Lettera a casa dall’Agenzia delle Entrate, chi rischia con i nuovi controlli

Chi rischia con i nuovi controlli dell'Agenzia delle Entrate, come comportarsi in caso di comunicazione a regolarizzare e come evitare multe

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Federica Petrucci

Editor esperta di economia e attualità

Laureata in Scienze Politiche presso l'Università di Palermo e Consulente del Lavoro abilitato.

Pubblicato: 27 Ottobre 2025 10:44

Dopo la mezzanotte del 16 ottobre 2025, l’Agenzia delle Entrate ha avviato un invio massivo di lettere di compliance dirette ai contribuenti con potenziali redditi omessi. Si tratta di comunicazioni che hanno raggiunto migliaia di caselle Pec nel cuore della notte e tantissime abitazioni e uffici nel corso delle ultime giornate generando preoccupazione e un certo malumore tra i cittadini e gli studi professionali, già impegnati con le scadenze fiscali di fine mese.

Chi rischia con i nuovi controlli dell’Agenzia delle Entrate

Le nuove comunicazioni riguardano principalmente i contribuenti che, nella dichiarazione dei redditi 2023 (relativa all’anno d’imposta 2022), non hanno indicato redditi risultanti invece dalle certificazioni uniche inviate dai datori di lavoro, committenti o enti pensionistici.

L’obiettivo dell’operazione è incrociare i dati dichiarati dai contribuenti con quelli in possesso dell’amministrazione fiscale, individuando incongruenze e segnalando i casi di omissione o errore.

In pratica, il Fisco “va a caccia” di redditi non dichiarati, sfruttando la grande mole di informazioni già raccolte attraverso la certificazione unica e gli altri flussi di dati trasmessi dai sostituti d’imposta, dagli istituti previdenziali e dalle banche.

I casi più frequenti includono:

  • redditi da lavoro dipendente non dichiarati, ad esempio per rapporti di lavoro cessati o temporanei;
  • compensi da lavoro autonomo occasionale omessi, magari per distrazione o per errata interpretazione della normativa;
  • redditi da locazione di immobili, anche se soggetti a cedolare secca;
  • redditi misti, come somme percepite da più datori di lavoro o enti, non correttamente riportate in dichiarazione.

Ma attenzione, le lettere di compliance non sono vere e proprie contestazioni o avvisi di accertamento. Si tratta, piuttosto, di inviti alla regolarizzazione volontaria.

Come comportarsi in caso di ricezione della lettera

Chi riceve una lettera di compliance deve innanzitutto verificare i dati indicati. È possibile che si tratti di un errore, ad esempio per redditi già tassati alla fonte o per informazioni non aggiornate dal sostituto d’imposta.

Il contribuente può quindi consultare il prospetto dei dati nel cassetto fiscale, sezione L’Agenzia scrive, oppure la propria dichiarazione per capire se il reddito segnalato risulta effettivamente omesso.

Non sempre le segnalazioni del Fisco si rivelano fondate. In alcuni casi i dati possono essere incompleti o non aggiornati. Per esempio, può accadere che un reddito risulti doppio a causa di una rettifica del datore di lavoro o di un errore nella trasmissione delle Cu.

In caso di errore del Fisco, inviare chiarimenti o documentazione tramite la piattaforma Civis, accessibile dall’area riservata del sito dell’Agenzia delle Entrate.

Se invece l’omissione risulta fondata, è possibile procedere alla regolarizzazione spontanea attraverso l’istituto del ravvedimento operoso, che consente di sanare la violazione pagando le imposte dovute, gli interessi legali e una sanzione ridotta, in misura proporzionale al tempo trascorso dalla violazione.

La regolarizzazione avviene tramite la presentazione di una dichiarazione integrativa, che aggiorna la dichiarazione originaria con i redditi omessi o le correzioni necessarie.

L’Agenzia delle Entrate mette inoltre a disposizione, per alcuni contribuenti (soprattutto lavoratori dipendenti e pensionati), la possibilità di utilizzare la dichiarazione precompilata integrativa.

Questo strumento semplifica le operazioni, consentendo di correggere online i dati errati e procedere al pagamento delle somme dovute in modo più rapido e trasparente.