Gli eventi estremi e le temperature record delle ultime settimane sono una chiara indicazione del cambiamento climatico in corso. Secondo Silvio Gualdi, direttore della divisione Simulazioni e previsioni climatiche del Centro euromediterraneo sui cambiamenti climatici (CMCC), non sono necessarie spiegazioni alternative per questi fenomeni, nonostante il 2023 abbia registrato una serie di episodi senza precedenti.
Tuttavia, una parte della comunità scientifica sta sollevando dubbi sul fatto che tutto ciò che stiamo osservando nell’anno in corso possa essere attribuito esclusivamente al cambiamento climatico. È possibile che altri fattori, come l’attività solare o le variazioni dell’attività vulcanica, abbiano contribuito ad accelerare o esacerbare la crisi climatica.
Questi dubbi sono legittimi e meritano di essere esplorati. Tuttavia, è importante ricordare che il cambiamento climatico è un problema reale e urgente che sta già avendo un impatto significativo sul nostro pianeta. Le nostre azioni per ridurre le emissioni di gas serra sono fondamentali per prevenire i peggiori effetti della crisi climatica.
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Il climatologo della Florida State University, Michael Diamond, ha avanzato un’interessante ipotesi sul repentino e inatteso aumento delle temperature. Secondo lui, tale fenomeno potrebbe essere stato causato dalle nuove norme volte a ridurre l’inquinamento generato dalle migliaia di navi mercantili che solcano i mari di tutto il mondo. Queste norme hanno comportato una significativa diminuzione delle particelle inquinanti emesse dalle ciminiere delle navi. Tuttavia, queste particelle sospese nell’aria avevano la capacità di riflettere la luce solare, contribuendo al raffreddamento dell’atmosfera. A partire dal 2020, le nuove regole internazionali di navigazione hanno imposto una drastica riduzione dell’80% delle emissioni di queste polveri.
Secondo Tianle Yuan, fisico dell’atmosfera presso la Nasa e l’Università del Maryland, il cambiamento che abbiamo osservato è stato davvero sorprendente per il clima. Abbiamo continuato a sperimentare un costante effetto di raffreddamento anno dopo anno, ma improvvisamente è completamente scomparso. Secondo i sostenitori di questa teoria, la rimozione delle “polveri navali” contribuirà ad un ulteriore aumento medio della temperatura globale di 0,1 gradi centigradi entro il 2050.
Un’indagine sulle possibili cause del cambiamento climatico
Nel dibattito sulle cause del cambiamento climatico, è emerso un altro possibile colpevole: il vulcano sottomarino Hunga Tonga-Hunga Ha’apai, che è esploso nel gennaio 2022 nel Pacifico meridionale. Questa esplosione ha rilasciato nell’atmosfera più di 150 milioni di tonnellate di acqua, una sostanza che agisce come gas serra intrappolando il calore sotto forma di vapore. Un recente studio, ancora in fase di valutazione da parte della comunità scientifica, sta cercando di comprendere gli effetti potenziali di questa eruzione. Si ipotizza che le variazioni di temperatura potrebbero oscillare da un massimo di 1,5°C in aumento in alcune aree a un raffreddamento di 1°C in altre.
Inoltre, ci sono altri possibili colpevoli sotto accusa. Uno di essi è rappresentato dalle polveri sollevate dai deserti africani, ma è da notare che quest’ipotesi richiede ulteriori approfondimenti. Al contrario, l’idea di un‘intensificazione dell’attività solare come causa del cambiamento climatico è stata totalmente respinta dalla comunità scientifica.
Dibattito scientifico sulle cause dell’aumento delle temperature
L’impennata delle temperature registrata negli ultimi mesi ha sollevato dubbi su possibili nuove cause, oltre al cambiamento climatico e al ritorno di El Niño. In particolare, Carlo Buontempo, direttore della rete europea di satelliti Copernicus, ha dichiarato che “quello che stiamo vedendo non è solo El Niño che si somma al climate chanage“.
Queste affermazioni sono state però contestate da alcuni scienziati, tra cui Marco Gualdi, dell’Istituto di scienze marine del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr). Gualdi ritiene che, sebbene Buontempo sia un “ottimo scienziato”, non sono ancora disponibili studi che dimostrino la presenza di nuove cause all’impennata delle temperature.
El Niño e il riscaldamento globale: una doppia causa
Il climatologo Michael Mann, dell’Università della Pennsylvania, stima che El Niño sia responsabile di un sesto del riscaldamento globale. I restanti cinque sesti sono invece dovuti alle attività umane, in particolare all‘inarrestabile consumo di combustibili fossili.
Queste stime sono confermate da altri climatologi, come Andrea Gualdi, dell’Università di Milano. Gualdi sottolinea che “la ricerca di altre spiegazioni è una discussione di secondo ordine. Nessuno, nella comunità scientifica, mette in dubbio le cause principali del riscaldamento globale”.
Secondo Gualdi, i modelli matematici, già dalla scorsa primavera, prevedevano l’arrivo di un El Niño, che avrebbe fatto registrare molti record di temperatura. Tuttavia, le conseguenze di questo evento climatico si faranno sentire probabilmente nei prossimi mesi, anche nelle nostre latitudini. Il gran caldo di quest’estate 2023, invece, si spiega con le incursioni dell’anticiclone africano. Incursioni che si sono verificate anche negli anni scorsi, quando invece di El Niño c’era la Niña.
L’analisi del World Weather Attribution
L’aumento delle emissioni di anidride carbonica e di altri gas serra causati dalle attività umane è la principale causa del cambiamento climatico, incluso l’intensificarsi delle ondate di caldo estremo. Questo secondo l’analisi del WWA che sottolinea che senza l’influenza umana, queste ondate di caldo non sarebbero state così intense o frequenti come lo sono oggi. Gli effetti del cambiamento climatico sono evidenti non solo in Europa e negli Stati Uniti, ma anche in altre parti del mondo come la Cina. La ricerca del WWA mette in evidenza l’importanza di prendere misure per ridurre le emissioni di gas serra e mitigare il cambiamento climatico al fine di limitare gli impatti negativi sul clima.