Allarme ghiacciai alpini italiani, entro il 2060 a rischio l’80%

Questo l'allarme lanciato da Greenpeace e Legambiente a conclusione della prima tappa della spedizione sul ghiacciaio dei Forni, nel Parco Nazionale dello Stelvio

Foto di Matteo Paolini

Matteo Paolini

Giornalista green

Nel 2012 ottiene l’iscrizione all’Albo dei giornalisti pubblicisti. Dal 2015 lavora come giornalista freelance occupandosi di tematiche ambientali.

Il 2022 è stato definito dagli esperti come un annus horribilis per i ghiacciai alpini, e purtroppo, la stagione 2023 non sembra presentare miglioramenti. Questa preoccupante situazione è emersa dalle campagne glaciologiche di monitoraggio condotte sui principali apparati glaciali italiani. I nostri ghiacciai, una volta giganti bianchi, appaiono ora sempre più scuri, fragili e instabili.

Recenti spedizioni, come quelle condotte da Greenpeace e la Carovana dei Ghiacciai di Legambiente, quest’ultima ancora in corso e realizzata in collaborazione scientifica con il Comitato Glaciologico Italiano (CGI), sono solo alcune delle iniziative ambientaliste promosse con l’obiettivo di sensibilizzare l’opinione pubblica e coloro che potrebbero non essere esperti in materia sui gravi effetti del cambiamento climatico in alta quota. Queste iniziative si concentrano in particolare sui ghiacciai delle Alpi, noti come i “giganti bianchi,” e mirano a promuovere comportamenti sostenibili e responsabili per contrastare questa preoccupante tendenza.

Alleanze cruciali per i ghiacciai alpini

Oltre a raccogliere e diffondere dati sullo stato di salute dei ghiacciai, queste iniziative hanno anche uno scopo altrettanto importante: stringere nuove alleanze con i diversi attori territoriali, i famosi stakeholder. Questi includono amministrazioni locali, il mondo della ricerca e semplicemente coloro che abitano le aree soggette a studio. Queste relazioni sono fondamentali per poter intraprendere interventi efficaci nel contrastare gli effetti sempre più evidenti e dannosi del cambiamento climatico nelle regioni alpine.

Vanda Bonardo, responsabile di Legambiente Alpi e presidente di Cipra Italia, sottolinea l’importanza di queste iniziative, affermando che “siamo giunti alla quarta edizione della Carovana dei Ghiacciai e vogliamo continuare a raccontare la crisi climatica attraverso i ghiacciai, che agiscono come perfetti termometri e testimoni dell’evoluzione climatica in atto. Un ritiro così repentino testimonia l’inequivocabile impronta antropica, capace di sovvertire i normali cicli naturali”.

Chiamata all’azione: preservare i ghiacciai alpini per il futuro

Guglielmina Diolaiuti, glaciologa e professore presso l’Università degli Studi di Milano, condivide la stessa opinione. Afferma che le previsioni basate sugli scenari climatici futuri indicano chiaramente che entro il 2060, circa l’80% dei ghiacciai italiani delle Alpi si sarà sciolto. Queste proiezioni richiamano le parole del professor Claudio Smiraglia, che avverte che questa evoluzione dannosa causerà gravi problemi di approvvigionamento idrico, con periodi di siccità sempre più intensi, e avrà conseguenze significative sui sistemi ambientali, sociali ed economici. Claudio Smiraglia sottolinea che noi siamo i responsabili di questa situazione e abbiamo il dovere di intervenire.

La sfida del turismo e la conservazione dei ghiacciai

La riduzione dell’area del ghiacciaio comporta un accesso sempre più limitato a questo prezioso e suggestivo ambiente naturale. Questo rappresenta una sfida per il turismo, che si basa proprio sulla possibilità di visitare e ammirare i ghiacciai. Tuttavia, è importante sottolineare che il turismo può anche contribuire all’aggravarsi della situazione, a causa della sua impronta ecologica. Pertanto, è necessario trovare un equilibrio tra la fruizione turistica e la tutela dell’ambiente.

Affrontare il cambiamento climatico per la conservazione dei ghiacciai

Tuttavia, per preservare questi ambienti, è fondamentale agire sul fronte del cambiamento climatico e ridurre le emissioni di gas serra. Solo un impegno globale e coordinato per affrontare il cambiamento climatico potrà garantire un futuro sostenibile per i ghiacciai e per l’intero pianeta. Il coinvolgimento di tutti gli attori, sia a livello istituzionale che privato, è essenziale per affrontare questa sfida e garantire la conservazione di questi eccezionali paesaggi naturali per le generazioni future.

Lombardia: la preoccupante estinzione dei ghiacciai italiani

In linea con la tendenza negativa registrata per la quasi totalità dei ghiacciai italiani, la situazione in Lombardia è motivo di profonda preoccupazione. Ad oggi, nella regione lombarda, sono riconosciuti 203 apparati glaciali, ma un dato ancor più allarmante è che ben 124 di essi sono stati dichiarati estinti negli ultimi 30 anni.

Questo numero, seppur elevato, racchiude una realtà ancora più inquietante: “La maggior parte degli stessi è definita come malato terminale e si trova in totale disequilibrio con le attuali condizioni climatiche”, sottolinea Claudio Smiraglia, esperto in questioni ambientali. “La quasi totalità di questi ghiacciai è destinata a scomparire entro la fine del secolo, a meno che non siamo in grado di invertire la rotta.”

La situazione dei ghiacciai lombardi richiede una seria riflessione sulle azioni necessarie per preservare questi preziosi ecosistemi alpini e mitigare gli effetti dei cambiamenti climatici.

Impegno per una sostenibilità energetica e ambientale

Le iniziative come la Carovana dei Ghiacciai, volte a stimolare riflessioni e promuovere idee concrete, si concentrano sull’obiettivo cruciale di trovare soluzioni energetiche autenticamente sostenibili che possano influire positivamente sui comportamenti della natura.

Marco Giardino, nel suo intervento conclusivo, ha enfatizzato la necessità di affrontare questa sfida: “Dobbiamo trovare soluzioni energetiche realmente sostenibili, capaci di influire positivamente sui comportamenti della natura.”

Condividendo questa prospettiva, Vanda Bonardo ha aggiunto: “Occorre lavorare in modo sinergico e mirato sia sugli effetti che sulle cause che hanno portato a questa situazione, con azioni di adattamento e mitigazione.” Ha inoltre sottolineato come “in montagna, le estremizzazioni del cambiamento climatico sono ancora più evidenti, da qui la necessità di acquisire una nuova consapevolezza.”

Questi sforzi congiunti rappresentano un passo importante verso un futuro più sostenibile ed ecologicamente consapevole.