Tim, rimborso a 28 giorni: la compagnia restituisce milioni di euro, come averlo

Dopo che la Corte di Cassazione ha confermato la decisione dell'Agcom, a Tim non è rimasto altro che procedere col rimborso. A chi spetta, come fare domanda, a chi chiedere informazioni

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Francesca Secci

Giornalista

Giornalista pubblicista con esperienza in redazioni rilevanti, è specializzata in economia, finanza e geopolitica.

Nel mondo delle telecomunicazioni, l’equilibrio tra le esigenze delle compagnie telefoniche e i diritti dei consumatori è sempre stato un tema delicato. Nel 2017, l’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni (Agcom) ha emesso un divieto col quale vietava la fatturazione a 28 giorni. Questa decisione è stata presa considerando tale pratica scorretta e potenzialmente ingannevole per i clienti, oltre che dannosa per l’immagine delle stesse compagnie.

Corte di Cassazione, obbligo per Tim al rimborso

Una delle principali compagnie coinvolte in questa disputa è Tim, una delle più grandi società di telecomunicazioni in Italia. Tim, per conformarsi alla decisione dell’Agcom, ha iniziato a rimborsare i clienti che hanno subito la fatturazione a 28 giorni. Ovviamente, il dramma è che il rimborso è stato limitato a circa 19 milioni di euro, sufficienti per coprire solo l’8% dei clienti coinvolti. Questo perché oltre 5 milioni di consumatori hanno esercitato il diritto di recesso, rinunciando quindi al rimborso.

Dopo il crollo in borsa, altri guai per Tim. Il quadro si è ulteriormente complicato quando la Corte di Cassazione ha confermato la decisione dell’Agcom, costringendo TIM a rispettare le regole e a rimborsare anche i clienti che avevano esercitato il diritto di recesso. Questo ha portato a un totale di 5.425.978 clienti aventi diritto al rimborso, pari al 58% dei consumatori coinvolti, per una somma complessiva di oltre 160 milioni di euro.

La sentenza della Corte di Cassazione ha chiarito che anche coloro che avevano una linea fissa con fatturazione a 28 giorni e che hanno esercitato il recesso hanno diritto al rimborso.

Come fare richiesta del rimborso Tim

Per richiedere il rimborso, i clienti devono avere a portata di mano la comunicazione inviata da Tim (che recentemente ha anche aumentato le tariffe) contenente un codice unico e il numero della linea fissa per cui si chiede il rimborso. Questi dati sono fondamentali per inoltrare la domanda di rimborso.

Il processo di richiesta è semplice e si svolge online. Basta cliccare su un link fornito da Tim e compilare i dati richiesti, inclusi il codice unico e il numero della linea fissa. Successivamente, sarà necessario indicare se si è stati l’intestatario della linea fissa cessata o erede di quest’ultimo. Infine, si sceglie la modalità di rimborso, che può avvenire tramite accredito sul proprio conto o su un altro contratto attivo con Tim, oppure in compensazione se ci sono morosità.

Cosa fare se non è arrivata nessuna comunicazione

Tim sta inviando comunicazioni ai clienti aventi diritto al rimborso tramite raccomandata o posta elettronica certificata. Nel caso in cui non si riceva nulla ma si ritenga di avere diritto comunque al compenso, è consigliabile pazientare un po’ di tempo. L’azienda di telecomunicazioni ha l’obbligo di contattare tutti i clienti aventi diritto, come stabilito dalla Corte di Cassazione.

In alternativa, è possibile contattare direttamente i centri Tim utilizzando i canali dedicati all’assistenza clienti, come l’app MyTim, l’area personale sul sito web ufficiale o chiamando il servizio clienti al numero 187 per la linea fissa. Può essere utile e pratico presentarsi direttamente presso un negozio fisico per chiedere informazioni.

Si può procedere anche in un altro modo, cioè inviando una raccomandata a/r all’indirizzo per la linea fissa di TIM o inviare una Pec a Telecomitalia@pec.telecomitalia.it.