Transizione 4.0, sbloccati i crediti di imposta: quando e come si potranno richiedere

Il ministero delle Imprese sblocca i crediti di imposta per la Transizione 4.0, fermi da oltre due settimane

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Matteo Runchi

Editor esperto di economia e attualità

Redattore esperto di tecnologia e esteri, scrive di attualità, cronaca ed economia

Il ministero delle Imprese e del Made in Italy ha emanato un decreto per regolare la compensazione dei crediti di imposta per il piano Transizione 4.0. Il nuovo decreto definisce il contenuto e le modalità di invio dei modelli necessari a ottenere le compensazioni, dopo che l’agenzia delle entrate le aveva sospese il 12 aprile.

Transizione 4.0 è un piano che permette alle aziende di ottenere alcuni bonus sotto forma di crediti di imposta per determinati investimenti che possono aiutare l’impresa in questione sul campo dell’innovazione tecnologica. Include beni strumentali, formazione e ricerca e sviluppo.

Lo sblocco dei crediti della Transizione 4.0

Dopo alcune settimane di attesa, il ministero delle imprese ha sbloccato le compensazioni per i crediti di imposta del piano Transizione 4.0, che erano rimasti fermi dopo una decisione dell’Agenzia delle Entrate del 12 aprile. Il decreto direttoriale sarà emanato lunedì 29 aprile e sarà attivo dalle 12:00. Da quel momento saranno disponibili due diversi moduli da compilare, che costituiscono la comunicazione obbligatoria imposta dall’AdE.

I due moduli riguardano due diverse parti del piano Transizione 4.0. Il primo fa riferimento ai crediti ottenuti per l’acquisto o il leasing di beni strumentali inclusi tra quelli acquistabili con il bonus del piano. Il secondo invece è dedicato esclusivamente agli investimenti fatti per ricerca, sviluppo e innovazione. Entrambi i modelli saranno disponibili sul sito istituzionale del Gestore servizi energetici (Gse).

Questo nuovo passaggio burocratico si è reso necessario dopo l’approvazione della legge 39 del 2024, che prevede una comunicazione obbligatoria con una stima dell’importo degli investimenti riguardanti il piano Transizione 4.0. Il flusso di cassa generato dalle compensazioni sarà tenuto sotto controllo dalla Ragioneria generale dello Stato per evitare un eccesso di spesa oltre quella originariamente prevista dal piano. Si tratta quindi di un passaggio necessario per una maggiore attenzione da parte del Governo ai conti pubblici, dopo le difficoltà incontrate nel Def.

In cosa consiste il piano Transizione 4.0

Il piano Transizione 4.0 è un sistema di crediti di imposta forniti alle aziende che vogliono investire in determinati ambiti per aumentare la propria competitività e aggiornarsi dal punto di vista tecnologico. Agisce principalmente su tre possibili voci di spesa. La prima è quella effettuata per i beni strumentali, che vuole stimolare l’acquisto da parte delle imprese di nuovi beni materiali o immateriali funzionali alla trasformazione tecnologica e digitale dei processi produttivi.

Altrettanto importanti sono le altre due voci, che permettono di investire con l’aiuto dello Stato in ricerca e sviluppo, innovazione tecnologica, design e ideazione estetica oltre che in formazione. Il piano esiste da oltre 5 anni. Dopo una prima fase di acquisto, esplosa nel 2020 e nel 2021, annate in cui gli investimenti in questo ambito hanno superato i 4 miliardi di euro, si è passati a una più attuativa relativa all’acquisizione delle competenze.

Anche se le aziende sembrano aver approfittato del bonus, con oltre 40mila realtà coinvolte, i risultati ottenuti sulla produttività delle aziende sembrano ancora in dubbio. Nel 2022 la produttività del capitale è molto cresciuta, 4,1% stando ai dati Istat, mentre è diminuita quella del lavoro, un dato quest’ultimo che si lega al continuo aumento dell’occupazione in Italia che non si accompagna a una crescita economica comparabile.