Flat tax incrementale, come funziona e a chi conviene

Scopriamo come funziona la flat tax incrementale e a chi convenga optare per questa particolare misura messa in campo dal Governo.

Foto di Pierpaolo Molinengo

Pierpaolo Molinengo

Giornalista economico-finanziario

Giornalista specializzato in fisco, tasse ed economia. Muove i primi passi nel mondo immobiliare, nel occupandosi di norme e tributi, per poi appassionarsi di fisco, diritto, economia e finanza.

Come funziona la flat tax incrementale riservata ai titolari di partita Iva? La misura, per il 2023, è una tassazione sostitutiva dell’Irpef e delle addizionali e, per quest’anno, ha un tetto massimo pari a 40.000 euro. Il calcolo della flat tax viene effettuato sull’incremento di reddito relativo all’anno nel quale si effettua la dichiarazione dei redditi rispetto ai tre anni precedenti.

A fornire alcuni chiarimenti sulla flat tax per la partita Iva ci ha pensato la bozza di una circolare in libera consultazione dell’Agenzia delle Entrate, che è stata disponibile fino allo scorso 15 giugno 2023. Il documento ha fornito le seguenti precisazioni:

  • l’introduzione di una flat tax incrementale al 15%, il cui tetto massimo, per il periodo d’imposta 2023, è pari a 40.000 euro;
  • la base imponibile si ottiene dalla differenza tra il reddito imponibile dell’anno oggetto della dichiarazione ed il reddito più alto del precedente triennio;
  • la flat tax viene applicata alle persone fisiche che esercitano l’attività di impresa, arte o professione intellettuale, che non abbiano optato per il regime forfettario.

Flat tax incrementale: come funziona

L’articolo 1, comma 55 della Legge n. 197/2022, conosciuta anche come Legge di Bilancio 2023, ha previsto l’introduzione un’importante agevolazione per i titolari di partita Iva individuale, che non rientrino del regime forfettario. Stiamo parlando della cosiddetta flat tax incrementale, che può essere applicata sia a coloro che esercitano l’attività d’impresa sia a quanti stiano esercitando una qualsiasi professione intellettuale o artistica in forma individuale.

Il legislatore ha introdotto l’applicazione di un’imposta sostitutiva ad aliquota fissa del 15%, che va a sostituire l’Irpef e le relative addizionali, che vengono calcolate sul reddito maturato dal contribuente nel periodo oggetto della dichiarazione in eccedenza rispetto al valore più alto registrato nei tre anni precedenti.

Nella bozza della circolare si fa esclusivamente riferimento al reddito determinato nel corso del 2023: l’applicazione della flat tax sembrerebbe, quindi, essere destinata ad un’unica annualità.

I potenziali beneficiari

Quali sono i profili soggettivi di applicazione della flat tax incrementale? Stando alle informazioni ricavate dalla bozza di circolare, i potenziali beneficiari della flat tax incrementale sarebbero essere le persone fisiche che esercitano attività d’impresa, arte o professione intellettuale, tra le quali rientrano anche le imprese familiari. I soggetti interessati non devono aver aderito al regime forfettario.

Per poter accedere alla flat tax, però, non è sufficiente la semplice titolarità del reddito d’impresa o di lavoro autonomo professionale. Nella bozza della circolare si fa riferimento espressamente all’esercizio effettivo dell’attività. Questo ha una conseguenza diretta e molto precisa, perché comporta l’esclusione dal regime agevolato gli eventuali redditi delle società di persone e di capitali, e i redditi derivanti dall’esercizio di arti e professioni in forma associata.

Una particolare attenzione deve essere posta ai soggetti che hanno aderito al regime forfettario. Risultano essere esclusi i soggetti che abbiano aderito al regime forfettario: caso a parte costituiscono i soggetti che hanno superato la soglia dei 100.000 euro nel corso dell’anno. Nel caso in cui si dovesse verificare questa situazione, il reddito dovrà essere ricalcolato seguendo le modalità ordinarie e, in questo caso, la flat tax troverebbe applicazione.

I punti da chiarire

Andando ad analizzare oggettivamente quanto previsto dalla flat tax, la disposizione riguarda sia i redditi d’impresa che quelli derivanti dalle attività professionali. All’interno della bozza messa a disposizione non si fa riferimento al regime contabile applicato: questo aprirebbe la porta sia alla contabilità semplificata che a quella ordinaria. L’unica esclusione prevista sarebbe quella relativa al regime forfettario. Anche su questo punto, però, al momento mancano dei chiarimenti importanti, dato che non sono presenti dei riferimenti al fatto che la non applicazione al regime forfettario riguardi unicamente il periodo d’imposta oggetto di dichiarazione o anche il triennio precedente, ossia il periodo che deve essere preso in considerazione per individuare il reddito di importo più elevato.

Soffermandosi, invece, sul triennio precedente oggetto di osservazione, mancano dei chiarimenti relativamente alle nuove attività, per le quali manca il triennio di riferimento. Su questo punto è attesa una possibile modifica in sede parlamentare.

Flat tax incrementale: come si calcola

Come funziona, in estrema sintesi, la flat tax incrementale? La tassazione al 15% si calcola sulla differenza tra il reddito maturato nel corso del 2023 e il reddito più elevato dichiarato nel periodo compreso tra il 2020 ed il 2022. Quello che deve essere confrontato non è il reddito complessivo, ma solo e soltanto quello che emerge dalle attività d’impresa e di lavoro autonomo.

La base imponibile che viene determinata in questo modo non deve essere superiore a 40.000 euro. Volendo semplificare al massimo, i passaggi che dovranno essere seguiti sono questi:

  • si calcola la differenza tra il reddito del 2023 e quello più alto del precedente triennio, andando a determinare la cosiddetta “quota incrementale”;
  • alla quota incrementale si deve sottrarre la franchigia del 5%, che deve essere calcolata sul reddito più alto del triennio 2020-2022. Stiamo parlando, quindi, della stessa quota incrementale;
  • sul reddito incrementale – rispettando il limite massimo di 40.000 euro – dovrà essere applicata l’aliquota del 15%.

Quando conviene optare per la tassa piatta incrementale

A chi conviene realmente la tax flat incrementale? Questa particolare disposizione di favore può essere conveniente ai titolari di partita Iva il cui reddito permette di determinare una base imponibile vicina al tetto massimo dei 40.000 euro.

La convenienza aumenta nel momento in cui si supera lo scaglione del 43% di Irpef e quindi si ha un reddito superiore ai 50.000 euro: la flat tax, infatti, esonera dall’obbligo di versare le addizionali Irpef. Attraverso questa misura il governo ha intenzione di creare un meccanismo incentivante nei confronti dei contribuenti che creano ricchezza. Oltre a creare uno stimolo a fatturare e ad evitare dei meccanismi fraudolenti.

Sottolineiamo, comunque, che quelle che abbiamo indicato in questa sede rappresentano una prima interpretazione possibile della norma: siamo in attesa della approvazione del testo definitivo, dal quale potrebbero uscire indicazioni e chiarimenti ufficiali per i contribuenti.