Oltre 1200 ragazzi morti a causa dello smog

La Pianura Padana si conferma tra le aree più inquinate, e l'ultimo rapporto dell’Agenzia europea dell'Ambiente chiede ai governi nuove politiche di salvaguardia

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Matteo Paolini

Giornalista green

Nel 2012 ottiene l’iscrizione all’Albo dei giornalisti pubblicisti. Dal 2015 lavora come giornalista freelance occupandosi di tematiche ambientali.

In Europa e in Italia, si sta diffondendo un’allerta per lo smog, specialmente nella Pianura Padana, che risulta essere una delle aree più inquinate del continente. Tuttavia, questa volta i numeri sono relativi ai minori: ogni anno, oltre 1.200 ragazzi sono vittime dell’inquinamento accumulato nei ventisette Paesi dell’Unione Europea, in Islanda, Norvegia, Svizzera e Turchia. La stima è stata fornita dall’Agenzia Europea dell’Ambiente, che ha richiesto ai governi di adottare politiche specifiche per proteggere i bambini e gli adolescenti, come la creazione di “zone di aria pulita” attorno alle scuole. Al momento, ci sono poche aree verdi nei pressi delle scuole in Europa.

Aree verdi scarse nelle vicinanze delle scuole italiane

Secondo i dati, in Italia la quantità di aree verdi entro un raggio di 300 metri dalle scuole è molto bassa. In media, solo poco più del 10% di tale area è coperta da verde, e soltanto il 6% è alberato. Le scuole situate nel nord Europa tendono ad avere le aree circostanti più verdi. In città come Milano, Bari e Napoli, meno del 5% dell’area entro 300 metri dalle scuole è verde, mentre a Roma, Firenze e Bologna la percentuale varia tra il 5 e il 10%.

L’Italia tra i peggiori paesi europei per la qualità dell’aria

L’Italia non se la cava bene per quanto riguarda la qualità dell’aria. Cremona si piazza al 372esimo posto tra le città europee con la concentrazione più elevata di particolato sottile nell’aria (Pm2,5), preceduta solamente dalle stazioni di monitoraggio in Polonia e Croazia. Padova si trova al 367esimo posto, mentre Bergamo, Piacenza, Brescia e Venezia occupano le posizioni dalla 356 alla 359, e Milano è al 349esimo posto. Anche Roma e Napoli si trovano nella parte bassa della classifica, rispettivamente al 257esimo e al 241esimo posto. La prima città italiana con una qualità dell’aria definita accettabile è Genova, al 158esimo posto, seguita da Livorno (33esima) e Sassari, con i migliori dati d’Italia, al 16esimo posto. Nel contesto europeo, Faro, in Portogallo, e le città svedesi di Umea e Uppsala, sono state classificate come le città con l’aria più pulita.

Inquinamento atmosferico in Europa: particolato, biossido di azoto e ozono

La Pianura Padana e altre regioni europee presentano livelli elevati di particolato nell’aria, causati soprattutto dall’uso del carbone per il riscaldamento e per la produzione industriale. Inoltre, il biossido di azoto, emesso dal traffico, è presente in tutte le maggiori città europee, mentre alte concentrazioni di ozono interessano soprattutto l’Italia e il bacino del Mediterraneo, a causa dell’irradiazione solare e del calore. Tali problemi rappresentano una minaccia per la salute umana e l’ambiente.

Un rischio per la salute e l’ambiente

Secondo il recente rapporto “Qualità dell’aria in Europa 2022” dell’EEA, lo smog continua a rappresentare un rischio significativo per la salute in Europa, causando malattie croniche e morti premature. Nel 2020, il 96% della popolazione urbana dell’Ue è stata esposta a concentrazioni di particolato fine (PM2,5 ) superiori al livello guida dell’OMS di 5 microgrammi per metro cubo (µg/m3) di aria. L’inquinamento atmosferico danneggia anche la biodiversità, le colture agricole e le foreste, causando gravi perdite economiche.

Un costo troppo alto per la salute

L’inquinamento atmosferico rappresenta ancora un grave problema per la salute dei cittadini europei, soprattutto nelle zone urbane. Secondo le stime dell’EEA, nel 2020, almeno 238.000 persone nell’Ue sono morte prematuramente a causa dell’esposizione all’inquinamento da PM 2,5 superiore al livello guida dell’OMS di 5 µg/m3. Inoltre, l’inquinamento da biossido di azoto ha causato 49.000 morti e l’esposizione all’ozono 24.000 morti premature.

Questo non è solo un problema per la mortalità, ma anche per la salute in generale e i costi sanitari, ad esempio, nel 2019, in 30 paesi europei, l’esposizione al PM 2,5 ha portato a 175.702 anni vissuti con disabilità (YLD) a causa di broncopneumopatia cronica.

Va sottolineato che, dal 2005 al 2020, il numero di decessi precoci dovuti all’esposizione al PM 2,5 è diminuito del 45% nell’UE, grazie a diverse politiche e azioni intraprese. Se questa tendenza continua, l’UE dovrebbe raggiungere l’obiettivo del piano d’azione per l’inquinamento zero, che prevede una riduzione del 55% delle morti premature entro il 2030.

Tuttavia, per raggiungere l’obiettivo dell’inquinamento zero entro il 2050 e per ridurre l’inquinamento atmosferico a livelli considerati non dannosi per la salute, saranno necessari ulteriori sforzi. La scarsa qualità dell’aria continua a rappresentare un costo troppo alto per la salute dei cittadini europei.

Le principali fonti di inquinamento in Europa

Secondo l’analisi dell’EEA, i combustibili fossili nel settore residenziale, commerciale e istituzionale rappresentano la principale fonte di inquinamento da particolato in Europa. Le emissioni di PM 10 e PM 2,5 sono principalmente legate alla combustione di combustibili solidi per il riscaldamento degli edifici. Nel 2020, il settore è stato responsabile del 44% delle emissioni di PM 10 e del 58% di PM 2,5.

L’industria, il trasporto su strada e l’agricoltura rappresentano altre fonti significative di inquinamento atmosferico. L’agricoltura, in particolare, è stata responsabile della maggior parte delle emissioni di ammoniaca e di oltre la metà delle emissioni di metano. Per gli ossidi di azoto, le fonti principali sono state il trasporto su strada, l’agricoltura e l’industria.

Nonostante il notevole aumento del prodotto interno lordo dell’UE nel periodo 2005-2020, le emissioni di tutti i principali inquinanti atmosferici nell’Ue hanno continuato a diminuire. Secondo l’analisi dell’EEA, questa tendenza è in atto dal 2005.

Il Green Deal Europeo: verso l’inquinamento zero entro il 2050

La Commissione Europea ha proposto una revisione della direttiva sulla qualità dell’aria ambiente nell’ottobre 2022, con l’obiettivo di allineare gli standard dell’Ue alle linee guida dell’OMS sulla qualità dell’aria. Il piano d’azione dell’Ue per l’inquinamento zero prevede una riduzione dell’inquinamento dell’aria, dell’acqua e del suolo a livelli considerati non dannosi entro il 2050. La revisione della direttiva include soglie più rigide per l’inquinamento, il rafforzamento del diritto all’aria pulita e norme rafforzate per il monitoraggio della qualità dell’aria, nonché potenziali disposizioni per i cittadini che chiedono un risarcimento per i danni alla salute dovuti all’inquinamento atmosferico.