Caldo record a maggio, è il dodicesimo mese consecutivo con temperature mai registrate

Maggio 2024 è stato il più caldo mai registrato, temperatura superficiale media globale superiore di 0.65°C rispetto al periodo compreso tra il 1991 e il 2020

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Matteo Paolini

Giornalista green

Nel 2012 ottiene l’iscrizione all’Albo dei giornalisti pubblicisti. Dal 2015 lavora come giornalista freelance occupandosi di tematiche ambientali.

Il maggio del 2024 si conferma come il mese più caldo mai registrato al mondo, battendo un record che durava da metà dell’Ottocento. Questo dato, reso noto da Copernicus, il servizio meteo dell’Unione Europea, rappresenta il dodicesimo mese consecutivo a stabilire un nuovo primato di temperatura.

La temperatura media globale degli ultimi 12 mesi, da giugno 2023 a maggio 2024, è la più alta mai registrata, con un valore di 1,63°C superiore alla media pre-industriale del periodo 1850-1900. Questo supera il limite di 1,5°C fissato dall’Accordo di Parigi e dalla Cop26 di Glasgow, un campanello d’allarme per l’intensificarsi del cambiamento climatico.

Maggio 2024, ancora un record di caldo, è il dodicesimo mese consecutivo

Il mese di maggio del 2024 è stato il mese più caldo mai registrato a livello mondiale, secondo i dati di C3S, il programma di osservazione dei cambiamenti climatici della Commissione Europea. La temperatura media globale dell’aria superficiale è stata di 0,65°C superiore alla media del periodo 1991-2020, segnando così il dodicesimo mese consecutivo per il quale la temperatura media globale raggiunge un valore record per il mese corrispondente, sulla base dei dati ERA5.

L’Organizzazione Meteorologica Mondiale (WMO) e l’Ufficio Meteorologico del Regno Unito hanno confermato questa serie di 12 mesi nella loro relazione annuale sulle previsioni climatiche per il prossimo futuro. Questa relazione mostra, tra molti altri risultati, che è probabile che almeno uno dei prossimi cinque anni sarà il più caldo di sempre, battendo il record di caldo del 2023.

Mari in ebollizione: nuovo record di calore per la superficie marina

A maggio 2024, la temperatura della superficie marina nella fascia compresa tra i 60 gradi di latitudine Nord e i 60 gradi di latitudine Sud ha raggiunto i 20,93°C, stabilendo un nuovo record per quel mese. Questo segna il 14º mese consecutivo in cui la temperatura della superficie marina è stata la più elevata mai registrata per quel periodo.

L’undicesimo mese consecutivo sopra 1,5°C

I dati del Copernicus Climate Change Service per maggio evidenziano un aumento allarmante delle temperature. La temperatura media globale registrata per maggio 2024 è stata superiore di 1,52°C rispetto alla media preindustriale del periodo 1850-1900, segnando così l’undicesimo mese consecutivo (dal luglio 2023) con temperature pari o superiori a 1,5°C. Inoltre, la temperatura media globale degli ultimi 12 mesi (da giugno 2023 a maggio 2024) è risultata essere la più alta mai registrata, con un incremento di 0,75°C rispetto alla media del periodo 1991-2020 e di 1,63°C rispetto alla media preindustriale.

Questo trend allarmante viene confermato mentre contemporaneamente l’Organizzazione Meteorologica Mondiale (WMO) e l’Ufficio Meteorologico del Regno Unito pubblicano il loro aggiornamento annuale-decennale sulle previsioni climatiche. Questo rapporto, che sintetizza le previsioni annuali-decennali fatte da queste istituzioni per il periodo 2024-2028, suggerisce che almeno uno dei prossimi cinque anni potrebbe diventare il più caldo mai registrato, superando così il 2023.

Dodici mesi di record, il cambiamento climatico è in aumento, ma c’è ancora speranza

Carlo Buontempo, Direttore del Copernicus Climate Change Service, ha espresso preoccupazione riguardo alla striscia record di 12 mesi di temperature globali elevate. Ha dichiarato: “È scioccante ma non sorprendente che abbiamo raggiunto questa striscia di 12 mesi. Anche se questa sequenza di mesi da record finirà per interrompersi, la testimonianza complessiva del cambiamento climatico rimane e non c’è alcun segnale in vista di un cambiamento di questa tendenza”.

Buontempo ha sottolineato l’importanza del monitoraggio climatico avanzato, sostenendo: “Viviamo in tempi inediti, ma abbiamo anche un’abilità senza precedenti nel monitorare il clima e questo può aiutare a informare le nostre azioni”. Guardando al futuro, ha lanciato un appello all’azione, affermando: “Questa serie di mesi più caldi sarà ricordata come relativamente fredda, ma se riusciremo a stabilizzare le concentrazioni di gas serra nell’atmosfera in un futuro molto prossimo, potremmo tornare a queste temperature fredde entro la fine del secolo”.

Oltre il riscaldamento globale: chiamata all’azione sulle emissioni di gas serra

Samantha Burgess, direttrice del servizio Cambiamento climatico di Copernicus, ha espresso profonda preoccupazione riguardo alla tendenza climatica attuale. Ha affermato: “Il clima continua ad allarmarci. Gli ultimi 12 mesi hanno battuto record come mai prima, primariamente a causa delle nostre emissioni di gas serra, e poi di una spinta aggiuntiva da El Niño nel Pacifico tropicale”.

Burgess ha sottolineato l’urgenza di ridurre le emissioni di gas serra, avvertendo: “Finché non raggiungeremo le zero emissioni globali nette, il clima continuerà a riscaldarsi, continuerà a battere record, e continuerà a produrre eventi atmosferici ancora più estremi. Se scegliamo di continuare ad aggiungere gas serra all’atmosfera, il 2023 – 2024 ci sembrerà presto un anno fresco, come oggi ci sembra il 2015 – 2016”.

Antonio Guterres: “L’umanità di fronte al cambiamento climatico”

In occasione della Giornata Mondiale dell’Ambiente, il Segretario Generale dell’Onu Antonio Guterres ha tenuto un discorso in cui ha sottolineato la necessità di una tempestiva inversione di rotta nei confronti del cambiamento climatico, affermando che “l’umanità sarà come l’asteroide per i dinosauri” se non si agisce immediatamente.

Guterres ha evidenziato che “stiamo già superando il limite di 1,5 gradi” di riscaldamento globale, con gravi ripercussioni che non tarderanno ad arrivare. Per rafforzare il proprio messaggio, ha paragonato la situazione climatica di oggi con l’impatto devastante che ha avuto l’asteroide per i dinosauri, sottolineando che l’uomo non è solo chi subisce l’evento catastrofico, ma anche chi lo genera.

Non solo siamo in pericolo, ma siamo noi il pericolo. Possiamo anche essere la soluzione. Siamo sull’orlo dell’inferno climatico. E la verità è che sta a noi trovare una via d’uscita. È ancora possibile rimanere entro il limite di 1,5 gradi”, ha affermato Guterres.

Per il Segretario Generale dell’Onu, c’è solo una cosa da fare per combattere il cambiamento climatico: “agire”. “Significa solo che dobbiamo raddoppiare gli sforzi. Ora. La verità è che la battaglia per raggiungere 1,5 gradi sarà vinta o persa nel decennio del 2020, sotto l’occhio vigile degli attuali leader. Tutto dipenderà dalle decisioni che questi leader prenderanno (o non prenderanno) soprattutto nei prossimi diciotto mesi. Il cappio si sta stringendo”, ha concluso Guterres, sottolineando l’importanza di azioni immediate e decisive da parte dei governi e dei cittadini per promuovere la prosperità economica e lo sviluppo sostenibile.

L’umanità è il pericolo: il cambiamento climatico e gli sforzi per contrastarlo

Secondo l’Organizzazione meteorologica mondiale, la sequela di mesi record di temperature elevate è destinata ad interrompersi a causa dell’indebolimento della corrente oceanica calda di El Niño. Tuttavia, prima di questo, ci sarà da superare un’estate in cui, avverte Ko Barrett, vicesegretaria dell’Organizzazione meteorologica mondiale, “al di là delle statistiche, rischiamo trilioni di dollari di danni e la perdita di milioni di vite”.

L’umanità sembrerebbe in pericolo, ma secondo il segretario generale dell’Onu, Antonio Guterres, “l’umanità in realtà è “il” pericolo, simile a quello del meteorite che ha sterminato i dinosauri”. Per questo, secondo Guterres, abbiamo bisogno di “prendere lo svincolo di uscita dall’autostrada dell’inferno climatico”.

Tuttavia, la vittoria non è a portata di mano. Le emissioni di gas serra, e quindi i termometri, corrono più veloci dei nostri sforzi. L’Agenzia internazionale per l’energia (Iea) ha avvertito che l’obiettivo di installare 11mila gigawatt di impianti rinnovabili entro il 2030 verrà mancato. Ai ritmi attuali arriveremo solo a due terzi.

“Avremmo bisogno – sostiene Guterres – di far calare le nostre emissioni di anidride carbonica del 9% all’anno”. Invece le fonti fossili e i gas serra non fanno ancora registrare flessioni. “Non possiamo accettare un futuro in cui i ricchi siano protetti nelle loro bolle di aria condizionata” denuncia il segretario dell’Onu, con il cambiamento climatico diventato ormai “la madre di tutte le tasse occulte pagate dalle persone comuni e dai Paesi vulnerabili”. Quella tassa, sostiene Guterres, andrebbe piuttosto dirottata sui profitti di chi estrae, vende e brucia combustibili fossili.

L’impatto devastante del cambiamento climatico sulla salute dei bambini

Un aumento di 1°C della temperatura nei paesi a basso reddito porta a un incremento di 16,6 bambini su mille che muoiono prima di compiere un anno di età, mentre le probabilità di bambini nati morti e di nascite pretermine aumentano del 5% per ogni aumento di 1°C. “I cambiamenti climatici rappresentano una minaccia unica per la salute e il benessere dei bambini e delle madri in gravidanza”, affermano i ricercatori dell’Unicef nel rapporto “A threat to progress: Confronting the effects of climate change on child health and well-being“, pubblicato in occasione della Giornata Mondiale dell’Ambiente. I medici sono unanimi nel sottolineare questa connessione.

Il rapporto evidenzia i principali rischi climatici, come il caldo estremo, la siccità e gli incendi, e i fattori moltiplicatori, tra cui la scarsità d’acqua, l’insicurezza alimentare e gli sfollamenti, che si intrecciano con le vulnerabilità socioeconomiche.

Dati principali sull’impatto del cambiamento climatico sui bambini

Fra i dati principali dello studio Unicef emerge che:

  • Caldo Estremo: Un aumento di 1°C della temperatura nei Paesi a basso reddito porta a un aumento di 16,6 bambini su 1.000 nati vivi che muoiono prima di compiere un anno di età. Le probabilità di bambini nati morti e nascite pretermine aumentano del 5% per ogni incremento di 1°C della temperatura.
  • Siccità: Il rischio di un evento simile alla siccità senza precedenti del 2022 nel Corno d’Africa, che ha colpito più di 20 milioni di bambini e causato almeno 20.000 morti in più tra i bambini al di sotto dei cinque anni, è stato stimato essere diventato 100 volte più probabile a causa del cambiamento climatico indotto dall’uomo.
  • Incendi Boschivi: Ogni incremento di 1 microgrammo per metro cubo d’aria (mg/m³) di PM2,5 emanato dagli incendi è associato a un aumento del 2,3% del rischio di mortalità dei bambini sotto i 5 anni. Rispetto al PM2,5 proveniente da altre fonti, il PM2,5 rilasciato dagli incendi boschivi è circa 10 volte più dannoso per la salute respiratoria dei bambini, in particolare per quelli di età inferiore ai 5 anni.
  • Inondazioni e Tempeste: Uno studio ha rilevato che i neonati che vivevano in aree a rischio di inondazioni in Bangladesh avevano l’8% in più di probabilità di morire rispetto a quelli non esposti alle inondazioni, causando oltre 150.000 morti infantili in eccesso in un periodo di 30 anni.
  • Inquinamento dell’Aria: L’inquinamento atmosferico è associato a un aumento del rischio di morte infantile e di esiti avversi alla nascita, con circa 2 milioni di nascite pretermine all’anno attribuite all’esposizione al particolato ambientale.

L’impatto del cambiamento climatico sulla salute dei bambini e delle madri

L’Unicef ricorda che l’esposizione ai rischi legati al clima è associata a numerose complicanze per la salute dei bambini e delle madri. Tra queste:

  • Complicanze in gravidanza e nascite negative: inclusi parto pretermine, basso peso alla nascita e bambini nati morti.
  • Malnutrizione: che comprende malnutrizione cronica, acuta e carenze di micronutrienti.
  • Malattie infettive: come malaria e dengue, la cui diffusione è aggravata dal cambiamento climatico.
  • Malattie non trasmissibili: come malattie legate al caldo, asma e malattie croniche metaboliche e cardiovascolari.
  • Impatto sul neurosviluppo e salute mentale: tra cui ritardi nello sviluppo, disfunzioni cognitive e depressione.
  • Effetti sul benessere: tra cui perdita di apprendimento, violenza, abuso e sfruttamento.
  • Lesioni da esposizione a rischi estremi: come annegamento e ustioni.

Questi dati sottolineano l’urgenza di affrontare il cambiamento climatico per proteggere la salute e il benessere delle future generazioni.

Proteggere i bambini dal cambiamento climatico: un appello dell’Unicef

Nel report “A threat to progress: Confronting the effects of climate change on child health and well-being“, i ricercatori dell’Unicef sottolineano che “ogni bambino ha diritto a vivere in un ambiente pulito, sano e sostenibile”. Per questo motivo, l’organizzazione ha lanciato un appello per chiedere a tutti, compresi i governi e il settore privato, di ridurre le emissioni per raggiungere la soglia di 1,5°C, dando priorità agli sforzi di mitigazione che affrontano molteplici sfide e forniscono chiari co-benefici per la salute dei bambini.

Inoltre, l’Unicef chiede di proteggere i bambini dall’impatto dei cambiamenti climatici, assicurando che le politiche e gli impegni in materia di clima, come i contributi determinati a livello nazionale, i Piani Nazionali di Adattamento e quelli dei settori sanitari e determinanti per la salute, rispondano alle esigenze dei bambini che sono sempre più esposti ai rischi climatici.

Infine, l’organizzazione chiede di dare priorità alla salute e al benessere dei bambini nelle politiche, negli investimenti e nelle azioni per il clima, per garantire un futuro sostenibile e una vita dignitosa per tutti i bambini del mondo.

Dal 2022, l’Unicef Italia promuove la Campagna “Cambiamo ARIA” per sensibilizzare sull’impatto della crisi climatica sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza.