Dipendenti con figli, come avere i fringe benefit 2023: le istruzioni

L'Agenzia delle Entrate, attraverso una circolare, ha spiegato come debbano essere richiesti ufficialmente i fringe benefit

Foto di Pierpaolo Molinengo

Pierpaolo Molinengo

Giornalista economico-finanziario

Giornalista specializzato in fisco, tasse ed economia. Muove i primi passi nel mondo immobiliare, nel occupandosi di norme e tributi, per poi appassionarsi di fisco, diritto, economia e finanza.

Entro la soglia dei 3.000 euro, i fringe benefit continueranno ad essere esentasse fino al 31 dicembre 2023. Questa particolare agevolazione spetta unicamente ai lavoratori dipendenti con dei figli a carico. Quanti sono interessati ad accedere a questa agevolazione devono compilare un modulo da consegnare al proprio datore di lavoro, il quale deve essere messo ufficialmente a conoscenza dell’esistenza della prole.

I fringe benefit esentasse fino a 3.000 euro sono stati introdotti dal Decreto Lavoro 2023. Questa norma riconosce ai lavoratori dipendenti, che siano genitori, una soglia di esenzione fiscale maggiore rispetto a quella degli altri contribuenti. Per questi ultimi, infatti, il tetto ordinario è pari a 258,23 euro. Per poter beneficiare di questa particolare agevolazione, però, i figli devono essere fiscalmente a carico del genitore.

A questo punto, cerchiamo di comprendere in breve in cosa consistono i fringe benefit e per chi siano effettivamente esentasse. Ricordiamo, soprattutto, che per esercitare questo diritto è necessario compilare e consegnare al datore di lavoro un apposito modulo.

Fringe benefit: ecco cosa sono

Cerchiamo di capire, prima di tutto, cosa siano i fringe benefit. L’azienda, oltre al normale stipendio versato ogni mese in denaro, ha la possibilità di riconoscere al lavoratore dipendente, al suo coniuge o agli altri familiari a carico una serie di servizi o beni. Che, in alcuni casi, possono essere prodotti dall’azienda stessa. Nel momento in cui si viene a configurare questa situazione, si parla di retribuzione in natura.

I beni ed i servizi che l’azienda decide di erogare, possono essere assegnati a particolari categorie di lavoratori. O anche solo a singoli dipendenti. Stiamo parlando, in altre parole, dei fringe benefit, che sono erogati a totale e completa discrezione del datore di lavoro.

I fringe benefit, in alcuni casi, possono rappresentare delle misure di welfare aziendale. Questi beni o servizi possono essere:

  • casa;
  • auto;
  • telefono;
  • borse di studio;
  • buoni carburante;
  • vantaggi di natura finanziaria, come prestiti agevolati o partecipazione agli utili
  • assicurazioni/formule previdenziali particolari.

I dipendenti con figli

Cosa ha previsto, nel dettaglio, il Decreto Lavoro? L’articolo 40 ha introdotto unicamente per il periodo d’imposta 2023 – andando, quindi, ufficialmente in deroga a quanto è previsto dall’articolo 51, comma 3, prima parte del terzo periodo del TUIR, ossia il Testo Unico delle imposte sui redditi – la regola secondo la quale non andranno a formare il reddito, purché rimangono al di sotto del valore complessivo di 3.000 euro:

  • eventuali servizi prestati o beni ceduti ai lavoratori dipendenti con dei figli;
  • eventuali somme che siano state rimborsate od erogate, sempre ai lavoratori dipendenti con dei figli, per saldare le utenze domestiche. Stiamo parlando, ovviamente, delle bollette di casa.

L’importanza dei figli a carico

Quali figli danno diritto ad accedere ai fringe benefit esentasse fino a 3.000 euro? Permettono di accedere a questo particolare buono tutti i figli: sia quelli nati all’interno del matrimonio, che quelli che sono nati fuori e che siano stati riconosciuti legalmente. Sullo stesso piano sono collocati anche i figli adottivi e quelli affidati.

Vengono considerati ufficialmente a carico della famiglia quelli che, nel corso del 2022, hanno percepito un reddito complessivo:

  • che risulti essere uguale od inferiore a 2.840,51 euro, al lordo degli eventuali oneri deducibili;
  • che risulti essere uguale o inferiore a 4.000 euro per i figli che abbiano un’età inferiore a 24 anni.

Come devono essere richiesti i fringe benefit

A fornire dei chiarimenti su come debbano essere richiesti i fringe benefit ci ha pensato l’Agenzia delle Entrate, in una circolare datata 1° agosto 2023. I contribuenti possono accedere a questa agevolazione con la certificazione della condizione di lavoratore dipendente. Il diretto interessato è tenuto ad informare il datore di lavoro della presenza di uno o più figli all’interno del proprio nucleo familiare, indicando i relativi codici fiscali.

Non è stata definita una procedura specifica attraverso la quale la comunicazione deve essere effettuata. Saranno direttamente le parti a concordare in quale modo questa comunicazione debba essere effettuata.

È bene precisare che ai fringe benefit esentasse fino a 3.000 euro hanno diritto entrambi i genitori con figli a carico. La circolare sottolinea come sia indispensabile comunicare al proprio datore di lavoro qualsiasi cambiamento della situazione familiare.

I figli devono risultare fiscalmente a carico al 31 dicembre 2023. È importante, quindi, a fine anno verificare che i requisiti di età e reddituali siano confermati.

Fringe benefit da 1.000 euro nel 2024

Secondo alcune indiscrezioni anticipate ad agosto da Il Sole 24 Ore, i fringe benefit, per chi non ha figli a carico, potrebbero essere innalzati a 1.000 euro nel 2024.

Stando alle prime indiscrezioni, sembrerebbe che anche per il prossimo anno possa rimanere una sostanziale differenza tra chi ha dei figli e chi non li ha: l’ipotesi è che possa essere confermata anche la soglia dei 3.000 euro per i lavoratori dipendenti che sono dei genitori. Purtroppo, però, è ancora presto per sapere se queste indiscrezioni possano essere confermate o meno. I lavori sulla Manovra 2024 sono a malapena alle battute iniziali ed i problemi più importanti da affrontare sono quelli legati alle risorse finanziarie. Quindi non è ancora possibile dare delle certezze su quello che possa accadere il prossimo anno.

L’intenzione di muoversi in questo senso è contenuta all’interno del progetto di riforma fiscale. Ma soprattutto l’ipotesi di far crescere l’importo dei fringe benefit esentasse è stata dichiarata da Maurizio Leo, in qualità di vice ministro all’Economia e alle Finanze, che nel corso dell’iter di approvazione della legge delega ha spiegato:

Ma non abbiamo dimenticato il mondo del lavoro dipendente (…). Come? Pensando già a rendere analiticamente deducibili certi costi e certe spese, come quelle per la mobilità e per la formazione, cercando di elevare il tetto dei fringe benefit, i famosi 3.000 euro, e già l’abbiamo fatto nella legge di bilancio e continueremo a farlo nei successivi provvedimenti.