Stalking, condannato per cani molesti: la sentenza e la novità patentino anti aggressione

Cani rumorosi e aggressivi, due recenti novità - una sentenza e un progetto di legge - pongono nuovamente l'attenzione sull'effettiva idoneità del proprietario a gestire l'animale

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Claudio Garau

Editor esperto in materie giuridiche

Laureato in Giurisprudenza, con esperienza legale, ora redattore web per giornali online. Ha una passione per la scrittura e la tecnologia, con un focus particolare sull'informazione giuridica.

Pubblicato: 17 Novembre 2024 19:00

I dati Eurispes, contenuti nel Rapporto Italia 2024, confermano che il nostro Paese è popolato da molti amanti di cani, gatti, uccelli e non solo. In quasi un’abitazione su quattro (37,7%) c’è almeno un animale da compagnia e poco più di 4 italiani su 10 che ne hanno uno, optando per felini o cani.

Proprio questi ultimi, definiti i migliori amici dell’uomo per antonomasia, talvolta però sono fonte di contrasti in condominio, con il vicino o i vicini di casa. I rumori come ululati o guaiti, specialmente se i quadrupedi sono lasciati soli per lungo tempo, oppure gli odori se si tratta di cani che non ricevono un’adeguata pulizia, o ancora le allergie e la paura del contatto ravvicinato, come anche gli escrementi non raccolti, possono costituire seri problemi di convivenza all’interno di un edificio.

Inoltre, l’aggressività di taluni animali – se non adeguatamente addestrati ed educati – insieme al rischio di danni alle aree comuni, possono gettare ulteriore benzina sul fuoco.

In riferimento alla delicata questione della convivenza dei padroni dei cani con gli altri condomini, è recentemente intervenuta una interessante sentenza di condanna per stalking verso un proprietario poco “vigile” nei confronti della sua bestia e – proprio in questo periodo – in Regione Lombardia è stata redatta una proposta di legge, che prevede un patentino per chi adotta cani potenzialmente pericolosi.

Vediamo insieme queste ultime novità, su temi che riguardano le più condivisibili regole di educazione civica e di buona convivenza condominiale.

La vicenda giudiziaria

Non previsto espressamente dal Codice Penale, lo stalking condominiale (anch’esso una tipologia di stalking al pari di quello occupazionale o di quello tramite social) è però un reato oggi riconosciuto dalla giurisprudenza della Corte di Cassazione e ricondotto all’illecito penale degli atti persecutori.

Proprio di questo reato, secondo il tribunale di Firenze, si è reso autore un professore della maggiore città toscana, il quale – come emerso dall’accurata ricostruzione dei fatti grazie alle indagini dirette dal Pm incaricato – aveva indirettamente provocato uno stato di ansia e agitazione nei suoi vicini di casa. Questi ultimi, infatti, erano stati per anni vittime dei continui e ininterrotti latrati dei suoi tre cani labrador, lasciati soli nel giardino della villetta di proprietà.

Una convivenza divenuta impossibile, visto che – nel corso della disputa – i legali dei vicini precisarono che i loro clienti dovettero comprare un’altra abitazione, per trovare un posto abbastanza tranquillo per riposarsi. Non era bastato, infatti, installare doppi vetri alle finestre e munirsi di tappi per orecchio.

I rumori molesti dei cani erano proseguiti giorno e notte, determinando la responsabilità penale dell’uomo che avrebbe così creato – consapevolmente e volontariamente – uno stato di turbamento nei vicini, costringendoli a modificare le proprie abitudini a causa di atti persecutori.

La sentenza e il valore di precedente per casi simili

Ne è seguita una sentenza di condanna alla reclusione insieme al risarcimento danni a favore delle vittime del continuo abbaiare, anteriormente costituitesi parte civile. Il provvedimento rappresenta un significativo precedente di orientamento in tema di stalking condominiale, attuato con una negligente e colpevole gestione dei propri animali da compagnia.

La vicenda rientra cioè a pieno titolo nella fattispecie prevista dall’art. 612 bis del Codice Penale, ossia quegli atti persecutori che – per loro natura – mirano a destabilizzare emotivamente la vittima. Tra i casi di stalking condominiale troviamo ad es. le molestie verbali, il controllo ossessivo della vita del vicino o anche le vere e proprie intimidazioni fisiche.

Ma, come accertato dal tribunale fiorentino, lo stalking può essere costituito anche dal comportamento di chi non tiene a bada il proprio cane, evitando che possa recare disturbo alla quiete pubblica e al riposo dei vicini.

L’iniziativa della Regione Lombardia

Proprio in riferimento al delicato tema della responsabilità del proprietario di cani nella gestione del rischio di disturbo e molestie in condominio, merita di essere menzionata la recente stesura di una proposta di legge avanzata dalla Regione Lombardia, avente il titolo “Norme specifiche per alcune tipologie di cani a tutela del loro benessere e delle pubblica incolumità“.

L’iniziativa è il frutto di una richiesta specifica di Anci Lombardia e Enci Lombardia (Ente nazionale Cinofilia Italiana), dei veterinari delle Ats e delle associazioni di protezione animale.

Nel testo si trova la previsione del lancio di una sorta di patentino di idoneità, per chi vuole adottare cani appartenenti a una di 26 razze considerate complesse per ragioni di indole e potenziale aggressività. Nella proposta si prevede anche il varo di corsi teorici e pratici obbligatori e l’introduzione di prescrizioni rigide sulla riproduzione e vendita dei cuccioli.

Tale proposta non è circoscritta al solo territorio della Lombardia ma, nelle intenzioni degli autori, mira alla valutazione in Parlamento, allo scopo di divenire testo di riferimento per il varo di una normativa nazionale. Vero è però che l’attuale Esecutivo sta già lavorando in autonomia a regole ad hoc, per prevenire nuovi casi di violenza e aggressioni da parte di cani considerati “a rischio”.

In sostanza, invece che presentare una proposta di legge regionale, si è ritenuto preferibile rivolgere la problematica ai tavoli nazionali, in quanto il contenuto del testo – spiegano i sostenitori dell’iniziativa – andrebbe a toccare aspetti che non sono di competenza della Regione Lombardia, ma del Parlamento.

Il patentino cani è già realtà a Milano

A livello locale, il patentino è già stato lanciato. Anzi è obbligatorio nel Comune di Milano, territorio in cui è presente da un quadriennio. Nel 2020 l’ente locale varò infatti il Patentino Cane Speciale, un attestato emesso dall’Ats a tutti i proprietari di cani appartenenti a razze o simil-razze potenzialmente problematiche.

Tale documento deve essere conseguito dall’essere umano di riferimento per l’animale, entro i 6 mesi dal suo ingresso nel nucleo familiare. Il mancato rispetto delle prescrizioni contenute nel relativo regolamento comporta un sanzione amministrativa pecuniaria fino a 500 euro.

Il patentino, che prende le mosse da un decreto del Ministero della Salute del novembre 2009, contiene norme che dispongono che la formazione si compia esclusivamente a livello teorico, con corsi anche via web. Con l’iniziativa di cui sopra, invece, il nuovo testo della Regione mira a garantire anche una formazione sul campo, con effettiva valutazione del cane e dell’interazione con il proprietario e nell’ottica di una piena prevenzione dei casi di aggressione.