L’Ucraina entra nell’Ue? Quali requisiti deve rispettare

I passaggi burocratici per l'adesione all'Unione europea sono molto lunghi, difficile pensare che l'Ucraina possa compierli in tempi brevi

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Maurizio Perriello

Giornalista politico-economico

Giornalista e divulgatore esperto di geopolitica, guerra e tematiche ambientali. Collabora con testate nazionali e realtà accademiche.

Volodymyr Zelensky è fiducioso e parla di un rapido ingresso dell’Ucraina all’interno dell’Unione europea. Il Paese ha già compilato il questionario per ottenere lo status di Paese candidato all’adesione all’Ue. Secondo quanto detto dal portavoce del presidente ucraino, “non esiste uno Stato membro che si opponga” alla procedura, anche se ci sono diverse opinioni sulla velocità e sulla durata di tutto l’iter burocratico.

Non tutti i leader europei, infatti, ritengono che il processo di ingresso nell’Ue possa essere affrontato in tempi rapidi, e soprattutto durante una guerra in corso in Ucraina. Ci sono dei requisiti che tutti gli Stati comunitari devono rispettare, e i passaggi da compiere sono spesso molto lunghi.

Quali sono i requisiti che l’Ucraina deve rispettare per entrare nell’Unione europea

Per ottenere anche solo lo status di Paese candidato all’adesione all’Ue, l’Ucraina deve rispettare i seguenti requisiti:

  • Essere uno stato europeo.
  • Rispettare e impegnarsi rispetto ai valori dell’articolo 2 del Tratto dell’Ue.
  • Soddisfare i criteri di ammissibilità, noti come criteri di Copenaghen.

Il governo ucraino ha compilato da tempo i documenti necessari per la candidatura a Stato membro. Per riuscire nell’intento, Kiev ha però bisogno del sostegno di tutti i 27 Paesi Ue. Se però da un lato alcuni di questi sostengono apertamente la prospettiva, come l’Italia, altri tentennano ancora.

Quali sono i valori fondamentali dell’Ue

Tra i valori fondamentali e fondanti dell’Unione europea elencati nell’articolo 2 del Trattato, i seguenti hanno particolare importanza per l’adesione:

  • Libertà.
  • Democrazia.
  • Uguaglianza.
  • Presenza dello Stato di diritto.
  • Rispetto della dignità umana.
  • Rispetto dei diritti umani e dell’appartenenza alle minoranze.
  • Rispetto del pluralismo e lotta alla discriminazione, all’intolleranza, all’ingiustizia e alla disparità di genere.

Quali sono i criteri di Copenaghen

I criteri di ammissibilità dell’Unione europea sono stati definiti nel corso del Consiglio europeo che si è svolto a Copenaghen, in Danimarca, nel giugno del 1993. Sono i seguenti.

  • Criterio politico. Ovvero la presenza di istituzioni stabili che garantiscano la democrazia, lo Stato di diritto, i diritti dell’uomo, il rispetto delle minoranze e la loro tutela.
  • Criterio economico. Ovvero l’esistenza di una economia di mercato funzionante e capace di far fronte alle forze del mercato e alla pressione concorrenziale all’interno dell’Unione europea.
  • Adesione all’acquis comunitario. Cioè l’accettazione degli obblighi derivanti dall’adesione e, in particolare, gli obiettivi dell’unione politica, economica e monetaria.

Qual è l’iter burocratico per entrare nell’Unione europea: i 5 passaggi fondamentali

L’Unione europea si riserva il diritto di decidere quando e se il Paese candidato soddisfa tali criteri. L’iter prevede cinque passaggi:

  • Applicazione. Il Paese interessato che soddisfa i criteri presenta una richiesta formale al Consiglio dell’Ue, che informa il Parlamento europeo, la Commissione europea e i parlamenti nazionali della domanda di adesione.
  • Parere della Commissione europea. Dopo una consultazione con il Consiglio dell’Ue, la Commissione europea emette un parere sulla domanda di adesione.
  • Status di candidato. Al Paese viene concesso dal Consiglio dell’Ue lo status di candidato, soggetto all’avallo da parte del Consiglio europeo.
  • Negoziati. Dopo una decisione unanime del Consiglio dell’Ue, iniziano i negoziati, attraverso conferenze intergovernative tra i Paesi Ue e il candidato. Questa fase è in genere la più lunga.
  • Adesione. Dopo la chiusura definitiva dei negoziati, viene stilato un trattato di adesione che deve essere, dopo l’approvazione delle istituzioni Ue, firmato da tutti gli Stati membri. Ogni stato deve ratificarlo, in conformità con le rispettive procedure costituzionali.

Come ha ribadito la presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, la prima condizione per l’adesione riguarda una serie di riforme, in particolare per quanto riguarda lo Stato di diritto. Una questione che vede l’Ucraina ancora in alto mare, secondo gli analisti, e che non può essere soggetta a “sconti”. Ne sanno qualcosa Paesi come Serbia e Albania, che aspettano da tempo l’ok dell’Ue sul tema. Per non parlare della Turchia, che figura come Paese candidato dal 1999. Un altro punto su cui insiste l’Europa è la necessità di creare un clima di fiducia per gli investimenti privati.

Quanto durano i negoziati, la fase più lunga del processo di adesione all’Ue

Come già detto, i negoziati di adesione sono la parte più lunga di tutto il processo. È in questa fase che è prevista l’adozione di tutto l’acquis comunitario, cioè il corpo della legislazione dell’Unione europea. Questo è diviso in 35 aree politiche, o “capitoli tematici”, per permettere l’organizzazione efficace dei negoziati.

Il Consiglio dell’Ue stabilisce man mano i parametri di riferimento per l’apertura e la chiusura di tutti i capitoli tematici, e può stabilire anche dei parametri provvisori per alcune aree politiche. Solo una volta che il Paese candidato raggiunge gli obiettivi previsti, si chiudono i vari negoziati.

Durante la fase di preadesione, le istituzioni europee seguono gli sforzi nell’attuazione dell’acquis da parte del Paese, e lo assistono anche con strumenti di finanziamento. Alcune norme vengono introdotte gradualmente, con disposizioni transitorie che accompagnano i legislatori e i cittadini nel cambiamento.

Quali sono i 5 Paesi candidati (da molti anni) a entrare nell’Unione europea

Dopo la Brexit, con la fuoriuscita del Regno Unito, sono 27 gli Stati che compongono l’Unione europea. L’ultima ad aderire è stata la Croazia. Al momento i Paesi che hanno ottenuto lo status di candidato sono cinque. Sono l’Albania, la Macedonia del Nord, il Montenegro, la Serbia e la Turchia.

Per capire quanto l’iter burocratico e legislativo possa richiedere tempo, ecco quanto ci hanno messo i cinque Paesi a ottenere lo status di candidati.

  • La Turchia ha avanzato la domanda di adesione nel 1987 e raggiunto lo status di candidato nel 1999.
  • La Macedonia del Nord ha avanzato la domanda di adesione nel 2004 e raggiunto lo status di candidato nel 2005.
  • Il Montenegro ha avanzato la domanda di adesione nel 2008 e raggiunto lo status di candidato nel 2010.
  • La Serbia ha avanzato la domanda di adesione nel 2009 e raggiunto lo status di candidato nel 2012.
  • L’Albania ha avanzato la domanda di adesione nel 2009 e raggiunto lo status di candidato nel 2014.

Anche la Bosnia-Erzegovina e il Kosovo hanno avviato le procedure per richiedere l’adesione, siglando l’accordo di stabilizzazione e associazione. Insomma, non è dato sapere se e quando l’Ucraina entrerà effettivamente nell’Ue. Ma, a meno che i Paesi comunitari non optino per una via emergenziale particolarmente rapida e senza precedenti nella storia europea, è difficile ipotizzare l’adesione con il conflitto ancora in corso.

Sappiamo infatti che solo per ottenere lo status di Paese candidato possono passare molti anni, in particolare per quegli stati lontani dalla cultura e dal diritto dell’Ue. L’acquisizione della legislazione comunitaria è un processo particolarmente lungo, perché prevede che i parlamenti e i governi nazionali adeguino i propri codici di leggi, e a volte anche la propria Costituzione, alle norme Ue.