La ricetta della Norvegia per il riciclo della plastica: ecco come funziona

Ecco come funziona il sistema Drs che ha permesso alla Norvegia, e non solo, di arrivare al 96 per cento di bottiglie riciclate

Pubblicato: 26 Febbraio 2018 12:48Aggiornato: 1 maggio 2024 16:04

Alessandra Di Bartolomeo

Giornalista di economia

Giornalista esperta di risparmio, ha maturato una vasta esperienza nella divulgazione di questioni economiche.

Il 96 per cento delle bottiglie di plastica in Norvegia viene riconsegnato ai negozi e riciclata. È questo il dato incoraggiante che emerge grazie al Drs (deposit – refound system), il sistema di gestione rifiuti utilizzato in Norvegia (ma in generale in tutta la Scandinavia e anche in Germania) per incentivare i consumatori al riciclo corretto dei contenitori di plastica. Una ricetta semplice, ma che ha un grande impatto sul rispetto dell’ambiente, ma non solo.

In Norvegia chi acquista una bottiglia di plastica (bibite o acqua) paga una cifra aggiuntiva su ogni acquisto. Quando riporta al negozio il contenitore vuoto lo può riconsegnare alla cassa oppure inserire all’interno di apposite macchine. In cambio riceve la cifra spesa in più per acquistare il prodotto. Un sistema che viene premiato con percentuali molto alte di riciclo nei Paesi dove viene utilizzato.

La rivoluzione del riciclo in Norvegia: un modello per il mondo

In Norvegia, inoltre, dal 2014 tutti gli imballaggi presenti sul mercato sono monouso. Quindi utilizzabili solo una volta. Il 93 per cento degli imballaggi raccolti avviene tramite uno dei 3500 distributori presenti nel Paese, il 7 per cento invece viene ripreso manualmente in uno degli 11.500 punti di raccolta. Il tutto è gestito da Infinitum: organizzazione privata di rivenditori e produttori senza scopo di lucro. 

I produttori che devono utilizzare imballaggi, secondo il regolamento norvegese, hanno la responsabilità della copertura del costo di riciclaggio. Si devono accollare  una tassa base per l’imballaggio e una ambientale per coprire il costo della raccolta e del riciclo. Sopra il 95 per cento di raccolta, però, non vi sono tasse, secondo il principio per cui il balzello si riduce all’aumentare del tasso di riciclaggio.

Con una percentuale così elevata molto materiale viene esportato in Paesi che producono un riciclaggio inferiore. Questo sistema è sotto attento esame da parte di altri Paesi, fra questi il Regno Unito dove la percentuale di riciclaggio delle bottiglie di plastica si attesta al 57 per cento. Il sistema norvegese si basa su un semplice schema di restituzione delle bottiglie di plastica e lattine vuote. I consumatori pagano una piccola somma aggiuntiva all’acquisto di ogni bottiglia di plastica, che viene poi restituita quando la bottiglia viene riportata al negozio o inserita in appositi distributori. Questo incentivo ha portato alla raccolta di oltre un miliardo di bottiglie di plastica e lattine ogni anno, permettendo alla Norvegia di riciclare quasi l‘intera quantità di bottiglie in plastica prodotte nel Paese.

La lezione norvegese: la sfida globale dell’inquinamento da plastica

Tuttavia, non tutti i Paesi sono all’avanguardia come la Norvegia. L’Italia, ad esempio, è stata oggetto di un’indagine che ha evidenziato un traffico internazionale illegale di rifiuti plastici verso la Malesia. Questo mette in luce l‘inefficacia del sistema di riciclo e l’urgenza di adottare misure per ridurre la produzione di plastica usa e getta.

Il successo del sistema norvegese dimostra che è possibile creare soluzioni efficaci per affrontare la crisi ambientale. Con un impegno comune e un’azione coordinata, è possibile ridurre significativamente l’inquinamento da plastica e proteggere il nostro pianeta per le generazioni future.

 

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