Contributi Inps commercianti e artigiani, nuova scadenza il 17 novembre

Uno degli oneri più importanti che pesano sui commercianti ed artigiani sono i contributi Inps: la terza rata si paga Il 17 novembre

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Pierpaolo Molinengo

Giornalista

Giornalista specializzato in fisco, tasse ed economia. Muove i primi passi nel mondo immobiliare, nel occupandosi di norme e tributi, per poi appassionarsi di fisco, diritto, economia e finanza.

Pubblicato: 5 Novembre 2025 13:08

A fine anno sono previste due importanti scadenze per i commercianti e gli artigiani alle prese con il pagamento dei contributi Inps:

  • il 17 novembre 2025 deve essere versata la terza rata dei contributi fissi che si riferiscono all’anno in corso;
  • il 1° dicembre 2025, invece, deve essere versato il secondo acconto dei contributi che eccedono il minimale – in questo caso la scadenza ordinaria sarebbe stata il 30 novembre, ma essendo di domenica il tutto slitta di una giornata.

Contributi commercianti e artigiani: le rate

Nel corso dell’anno i commercianti e artigiani devono tenere a mente 4 appuntamenti per il versamento dei contributi minimi obbligatori Inps. Le date da segnare in calendario sono le seguenti:

  • il 16 maggio 2025, quando deve essere versata la prima rata;
  • il 20 agosto 2025, giorno nel quale scade la seconda rata;
  • il 17 novembre 2025, deadline per la terza rata;
  • il 16 febbraio 2026, quando si dovrà versare la quarta rata, che si riferisce al quarto trimestre 2025.

I contributi a conguaglio per il 2025

Le scadenze relative ai pagamenti di quest’anno non si fermano ai contributi minimi: si deve tenere a mente anche di quelli che eccedono il minimale, che devono essere versati sulla base del reddito effettivo. Devono essere versati insieme alle imposte sui redditi e devono rispettare le seguenti scadenza:

  • entro il 30 giugno 2025 deve essere effettuato il saldo dei contributi a conguaglio del 2024 e il primo acconto per il 2025;
  • entro il 1° dicembre 2025 deve essere versato il secondo acconto per il 2025.

Per effettuare il pagamento i contribuenti devono utilizzare un Modello F24. Per facilitare la pratica i modelli precompilati possono essere scaricati dal contribuente direttamente dal proprio cassetto previdenziale. L’operazione può essere effettuata dal diretto interessato o da un suo delegato.

Come vengono calcolati i contributi da versare

Per i commercianti i contributi Inps da versare si basano su un sistema misto. Includono un contributo fisso – anche detto minimale – e uno variabile, che si basa sull’eccedenza del reddito. A differenza di quanto si possa immaginare, il calcolo dei contributi Inps si basa sul reddito imponibile dichiarato ai fini Irpef e non sul fatturato.

Contributi fissi (o sul minimale)

Ogni anno viene stabilito quale debba essere il reddito minimo, ossia il minimale.

I commercianti, anche quando i ricavi dovessero essere inferiori rispetto alla cifra decisa a tavolino dal legislatore, sono obbligati a versare il minimale. Anche quando, per assurdo, non hanno prodotto alcun tipo di reddito.

Per il 2025 il contributo minimale che i commercianti devono versare è pari a 4.549,70 euro. A questo importo si deve aggiungere il contributo di maternità che è pari a 7,44 euro.

Contributi variabili (o sull’eccedenza)

Questa tipologia di contributi deve essere versata nel momento in cui il reddito imponibile supera il minimale: su questa parte eccedente si applica un’aliquota contributiva aggiuntiva. Per il 2025 sono previste le seguenti aliquote:

  • per la parte di reddito che supera il minimale, che, almeno per il 2025, è stato fissato in 17.555 euro: 24,48%;
  • per la parte che supera il secondo scaglione, fissato, sempre per il 2025, in 55.448 euro: 26,48%.

Soffermandosi unicamente sul versamento dei contributi variabili sono previsti due acconti ed un saldo, che vanno versati insieme all’Irpef, in base alle scadenze che sono previste ogni anno per la dichiarazione dei redditi.

Quali agevolazioni e riduzioni sono previste

Una serie di agevolazioni danno la possibilità ai commercianti di ridurre l’importo dei contributi che devono versare ogni anno:

  • il regime forfettario permette di ottenere una riduzione del 35% dei contributi fissi e di quelli variabili;
  • i commercianti che abbiano superato i 65 anni e risultino essere già pensionati hanno diritto ad accedere ad una riduzione del 50% dei contributi dovuti;
  • nuovi iscritti 2025: chi si iscrive la prima volta nel corso del 2025 ha diritto ad una riduzione del 50% dei contributi per i primi tre anni. L’accesso a questa agevolazione, però, non è automatica: è necessario consultare la circolare applicativa dell’Inps per sapere come beneficiarne.

Quanto prenderanno di pensione i commercianti?

Ovviamente non è possibile dare una risposta univoca a questa domanda, perché l’ammontare dell’assegno previdenziale è condizionato dai contributi che sono stati versati e da una serie di requisiti previdenziali. Per farsi un’idea, però, è possibile fare riferimento a due scenari:

  • l’indennizzo per cessazione attività;
  • la pensione di vecchiaia/anticipata.

Per il 2025 l’indennizzo per i commercianti che cessano l’attività è pari al trattamento minimo di pensione: 603,40 euro lordi al mese per 13 mensilità.

L’ammontare della pensione di vecchiaia o della pensione anticipata si calcola, invece, sulla carriera contributiva del singolo commerciante e sull’età, ma, sicuramente, l’importo è più elevato.

Indennizzo per cessazione attività

L’indennizzo per cessazione attività è una prestazione temporanea che viene erogata dall’Inps a quanti chiudono definitivamente la propria attività commerciale e viene erogata fino a quando non si raggiungono i requisiti per accedere alla pensione di vecchiaia ordinaria.

È un sostegno economico erogato fino al raggiungimento dei requisiti per andare in quiescenza. Per ottenerla è necessario inoltrare un’istanza telematica all’Inps e mentre la si riceve non è possibile svolgere alcun tipo di attività lavorativa.

Pensione di vecchiaia/anticipata

Sono diversi i fattori che contribuiscono a determinare quale sarà l’importo della pensione di vecchiaia o anticipata.

Le voci più importanti da tenere a mente sono:

  • i contributi versati fissi e variabili;
  • il sistema di calcolo utilizzato – retributivo, contributivo o misto.

Per andare in pensione sono previsti degli specifici requisiti anagrafici e contributivi: nel 2025 è necessario aver raggiunto i 67 anni di età con 42 anni di contributi. Nel caso in cui venga effettuato il calcolo contributo, l’assegno previdenziale non dovrà essere più basso rispetto a quello sociale.