Troppi debiti con il Fisco? Una legge tutela i contribuenti

Le legge sul sovraindebitamento tutela i contribuenti che hanno troppi debiti con il fisco. Ecco come utilizzarla per tutelarsi

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Pierpaolo Molinengo

Giornalista economico-finanziario

Giornalista specializzato in fisco, tasse ed economia. Muove i primi passi nel mondo immobiliare, nel occupandosi di norme e tributi, per poi appassionarsi di fisco, diritto, economia e finanza.

Cartelle esattoriali, tasse e debiti da pagare: a volte anche il contribuente più onesto si può trovare in una situazione di pesante sovraindebitamento. Chi ha un piccolo stipendio, grazie al quale riesce ad arrivare a malapena a fine mese, se lo può ritrovare pignorato. Se da un lato il nullatenente non ha proprio niente da temere, chi ha le preoccupazioni maggiori sono proprio le persone che hanno uno stipendio, una pensione o, comunque vada, delle entrate certe ogni mese.

Sono molti i contribuenti che, se proprio non sognano di lasciare ai figli una grossa eredità, sperano, almeno, di lasciare una situazione debitoria pulita. Ma soprattutto priva di pendenze tributarie. Ma è possibile cancellare con un colpo di spugna tutti i debiti con il fisco e con i privati? È possibile, in qualche modo, togliersi di dosso delle pesanti cartelle esattoriali e le continue richieste di pagamento che arrivano da parte dell’Agenzia delle Entrate? Quale strada possono percorrere i diretti interessati, per riuscire a sanare la propria posizione? La soluzione ai problemi della maggior parte dei contribuenti è contenuta nella legge: volendo essere più precisi è contenuto all’interno del Codice sulla Crisi d’Impresa.

Una volta tristemente nota come legge salva suicidi, la via che, oggi come oggi, permette di uscire dai debiti con il fisco e con i privati è la cosiddetta procedura di sovraindebitamento: una norma che è stata più volte ritoccata e rivista, ma il cui intento è sempre stato quello di favorire il debitore. Questa particolare procedura permette a quanti non hanno delle disponibilità economiche sufficienti per soddisfare i propri creditori – non importa che sia l’Agenzia delle Entrate o un qualsiasi altro privato – di purgarsi delle obbligazioni. E soprattutto lasciarsi alle spalle quelle situazioni che non gli permettono di rifarsi una vita.

Cancellare i debiti con il fisco

La normativa che permette di uscire dai debiti con il fisco e la Legge sul Sovraindebitamento. Sono principalmente gli aspetti pratici delle disposizioni contenute in questa normativa che permettono ai diretti interessati di trovare una soluzione. Molti tribunali, nel corso degli ultimi anni, si appoggiano proprio a queste disposizioni: i giudici, accogliendo le modifiche che sono state introdotte proprio alla Legge sul Sovraindebitamento, permettono di cancellare tutti i debiti accumulati da un creditore, senza che ci sia una contropartita. In altre parole senza che sia necessario effettuare un qualsiasi pagamento.

È bene sottolineare che questa soluzione è estrema e che risulta essere confinata esclusivamente a quei casi in cui il debitore non possa oggettivamente saldare i propri debiti. Il diretto interessato non deve avere un lavoro e non deve essere in possesso di un patrimonio. Ma soprattutto non deve avere le capacità fisiche per trovare un’occupazione con la quale potersi comprare da mangiare. Stiamo parlando di soggetti che magari stanno sopravvivendo con una misera pensione sociale che gli è stata riconosciuta dallo Stato.

Quando non è prevista la cancellazione dei debiti

Nel caso in cui il debitore abbia una qualsiasi proprietà, ma non sufficienti per poter soddisfare l’Agenzia delle Entrate o gli altri creditori, il giudice permette un taglio importante del debito, che può essere ridotto fino all’80% del suo ammontare.
In questo caso bisogna dare qualcosa in cambio? Sì, la risposta è affermativa. Il debitore dovrà dare parte dello stipendio o un immobile, anche se è di scarso valore: in quest’ultimo caso con il ricavato della vendita il creditore potrà trovare una minima soddisfazione.

A seguito di queste operazioni ci sarà l’esdebitazione totale del debitore, che in questo modo verrà sollevato completamente dai debiti che ha contratto con il fisco e delle procedure esecutive in corso.

Procedura di sovraindebitamento: un esempio pratico

Ma come funziona la procedura per il sovraindebitamento? Un esempio di questa prassi è contenuto all’interno di un provvedimento del Tribunale di Lucca. Nel caso che prendiamo in esame è stata aperta la liquidazione di un patrimonio di un debitore, benché lo stesso non avesse un patrimonio a lui intestato.

La procedura relativa al sovraindebitamento è stata fondata unicamente sui redditi futuri del debitore, quelli che sarebbero derivati da uno striminzito stipendio da cuoco. Il giudice ha provveduto ad accogliere le istanze del contribuente, che ha presentato un piano di rateizzazione di una piccola parte del debito contratto. Nell’arco di sei il contribuente avrebbe saldato solo una parte di un’obbligazione che era quasi esclusivamente tributaria.

Il piano prevedeva che il debitore avesse destinato 500 euro ogni mese del proprio salario all’Agenzia delle Entrate, che moltiplicati per i sei anni della dilazione, avrebbero comportato il pagamento del 10% del debito complessivo. Il debitore in questione aveva un’esposizione fiscale pari a 334.000 euro e 42.000 euro di altri debiti con privati.

In precedenza per il recupero del credito tributario il debitore era già soggetto ad una trattenuta del quinto del suo stipendio, che nel momento in cui il giudice aveva preso questa decisione si attesta intorno a 1.300 euro.

Quando i creditori si oppongono

La procedura di sovraindebitamento può essere richiesta, anche senza il consenso dei creditori, quando i debiti non sono collegati con il lavoro. Devono, in altre parole, derivare da delle obbligazioni personali. Il giudice prende atto del programma di risanamento che viene presentato da debitore, che deve essere assistito necessariamente da un OCC, ossia un Organismo di Composizione della Crisi, che sono presenti un po’ ovunque in Italia. Generalmente hanno sede presso le locali Camere di Commercio.

Il contribuente/debitore si deve rivolgere a questo organismo per gestire la procedura. È necessario, inoltre, farsi assistere anche da un avvocato. Il programma di liquidazione del patrimonio, a questo punto, viene depositato in tribunale e il giudice lo convalida, apportando eventuali rettifiche che ritiene necessarie.

Prima di convalidare il programma di risanamento il tribunale verifica che il debitore ne sia meritevole. L’indebitamento, in altre parole, non deve essere frutto di un comportamento doloso o gravemente colpevole. Quando viene accolto il piano di sovraindebitamento, decadono eventuali pignoramenti in corso attuati dal creditore, come le eventuali trattenute sullo stipendio.