Fatture di acconto e saldo, quando deve essere versata l’Iva?

La normativa fiscale ha predisposto delle regole ben precise per la gestione dell'Iva delle fatture di acconto e saldo. Ecco cosa fare

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Pierpaolo Molinengo

Giornalista

Giornalista specializzato in fisco, tasse ed economia. Muove i primi passi nel mondo immobiliare, nel occupandosi di norme e tributi, per poi appassionarsi di fisco, diritto, economia e finanza.

Pubblicato: 31 Maggio 2025 17:05

Una delle operazioni più delicate da gestire all’interno di un’impresa o per un lavoratore autonomo sono le fatture di acconto e saldo, che devono rispettare alcune regole di conformità aziendale. Questo tipo di operazione, indipendentemente dalla grandezza dell’impresa, va ad impattare in modo diretto sulle obbligazioni Iva e sulla tenuta dei registri contabili.

Per emettere le fatture di acconto e saldo in modo corretto è necessario dare uno sguardo alle regole attualmente in vigore, che regolamentano l’effettuazione delle operazioni che sono rilevanti ai fini Iva: questo avviene nel momento in cui si sono verificati i presupposti definiti con precisione dalla legge. In questi casi scattano i termini per assolvere a tutti gli adempimenti formali: deve essere emessa la fattura e, di conseguenza, deve essere versata l’Iva.

Quando deve essere emessa la fattura

A spiegare nel dettaglio quale sia il momento nel quale vada emessa la fattura è l’articolo 21 del Dpr n. 663/1972, che recita esplicitamente che debba essere predisposta

nel momento di effettuazione dell’operazione.

L’indicazione potrebbe sembrare vaga e superficiale, almeno a una prima lettura. Ma a spiegarci meglio quando interviene questo momento è l’articolo 6, che fornisce una serie di regole che determinano il momento nel quale deve essere emessa la fattura, che sono condizionate dalla tipologia di operazione che è stata effettuata.

La prima distinzione che è necessario fare è legata all’attività svolta dall’impresa o dal lavoratore autonomo:

  • presta dei servizi;
  • cede dei beni.

A far sorgere l’obbligo dell’emissione della fattura è, quindi, l’oggetto dell’operazione. Volendo schematizzare al massimo è possibile affermare che l’obbligo Iva scaturisce nel momento in cui:

  • viene spedita o consegnata la merce, nel caso in cui siano dei beni mobili;
  • nel momento in cui viene stipulato l’atto per i beni immobili;
  • al momento del pagamento (indipendentemente che sia stato effettuato completamente o solo in parte) se il corrispettivo viene versato in un momento che precede la cessione dei beni;
  • quando viene pagato il corrispettivo, nel caso in cui si tratti di una prestazione di servizi;
  • quando viene materialmente prelevato il bene, nel caso in cui si dovesse trattare di autoconsumo.

Quando deve essere emessa la fattura di acconto

Volendo sintetizzare al massimo, la fatturazione di acconto è un documento contabile che viene emesso prima della conclusione del contratto o della fornitura del servizio.

All’interno della fattura viene indicata una parte del prezzo totale concordato tra il committente e il fornitore. Il documento viene utilizzato per versare in anticipo parte dell’importo dovuto e costituisce una sorta di garanzia per il fornitore, attraverso la quale il cliente si impegna a completare quanto concordato.

La fattura in acconto può contenere una percentuale del prezzo totale prestabilito o può essere un importo fisso che le parti hanno concordato. Indipendentemente dalla scelta effettuata dalle parti, la fattura, almeno per quanto riguarda l’Iva, deve essere emessa in conformità delle norme fiscali che sono in vigore nel momento della sua emissione.

Nel momento in cui il documento viene emesso scatta l’obbligo del versamento Iva, indipendentemente dal fatto che la merce sia stata consegnata o il servizio reso e, soprattutto, l’importo saldato. Ovviamente l’imposta sul valore aggiunto che deve essere versata è calibrata sulla base degli importi inseriti in fattura.

Siamo davanti a una fatturazione anticipata nel momento in cui si emette una fattura elettronica che contiene tutti i requisiti previsti dalla norma.

Quali sono i documenti non rilevanti ai fini Iva

Ai fini Iva non sono dei documenti rilevanti le fatture proforma o eventuali avvisi di parcella che vengono emessi dai professionisti.

Sono sostanzialmente dei documenti privi di qualsiasi requisito fiscale o contabile generalmente previsto per le fatture. Vengono utilizzati dai diretti interessati per chiedere il pagamento di quanto dovuto, senza la necessità di anticipare il pagamento dell’Iva, che avviene solo e soltanto dopo che è stata emessa la fattura.

Cosa succede quando il corrispettivo è pagato parzialmente

Una deroga alle disposizioni generali è rappresentata dal pagamento anticipato del corrispettivo, indipendentemente che copra interamente la somma dovuta o solo una sua parte.

Nel momento in cui i versamenti vengono effettuati anticipatamente è necessario distinguere quando le somme versate sono un acconto sul prezzo (scatta quindi l’obbligo di emissione della fattura) o quando sono versate a titolo differente.

La cessione di beni mobili

Quando l’operazione ha come oggetto la cessione di beni mobili e il cliente versa un acconto prima di ricevere la merce ordinata, è necessario emettere la fattura. Al suo interno deve essere indicato unicamente l’importo che è stato incassato.

L’articolo 6 del Dpr n. 633/72 stabilisce che il momento in cui il cliente versa l’acconto al fornitore è il momento in cui l’operazione viene considerata come effettuata.

Per quanto riguarda la fattura d’acconto è necessario andare a individuare se si tratta di una delle seguenti operazioni:

  • imponibile Iva con aliquota al 4%, 10% o 22%;
  • non imponibile Iva,
  • esente Iva ai sensi dell’articolo 10 del Dpr n. 633/72.

Prestazioni di servizi

Per le prestazioni di servizi, quando si riceve anticipatamente quanto concordato per la prestazione professionale è necessario emettere fattura: l’incasso corrisponde con l’effettuazione dell’operazione. Il documento contabile deve essere emesso entro e non oltre la data nella quale l’acconto è stato versato.

Quando, invece, viene emessa anticipatamente la fattura si ricade in una delle deroghe previste alle regole generali. Il documento, quando è stato emesso con tutti i requisiti di legge, è rilevante ai fini del versamento dell’imposta.

Caparra confirmatoria

Caso particolare è quello della caparra confirmatoria. Quando le parti concordano che le somme siano state erogate/percepite a questo titolo, avente lo scopo di garantire la conclusione dell’accordo, non vengono considerate come un anticipo sul prezzo da versare.

Gli obblighi tributari sorgono nel momento in cui le parti dovessero concordare di scomputare il costo della caparra dal prezzo che è stato pattuito.

Quando deve essere emessa la fattura di saldo

La fattura di saldo viene emessa nel momento in cui termina il contratto per la fornitura dei servizi o quando i beni vengono consegnati. Rappresenta, in altre parole, il prezzo complessivo della prestazione che è stata fornita.

Nel caso in cui sia stato emesso questo documento sostituisce la fattura in acconto e, generalmente, tiene conto delle eventuali variazioni di prezzo che siano state concordate o le modifiche al servizio che è stato reso.

Rappresenta l’importo finale che il cliente deve versare al fornitore: deve essere emessa, ai fini Iva, in conformità alle norme fiscali vigenti. Per la gestione della contabilità aziendale la fatturazione di saldo è molto importante, perché rappresenta la base imponibile sulla quale deve essere calcolata l’Iva. E per la predisposizione della dichiarazione dei redditi.