

L’accordo sulla Direttiva sulla qualità dell’aria, secondo le organizzazione non governative, non è perfetto, ma ha un enorme potenziale per ridurre la sofferenza delle persone, prevenire le malattie e ottenere risparmi economici. Le ONG chiedono a tutti i deputati e agli Stati membri di adottare la revisione della Direttiva prima delle elezioni europee. Si tratta di una legge aggiornata con un chiaro valore aggiunto per la salute di tutti.

Anne Stauffer, vicedirettrice di HEAL, esprime la sua gratitudine ai decisori che hanno contribuito all’accordo sulla revisione della Direttiva sulla qualità dell’aria ambiente. Stauffer sottolinea che l’accordo rappresenta un passo significativo verso l’aria pulita in Europa, anche se il compromesso non si allinea completamente alle raccomandazioni scientifiche. Tuttavia, enfatizza l’enorme potenziale del pacchetto nel ridurre le sofferenze, prevenire le malattie e generare risparmi economici. L’appello urgente si rivolge a tutti i deputati e gli Stati membri affinché adottino questa revisione prima delle elezioni europee, considerandola una legge aggiornata con un chiaro valore aggiunto per le persone.

Zorana Jovanovic Andersen, presidente del comitato per l’ambiente e la salute presso la European Respiratory Society, sottolinea senza ombra di dubbio il danno causato dall’inquinamento atmosferico alla salute in tutta Europa. Andersen sottolinea l’importanza che i politici, specialmente quelli dei governi nazionali, garantissero un quadro giuridico conforme agli standard europei sull’aria pulita basati sulla scienza. Questo, secondo Andersen, è essenziale per proteggere la salute delle persone e affrontare efficacemente le sfide legate all’inquinamento atmosferico.

Il Dr. Christiaan Keijzer, presidente del comitato permanente dei medici europei, enfatizza la necessità urgente di aggiornare gli standard di qualità dell’aria dell’UE. Sottolinea il consenso tra i medici di tutta Europa sulla richiesta di migliorare la qualità dell’aria e invoca le autorità pubbliche e i governi nazionali ad agire prontamente per ridurre il carico di malattie.

Dall’altra parte, Susanna Palkonen, direttrice della Federazione europea delle associazioni dei pazienti affetti da allergie e malattie respiratorie, mette in evidenza come l’inquinamento atmosferico comprometta gravemente il benessere delle persone con malattie respiratorie croniche. Illustra gli impatti, tra cui morti premature, ricoveri ospedalieri e assenze dal lavoro e dalla scuola, sottolineando la necessità di affrontare il problema per migliorare la vita di chi vive con queste condizioni.

Milka Sokolovic, Direttore generale dell’Alleanza europea per la sanità pubblica, sottolinea l’importanza cruciale di garantire aria pulita attraverso un’ambiziosa direttiva sulla qualità dell’aria ambiente. Descrive questa iniziativa legislativa come fondamentale per affrontare le disuguaglianze sanitarie in tutta Europa, garantendo che tutti, soprattutto coloro vulnerabili ed emarginati, possano respirare aria pulita.

Xavier Brenez, amministratore delegato delle Mutualités Libres, evidenzia il potenziale risparmio di denaro per gli Stati membri grazie all’aria pulita, riducendo le visite mediche di base e di emergenza. Nel contesto belga, raggiungere gli standard dell’OMS per l’inquinamento da particelle potrebbe significare un risparmio annuale di 43 milioni di euro in costi sanitari grazie alle visite mediche evitate.

Hanna Boogaard, co-presidente della International Society for Environmental Epidemiology Europe, sottolinea che l’inquinamento atmosferico rappresenta un significativo fattore di rischio per la salute pubblica. Esorta i governi, le autorità locali e altri enti a impegnarsi al massimo per affrontare questa sfida, specialmente considerando che la scienza dimostra come anche bassi livelli di inquinamento atmosferico influiscano sulla salute.