COP27, il rapporto sul clima 2022 evidenzia dati preoccupanti

Il rapporto sul clima 2022, presentato in occasione della COP27, mostra un pianeta in grande sofferenza e i dati evidenziano come l'Europa sia il continente più caldo

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Matteo Paolini

Giornalista green

Nel 2012 ottiene l’iscrizione all’Albo dei giornalisti pubblicisti. Dal 2015 lavora come giornalista freelance occupandosi di tematiche ambientali.

I ghiacci si stanno sciogliendo e sta piovendo in Groenlandia anziché nevicare. Il livello dei mari sta crescendo e diventa anche più caldo. Nel Mediterraneo pioverà meno e le temperature in Europa aumenteranno in dalle emissioni di gas serra.

Sono questi alcuni dei dati rilevanti del report della World Meteorological Organization presentato in occasione della COP27 che si sta svolgendo a Sharm-El Sheikh, in Egitto.

Il rapporto sul clima dell’Organizzazione meteorologica mondiale fotografa i pericoli per l’uomo e mette a fuoco i punti critici che rappresentano un serio rischio per il nostro pianeta e la salute delle persona.

Temperature

Gli ultimi anni sono stati i più caldi registrati finora, a causa delle crescenti concentrazioni di gas serra e del calore accumulato nel mare. Secondo il rapporto Stato del clima globale nel 2022 dell’Organizzazione meteorologica mondiale, la temperatura media nel 2022 sarà di circa 1,15 gradi sopra i livelli preindustriali (cioè la temperatura media del periodo 1850-1900). Tutto ciò è dovuto all’aumento delle concentrazioni dei principali gas serra (anidride carbonica, diossido di azoto), che dopo aver raggiunto livelli record nel 2021, continua a salire. Il caldo sta sciogliendo le calotte polari e i ghiacciai, provocando desertificazione ed eventi meteorologici estremi.

Mari

Nell’ultimo trentennio il livello medio dei mari è aumentato di circa 3,4 millimetri all’anno, ma dal 1993 questo tasso è raddoppiato. L’aumento è dovuto allo scioglimento dei ghiacci causati dal costante aumento delle temperature. Secondo il rapporto dell’Organizzazione meteorologica mondiale, da gennaio 2020 a gennaio 2022 il livello medio dei mari è salito di dieci millimetri: un aumento del dieci per cento rispetto all’innalzamento complessivo degli ultimi trent’anni, misurato tramite satellite. L’alleanza dei piccoli stati isola (Aosis) punta sulla COP27 per andare avanti con il maxifondo per le opere di indennizzo e mitigazione dei danni climatici.

Ghiacciai

Nel 2022 si è registrato lo scioglimento dei ghiacciai alpini più alto dal 2003, con una perdita di spessore che va dai 3 ai 4 metr. Secondo il rapporto dell’Organizzazione meteorologica mondiale, in Svizzera si è verificata una perdita del 6% del volume dei ghiacciai. L’estensione dei ghiacci dell’Artico è stata sotto la media 1981-2010 per la maggior parte dell’anno. In Antartide, il 25 febbraio, si è registrata la minore estensione dei ghiacci dall’inizio delle rilevazioni: solo 1,92 milioni di chilometri quadrati, 1 milione di chilometri quadrati in meno rispetto alla media di lungo periodo. Dal 1950 ad oggi, la superficie glaciale del nostro Paese si è ridotta del 30%, passando da 527 chilometri quadrati a 370.

Siccità

Quest’anno larghe zone d’Europa hanno avuto ripetuti episodi di caldo estremo e la siccità ha colpito tutti i grandi fiumi europei. Reno, Loira e Danubio, sono scesi a livelli critici, e anche il fiume Po ha registrato record negativi.

La siccità ha ridotto alla fama 19 milioni di persone nell’Africa orientale tra Kenya, Somalia ed Etiopia, mentre le alluvioni hanno ucciso 1.700 persone in Pakistan e costretto quasi 8 milioni a lasciare i loro villaggi. Nell’Africa orientale, le piogge sono state sotto la media per quattro stagioni consecutive, il periodo più lungo in 40 anni, e ci sono indicazioni che anche l’attuale stagione sarà secca. La Cina ha avuto la più estesa e lunga ondata di calore da quando ci sono le rilevazioni e la seconda estate più secca mai registrata.

Malattie

La salute dei cittadini europei è influenzata dai cambiamenti climatici in svariati modi. Gli eventi climatici estremi più letali in Europa sono rappresentati dalle ondate di calore, in particolare in Europa occidentale e meridionale. Le alterazioni nella produzione e distribuzione di polline e spore indotte dai cambiamenti climatici potrebbero anche far registrare l’aumento dei disturbi allergici di cui soffre già il 24% della popolazione.

Cibo

Il rapporto sottolinea anche la necessità di cambiamenti nei sistemi alimentari, responsabili di un terzo delle emissioni di gas serra, e invoca azioni urgenti che includono modifiche delle diete, riduzione degli sprechi, degli ecosistemi naturali. L’Unep afferma che i governi possono facilitare la transizione utilizzando sistemi di sussidi e di tassazioni, mentre il settore privato può ridurre gli sprechi alimentari, usare energie rinnovabili e sviluppare alimenti con minore impatto ambientale. I singoli cittadini possono cambiare i loro stili di vita consumando cibi più sostenibili.

Dito puntato contro i piani nazionali

Il rapporto accusa i piani nazionali di essere troppo conservativi e “gravemente inadeguati”. Infatti, nonostante le tante promesse fatte a Glasgow in occasione della COP26, di queste solo poche hanno trovato reale applicazione e, in ogni caso, i piani permetterebbero di ridurre solo 0.5 gigatonnellate di gas serra. Secondo il report, questa cifra rappresenta meno dell’1% delle emissioni che è necessario ridurre antro il 2030.