Flat tax, dal 2023 si cambia: le novità per le partite Iva. Quante tasse pagheranno

Nella Manovra 2023 del governo Meloni importanti novità riguardo alla tassazione dei lavoratori autonomi. Come cambia la flat tax o regime forfettario

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Pierpaolo Molinengo

Giornalista economico-finanziario

Giornalista specializzato in fisco, tasse ed economia. Muove i primi passi nel mondo immobiliare, nel occupandosi di norme e tributi, per poi appassionarsi di fisco, diritto, economia e finanza.

Nella Manovra di bilancio approvata dal governo Meloni trovano spazio importanti novità riguardo alla tassazione dei lavoratori autonomi, e cioè liberi professionisti e partite Iva. Da sempre “vicino” al mondo dei lavoratori “senza tutela”, il centrodestra ha messo a segno una riforma imponente relativa alla cosiddetta flat tax, cioè il regime forfettario di tassazione agevolata.

Vediamo di cosa si tratta, quali sono i vantaggi e gli svantaggi della flat tax e cosa cambia per le partite Iva dal 2023.

Flat tax, vantaggi e svantaggi

La flat tax è una “tassa piatta”, cioè una tassa unica fissa che va a sostituire tutte quelle ordinariamente previste. Il regime forfetario rappresenta il regime naturale delle persone fisiche che esercitano un’attività di impresa, arte o professione in forma individuale.

Ecco i principali vantaggi della flat tax, o regime forfettario:

  • nessun limite di età;
  • tassazione al 5% o al 15% su una percentuale del fatturato (il cosiddetto coefficiente di redditività);
  • assenza totale dell’Iva, ideale per chi vende al consumatore finale;
  • gestione più semplice, meno costi collegati al commercialista;
  • nessun limite di valore per l’acquisto di beni strumentali;
  • sconto del 35% sui contributi Inps per artigiani, fornitori di servizi e commercianti.

Ecco i principali svantaggi:

  • non si scarica nessun costo;
  • limite di 20mila euro per le spese per il personale;
  • non si può fatturare in modo prevalente al datore di lavoro con cui si abbia avuto un rapporto di lavoro dipendente nei 2 anni precedenti;
  • fatturato massimo annuale pari a 65mila fino al 2022 e a 85mila euro dal 2023.

Chi è escluso dalla flat tax

Non possono aderire al regime forfettario:

  • i titolari di quote in società di persone in qualsiasi percentuale;
  • i titolari di quote srl e associazioni che permettono il controllo;
  • i titolari di partita Iva negli ultimi 2 anni per la stessa tipologia di attività.

Flat tax, cosa cambia dal 2023

La prima novità nella Legge di bilancio è che dal 2023 la flat tax, già oggi al 15%, si applicherà fino a 85mila euro di ricavi e compensi, e non più soltanto fino a 65mila.

La finestra si allarga quindi di ben 20mila euro per le partite Iva forfettarie. La platea di beneficiari, secondo le stime del Ministero dell’Economia, dovrebbe essere di circa 100mila professionisti.

Inoltre, se si dovessero raggiungere i 100mila euro di fatturato, le partite Iva dovranno automaticamente emettere anche fatture Iva. Se invece supereranno gli 85mila euro, rimanendo però sotto la soglia dei 100mila, manterranno il regime forfettario ma solo fino all’anno successivo.

In pratica: se nel 2023 si raggiungono i 100mila euro si esce subito dalla tassazione agevolata, se invece si rimane tra gli 85mila e i 100mila euro l’aliquota si alzerà solo dal 2024.

Viene anche introdotta per i lavoratori autonomi una flat tax incrementale al 15% con una franchigia del 5% e un tetto massimo di 40mila euro. Verrà applicata l’aliquota del 15% su una quota dell’incremento di reddito 2022, paragonato al più alto reddito dichiarato nei 3 anni precedenti e assoggettato all’Irpef.

Fatturazione elettronica: i migliori software da usare

Ricordiamo che tutte le partite Iva, anche in regime forfettario, ora devono fare fattura elettronica.

Sono diversi i software che è possibile utilizzare per avere la fatturazione elettronica. Tra questi, i più utilizzati sono:

Per ulteriori info sulla fatturazione elettronica, vi rimandiamo alla guida dell’Agenzia delle Entrate, che potete scaricare qui gratuitamente in formato pdf.